Serviva una data simbolo. Bisognava segnare con un paletto ben piantato nel terreno la fine della lotta al fascismo, un paletto istituzionale, calendarizzato. Si scelse il 25 aprile per fare la festa alla Liberazione. Questa è la storia di un inganno, uno dei tanti offuscati dalla propaganda di Stato, uno dei tanti con cui il popolo è stato ammansito...

Il fascismo non è mai morto. Il fascismo è sempre là dove esiste lo Stato, e dove esistono partiti a sua difesa (tutti), come il PCI che di questo inganno si è fatto promotore alla fine della guerra, con il 'compagno' guardasigilli Togliatti, firmatario di quell'amnistia (22 giugno 1946), che ha reintegrato tutti i fascisti ai loro posti.

L'inganno sta anche nell'operazione di censura di questa storia e che oggi vogliamo riassumere a beneficio della dignità umana, della verità storica, delle masse popolari che sono state vittime dell'imbroglio del 25 aprile, e che continuano ad esserlo. E vogliamo essere sintetici il più possibile.

C'è stata una rivoluzione mancata verso il finire della guerra. Una vera rivoluzione. La storiografia chiude il capitolo del 25 aprile troppo in fretta e, volontariamente, non dice che il popolo non aveva nessuna intenzione di ricreare i meccanismi istituzionali e statali, gli stessi che avevano portato al fascismo e alle guerre, gli stessi che nel '45-'46 spacciavano la 'repubblica' e la 'democrazia' come salvezza e cambiamento. Il popolo voleva invece la rivoluzione, ed ogni volta che questo si organizzava (anche dopo il 1946) in gruppi compatti e determinati, tale rivoluzione di natura socialista anarchica veniva stroncata proprio da quelli che, solo a parole, l'avevano promessa. Storia infame quella del 25 aprile. I partiti che all'epoca si dicevano sulla carta rivoluzionari e antifascisti, furono proprio quelli che vollero sancire il ritorno dei fascisti nei luoghi di potere e mettere la parola 'fine' alla lotta contro il fascismo su quella data del 25 aprile. Chi ha recitato la parte del partito più infame è stato il PCI, con tutti i suoi servi gerarchizzati e gli inconsapevoli tesserati ingannati, il PCI, che è riuscito a frenare ogni impulso di rivoluzione (vera). Il PCI si è reso responsabile di cose che neanche il più feroce partito di destra avrebbe saputo fare.

Una data decisa per interesse politico, dunque, un puntello per far iniziare e concludere lì l'insurrezione contro il fascismo. Ma noi abbiamo ancora in mente la profezia di Errico Malatesta, il quale prospettava già in epoca fascista un 'dopo' tutt'altro che scevro dal fascismo, anzi, rigonfio e florido di fascismo, oggi vediamo la realizzazione dei quella profezia. Malatesta era già morto quando la sua profezia cominciava purtroppo a realizzarsi proprio nel reintegro di quasi tutti i prefetti fascisti nei loro uffici. Sono stati anni, quelli dell'immediato dopoguerra, in cui lo Stato si è spogliato dei suoi vecchi stracci e ne ha indossati di 'nuovi', 'democratici', ma il cui corpo al di sotto dei vestiti è rimasto putrido e fascista. Ovvio, è il sistema.

S'era parlato di 'pacificazione nazionale', e sotto questa formula indultiva, sotto la bandