L’era moderna ha avuto la capacità di opporre al pensiero dominante una stupida antitesi hegeliana che altro non è che il pensiero dominante capovolto, tutto questo ha facilitato la vittoria e il rafforzamento del dominio.

Il mio approccio nei confronti della filosofia moderna si sviluppa solitamente su due pregiudizi: la filosofia moderna è generalmente antropologica; la filosofia moderna è sostanzialmente hegeliana.

L’antropologia Della Filosofia Moderna

I pensatori moderni e contemporanei hanno, secondo me, il grande limite di non saper vedere nulla oltre che l’uomo. Questo limite è in un certo senso giustificabile dal fatto che “tutti noi” siamo esseri umani e che “tutti noi” vediamo il mondo dal nostro punto di vista. Ciò produce il fatto che ognuno di noi, non solo vede la “realtà” dal suo punto di vista, dalla sua prospettiva, ma alla relatività della prospettiva si aggiunge anche il fatto che nel vedere noi proiettiamo parte noi stessi nella rappresentazione e che il nostro intelletto “filtra” in un certo senso il mondo.

Ciò è naturalmente inevitabile, il problema è rendersi conto di questo “limite” umano e considerarlo nell’analisi del mondo. Quando la filosofia non solo non si rende conto del “limite” antropologico, ma addirittura lo proietta inconsapevolmente nei suoi fantastici sistemi si verifica ciò che generalmente possiamo chiamare esistenzialismo. Per esistenzialismo intendo, oltre alla corrente intellettuale “vera e propria” del XX secolo didatticamente intesa, più genericamente tutte le proiezioni e tutti i sistemi filosofici moderni che hanno per sostanza solamente l’uomo.

Come dicevo, vedere il mondo oltre gli occhi umani è impossibile, ma considerare mondo solo ciò che l’uomo vede è ancora più grave. Prendiamo per esempio una normale legge fisica o chimica. Possiamo astrarre quanto vogliamo affermando che questa legge è frutto del cervello umano, ma non possiamo negare il fatto che il rapporto tra gli enti naturali che rispondo a quella legge esiste indipendentemente dall’uomo. L’uomo al massimo produce una SINTESI di quanto vede, l’uomo può produrre l’idea che ogni oggetto sulla terra cade verso il basso, ma il fatto che un oggetto possa cadere verso il basso o librarsi verso l’alto è indipendente dalla ragione umana, è un fatto di cui l’intelletto prende atto.

L’esistenzialismo in senso lato è quindi quel tipo di pensiero che crede che la sintesi umana venga prima del fatto, che sia più importante il fenomeno rispetto a ciò che accade, che il “valore” di un oggetto sia creazione dell’uomo. Per l’esistenzialismo un martello non ha nessun significato in se stesso, ha valore nel momento che l’essere umano decide di piantarci dei chiodi. L’indipendenza del mondo non viene affatto calcolata, ad esempio non si prende in considerazione il fatto che con una rosa non è possibile piantare dei chiodi, ma solo con un martello.

L’antropologia Inconsapevole di Hegel

Anche Hegel cade in questo errore, ma egli non se ne rende affatto conto. Hegel è decisamente convinto di descrivere il “Tutto” e il suo processo ideale con la dialettica tra tesi antitesi e sintesi. La mia convinzione è che il processo tra l’astrazione, la particolarizzazione e la loro unione nella sintesi, non sia affatto il modo con cui lo Spirito si sviluppa nel mondo, ne la forma razionale che assumono le cose, semplicemente il modo umano, antropologico di ragionare. Se noi vediamo una pianta, ad esempio, non concepiamo ne la semplice idea in se universale e formale di ogni pianta, ne tutti i suoi atomi, particelle, ecc, vediamo una sintesi. Il modo di ragionare dunque tra forma, sostanza e “verità” non è dunque un modo universale scientifico, ma semplicemente un processo della mente umana.

Per tutto questo possiamo affermare che Hegel è il primo esistenzialista! Pensiamo ai momenti del suo grande sistema: il primo, la logica, è tutt’altro che razionale e universale, in quanto supera i principi di identità e non contraddizione affermando che la verità sta nella mediazione tra opposti e balle varie che dimostrano tutta la soggettività del suo sistema; il secondo, la natura, è il semplice tentavo di applicare il processo tesi-antitesi-sintesi, il sillogismo universale-particolare-singolare, ai fenomeni empirici, tentativo che fallisce assumendo connotati comici quando si scaraventa contro le teorie di Galileo e Newton in quanto poco concettuali; il terzo è proprio l’antropologia che emerge, dato che la filosofia dello spirito parla sostanzialmente di leggi, di etica, di arte, religione e filosofia, in una parola della astrazioni dell’essere umano. Tralasciando poi il fascismo che emerge dall’idea del suo stato razionale, delle sue corporazioni, della sua politica estera.

Hegel ci dice, proprio nella filosofia dello spirito, un cosa molto importante, che dimostra come l’esistenzialismo possa essere considerato come una meccanica evoluzione del suo pensiero. Egli parlando di benessere, appagatività, bene e male afferma che il benessere individuale deve corrispondere al bene universale. Questo però, nella vita quotidiana, non accade sempre e questa corrispondenza, non essendosi ancora pianamente sviluppata la ragione secondo Hegel, rimane qualcosa di accidentale. Io domando: In quali condizioni il benessere individuale corrisponde al bene universale? la risposta è semplice, ciò è possibile nel caso che esista solo l’uomo! E’infatti evidente che se esisto solo Io il mio benessere è anche il bene di tutto ciò che esiste.

La Modernità Come Stupida Contrapposizione Hegeliana 

L’era moderna, già affrontata in un mio precedente articolo su www.anarchaos.it, si fonda sul razionalismo antropologico sviluppatosi con l’umanesimo prima e con l’illuminismo dopo, sul razionalismo economico dell’industrializzazione e sul razionalismo hegeliano nell’ideale. L’umanesimo e l’illuminismo per quanto abbiano il merito di aver superato il pensiero bigotto hanno però trasformato l’uomo nel nuovo centro del cosmo e lo hanno elevato al livello di una divinità. L’industrializzazione è stato un vero e proprio disastro, è la causa dell’inquinamento del pianeta, della morte di milioni di animali, della devastazione dei territori “ricchi” di risorse, dello sfruttamento intensivo dei lavoratori. Infine l’idealismo hegeliano è stato il modo banale con cui si è sviluppata la dialettica politica e filosofica nella modernità. Il più grande responsabile è sicuramente Marx, ma comunque la maggior parte degli intellettuali degli ultimi duecento anni non hanno fatto altro che giocare il ruolo.

L’era moderna ha avuto la capacità di opporre al pensiero dominante una stupida antitesi hegeliana che altro non è che il pensiero dominante capovolto, tutto questo ha facilitato la vittoria e il rafforzamento del dominio. Stupidamente se il pensiero dominante è MASCHILISTA, il pensiero di opposizione deve essere FEMMINISTA; se il pensiero dominante è BORGHESE, il pensiero di opposizione deve essere PROLETARIO; se il pensiero dominante è CAPITALISTA, quello di opposizione deve essere SINDACALE; se il pensiero dominatante è INDUSTRIALE, quello di opposizione deve essere PRIMITIVISTA; se il pensiero dominante è CONSERVATORE, quello di opposizione deve essere PROGRESSISTA.

Nella loro stupidità quasi nessun politico moderno si è reso conto che l’opposizione tra maschilismo e femminismo, tra borghese e proletario, tra confindustria e sindacati, tra tecnologia e primitivismo, tra conservatori e progressisti non ha fatto altro che rafforzare il sistema, in senso hegeliano, in Tutto; lo ha reso più partecipato, più democratico, più vasto.

Individualismo Anarchico Contro l'Era Moderna

Io da individualista, da anarchico, mi rendo conto non solo del dato antropologico che tutti noi siamo degli egoisti, ma anche del fatto che per soddisfare i nostri bisogni occorre comprendere il mondo nella maniera più obbiettiva possibile. Più riesco ad essere oggettivo, più conoscenze ho al servizio della mia soggettività.

Per distruggere il sistema, per abbandonarlo nelle sue contrapposizioni rigeneratrici, bisogna smetterla di definirsi femministi o maschilisti, bisogna cominciare a definirci ANTISESSISTI; bisogna smetterla di definirsi borghesi o proletari, bisogna definirci ANTICLASSISTI; bisogna smetterla di scegliere tra sindacato e confindustria, ma occorre pisciare contro tutte le istituzioni; soprattutto occorre superare la dicotomia tra destra e sinistra, tra conservato e progressisti di un sistema, poiché l’anarchia è la distruzione totale dello stato.

La modernità è la contrapposizione stupida degli anti-cristi. Non credo che gli anarchici abbiano bisogno di recitare al contrario i riti dello stato per combatterlo. Gli anarchici dovrebbero andare oltre la semplice anti-archia, per divenire contro ogni archia, al di là, nell’indifferenza di ogni ordine e gerarchia, in una parola appunto ANARCHIA.

Se riuscissimo a superare la critica speculare per proiettarci nella costruzione di qualcosa di diverso, e non più semplicemente di contrario, rispetto a quanto propone lo stato…


Estratto da web.archive.org


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Anarchia Intellettuale

Autarchia è indipendenza. Non ci si riferisce soltanto al suo significato strettamente materiale legato alla produzione ma alla sua valenza più ampia ed assoluta. In tal caso il concetto di autarchia giunge fino alle più intime profondità dell’essere coinvolgendo la totalità degli aspetti della sua esistenza.

D'altronde come potremmo mai chiamare quell’aspetto dell’individualismo assoluto che sfocia in autonomia di pensiero, sincerità intellettuale e retto filosofare?

In un contesto socio-politico in cui la maggioranza della moltitudine manca di coraggio e volontà di potenza, qual è l’ostacolo più grande alla realizzazione di una futura società aurea?

La Pedagogia Libertaria in Godwin

William Godwin (Wisbech, 3 marzo 1756 – Londra, 7 aprile 1836) è stato un filosofo, scrittore e politico libertario britannico. Pensatore del tardo Illuminismo nonché ispiratore di parte del Romanticismo inglese, specialmente la "seconda generazione romantica" comprendente John Keats, il suo genero Percy Bysshe Shelley e George Gordon Byron, radicale e repubblicano, è considerato uno dei primi teorizzatori anarchici moderni. L'opera più celebre di Godwin è il saggio Inchiesta sulla giustizia politica in cui esprime un ideale di anarchismo filosofico.

L'Anarchismo Spirituale nell'Anarca

L'Anarca è quell'individuo sovrano nato dalla mentalità fuori dal comune che attingeva dall'illimitato pozzo della storia, della filosofia e dell'arte.

Lui-lei è al di là della sinistra o della destra, si muove senza fine in modo nomade con libertà mutevole attraverso il pensiero, sintetizzando idee contrastanti. Ma sempre saldamente radicato nel nichilismo. Questo è il vero anarchico. La loro è l'anarchia che ha prodotto (e produce tuttora) una vasta sottocultura ermetica e letteraria sotterranea.

La Società Naturale: una base per l'anarchismo verde

«Una comunità di non più di circa 500 persone, il massimo che una persona può conoscere, autonoma, autosufficiente e tecnologicamente disinteressata»

Non ne vale la pena. È una sorta di sporca utopia, ma le altre sicuramente non possono funzionare: capitalismo e socialismo si basano entrambi sulla teoria della "divisione del lavoro" che rende i ricchi più ricchi e i poveri più poveri. La ricchezza del commercio e dell'industria non "gocciola giù". I raccolti dei contadini, la ricchezza, vengono mangiati o altrimenti consumati. Tutto ciò che resta da "gocciolare" ai contadini è fuliggine, liquami, rottami e prodotti scadenti.

La ricchezza del nucleo è causata, non dal commercio e dall'industria, ma dalla fame della periferia, la cui terra viene utilizzata per nutrire il nucleo.

Lo stato-nazione non è un contratto sociale tra governati e governatori; è una prigione in cui i governati sono, e sono sempre stati, costretti dalle leggi, nate dalla religione, a obbedire sotto pena di violenza. Come si evolverà allora la società senza queste costrizioni? Qual è la società naturale?

Anarchia o "Anarchismo"?

Una qualificazione che riteniamo importante per cominciare è la distinzione tra "anarchia" e "anarchismo".

Alcuni la rigetteranno in quanto meramente semantica o banale, ma per la maggior parte degli anarchici post-sinistra e anti-civiltà, questa differenziazione è importante.

Sebbene l'anarchismo possa fungere da importante punto di riferimento storico da cui trarre ispirazione e lezioni, è diventato troppo sistematico, fisso e ideologico... tutto ciò che l'anarchia non lo è.

La Carcassa in Decomposizione dietro lo Spauracchio Verde
Come l'anarchia verde è diventata la posizione più controversa

L'anarchia verde, indipendentemente dalla propaggine, è una filosofia, una critica e un modo di vivere che enfatizza i principi anarchici più pronunciati. Gli anarchici verdi sono pronti e disposti a smantellare tutte le strutture di dominio, a partire da un'analisi radicata dell'ecologia, il che significa la relazione tra tutti gli esseri viventi e l'ambiente fisico da cui tutti dipendiamo per sopravvivere.

Esamineremo le origini e la graduale evoluzione dell'anarchia verde, esploreremo come queste idee vengono percepite dalle persone che guardano dall'esterno e cercheremo di capire perché l'anarchia verde è così detestata da un contingente di teorici di sinistra che, sempre più, ci hanno calunniato come "eco-fascisti".

Mutualismo Economico

Il mutualismo, chiamato anche proudhonismo o anarco-mutualismo (AnMut), è un'ideologia economicamente di sinistra (ma pro-mercato), anarchica e culturalmente variabile basata principalmente sugli scritti di Pierre-Joseph Proudhon.

Inoltre, è fortemente a favore della libertà individuale e può essere visto come l'ideologia unificante tra le scuole di pensiero anarchico sociale, individualista e di mercato, ed è stato molto influente nello sviluppo di altre ideologie anarchiche successive.

Il colore arancione rappresenta il suo voler essere una terza via tra il marxismo (rosso) e il capitalismo (giallo), mutuando libertà individuale e collettivismo.

L'Anarchia delle Frontiere

Le comuni anarchiche possono esistere solo fintanto che le persone che non vogliono farne parte sono libere di andarsene, avventurarsi un po' più in là nella vasta frontiera e avviare la propria nuova attività.

Nel momento in cui le persone sono costrette a vivere insieme ad altre persone che non condividono le loro stesse convinzioni, iniziamo ad aver bisogno di strutture sociali, regole e processi decisionali formalizzati per prevenire conflitti violenti.

Come Ho Fatto A Far Crollare La Civiltà

Una domanda che mi viene spesso posta è:

"Cosa ti fa pensare di poter abbattere la civiltà?"

La mia risposta è piuttosto semplice e si compone di due parti: la prima parte è che sono ancora relativamente (rispetto a molti altri) abile e capace e la seconda parte è che le mie esperienze passate dimostrano che ho la capacità di fare crollare la civiltà.

Contro la Società di Massa

Molte persone desiderano un'esistenza libera dall'autorità coercitiva, in cui tutti siano liberi di plasmare la propria vita come scelgono per il bene dei propri bisogni, valori e desideri personali. Affinché tale libertà sia possibile, nessuna singola persona può estendere la propria sfera di controllo sulla vita degli altri senza la propria scelta.

Permacultura Incivile

Nell'ambiente ambientalista contemporaneo sia la teoria della permacultura che la sua pratica sono diventate popolari come mezzi con cui riparare lo strato superficiale della terra che si sta esaurendo e tentare altrimenti di vivere in modo più sostenibile con il nostro pianeta. Non è che una risposta alla crisi ecologica che affrontiamo, sia che la conversazione sia incentrata sul cambiamento climatico, la distruzione ambientale, la sicurezza alimentare o la totalità.

Anarchia Senza Ali

Non abbiamo bisogno di ali per volare.

È stato detto che l'anarchismo è un'ideologia di "sinistra", da molti. Non siamo sicuri che coloro che affermano questo capiscano il vero significato del termine.

I termini "ala sinistra" e "ala destra" derivano dalla posizione dei delegati seduti durante la Rivoluzione francese. La borghesia siederebbe a sinistra e i monarchici siederebbero a destra. I primi di sinistra erano, infatti, capitalisti.

Il termine anarchia deriva dal greco per "nessun governante". Se le denominazioni originali di sinistra e destra erano rivolte a coloro che cercavano di governare gli altri, allora ne consegue che l'anarchismo non ha posto né nell'ala sinistra né in quella destra. L'anarchismo non è considerato come governare sugli altri. Si preoccupa di non essere governato.

“Ma”… qualcuno dirà… “Questi termini sono cambiati dalla Rivoluzione Francese!” A questo, chiederemmo “come?”.

Fanculo la vostra Rivoluzione Rossa: contro l'Ecocidio, verso l'Anarchia

Il collettivismo, che sia ideologicamente comunista, fascista o capitalista, non è qualcosa che serve i miei interessi come agricoltore di sussistenza indigeno e raccoglitore che vive in queste remote montagne.

Qualunque sia il dogma industriale che mi ordina di vivere la mia vita serve solo a riempire il mio cuore di dolore. Respingerò a gran voce l'idea di una società collettiva in ogni occasione, indipendentemente dalla sua alleanza ideologica. Tutta l'industria uccide tutta la vita.

Sono un anarchico. Anche l'idea di una “società” che governa il mio stile di vita mi fa un po' vomitare. I tuoi bisogni non sono i miei bisogni, non voglio andare dove il collettivo vuole portarmi...

…Voglio essere liberato dal sistema, non diventare il sistema. Il collettivo non è il mio padrone. Il collettivo è in realtà solo un altro stato, per quanto ben impacchettato.

Un Trauma Collettivo

Afferrando nell'oscurità qualcosa che non riesci a esprimere a parole.

Guidato solo dalla debole paura di cadere nel vuoto oscuro, un'enorme carenza che permane all'interno di quella psiche accuratamente curata. Non osi avvicinarti al vuoto. Farai di tutto per evitare anche solo di pensarci. Presto, trova una distrazione.

Sempre in bicicletta attraverso attività sociali intorpidite che promettono di darti appagamento. Club di dibattito, gruppi di affinità, partiti politici, società di rievocazione storica, raduni arcobaleno, concerti punk, convention di fan. Decidi di andare a una protesta in centro.

Con ogni nuovo impegno sociale, immagini di trovare il significato che desideri così disperatamente convergendo con un altro gruppo di piccole api indaffarate che la pensano allo stesso modo.

Presto inizierai a chiederti se le tue fissazioni condivise sono superficiali, sconsiderate, in definitiva uno spreco di vita. Ma te le scrollerai di dosso e continuerai a seguire i movimenti della cerimonia sociale, perché qualsiasi cosa è meglio che cadere in quel temuto vuoto in agguato nei crepacci della tua mente...

Carl Schmitt, lettore di Bakunin

Citato più volte anche se nessuno dei suoi scritti viene menzionato, Bakunin occupa un posto particolare in alcuni dei principali testi di Carl Schmitt (Teologia politica, Dittatura, Il concetto di politica).

I temi che Schmitt sceglie di individuare in Bakunin (il satanismo, il naturalismo, la religiosità dell'autorità, il rifiuto della mediazione), se sono indice di una precisa conoscenza dell'opera del rivoluzionario russo, gli consentono anche di collocarsi in una contrapposizione a tempo debito con i teorici della controrivoluzione.

La lettura attenta che Schmitt sembra aver fatto dei testi di Bakunin non deve nascondere che nell'opera del teorico tedesco Bakunin è soprattutto una figura: quella dell'anarchico russo, il nemico per eccellenza che pretende di farla finita con la politica.

Apparentemente casuale, la convocazione di questa figura parzialmente mitica tocca un tema centrale nell'opera di Schmitt, quello della concezione della politica.

Gli Anarchici sostengono la Democrazia?

La parola "democrazia" deriva da due parole greche:

demo- : una forma combinata che ricorre nei prestiti linguistici dal greco, dove significava “persone”.

-crazia : una forma combinata che ricorre in prestiti linguistici dal greco, con il significato di "governo" o "organo di governo".

Quindi democrazia significa letteralmente: "governo del popolo". O più specificamente, la maggioranza delle persone...

Stirner, Wittgenstein e l'Anarchismo

Il lavoro di Max Stirner è un argomento controverso tra gli anarchici, con numerose interpretazioni del suo lavoro, che vanno dal descrittivo, presentando un certo quadro di pensiero, al prescrittivo, sostenendo l'anti-autoritarismo ed esprimendo un impegno per "l'individualismo".

L'egoismo è principalmente di natura descrittiva. Le distinzioni fondamentali che Stirner fa, quelle tra idee fisse e non fisse, ed egoismo conscio e inconscio, non ci portano ad alcuna conclusione normativa, nonostante la chiara opposizione personale di Stirner allo stato e all'autorità in generale.

Piuttosto, molti anarchici sono egoisti perché trovano un valore personale in questa prospettiva.

L'egoismo ha tutto e niente a che fare con l'anarchismo.

Diario di uno Scemo del Villaggio

Pensavo davvero che un interesse per l'anarchia mi avrebbe circondato di persone dalla mentalità aperta. È stato così strano che molti non si siano nemmeno cimentati con il materiale di cui sono così critici. Forse questa è una cosa americana anti-intellettuale, e forse è un residuo del paternalismo marxista. Questo tipo di arroganza è ciò che allontana le persone dagli anarchici in generale. Questa necessità di avere ragione è una nozione religiosa totalmente puritana.

La Rivoluzione di Kropotkin

Pëtr Kropotkin è stato un rivoluzionario anarchico russo (possiamo considerarlo uno dei "padri fondatori" dell'anarchismo), ma anche uno scienziato e un filosofo. Il suo è però un pensiero poco conosciuto, pur essendo ricco e fecondo. La sua vita e la sua collocazione politica hanno probabilmente contribuito a metterlo in ombra, al punto che è praticamente ignorata anche la sua intensa opera geografica (a Kropotkin dobbiamo l'esatta conoscenza dell'orografia asiatica e delle varie fasi dell'era glaciale in Europa; compì infatti diverse esplorazioni nella prima parte della sua vita) così come il suo notevole contributo all'antropologia e all'etologia.

Anarchia vs Comunalismo: Bookchin tra "Stilismo di Vita", Ideologia e Greenwashing

Il padre del comunalismo; Murray Bookchin, è stato a lungo identificato come anarchico ma più tardi nella vita ha scritto aspri attacchi contro gli anarchici. Ha in gran parte inventato uno scisma immaginario tra quelli che ha definito anarchici "lifestylist" e socialisti, denunciando questi "stilisti di vita" come inferiori a lui.

Anche se alla fine abbandonò l'anarchismo in favore della sua ideologia comunalista, questa divisione elitaria che creò tra "stile di vita" e socialismo continua a riverberarsi oggi, con alcuni social-anarchici che arrivano persino a prendere le distanze dagli aspetti individualisti dell'anarchia che ha in gran parte definito il movimento fin dall'inizio.

Questa divisione fabbricata ha aiutato molto a frammentare gli anarchici in due fazioni opposte e ha portato a inutili lotte intestine e distrazioni.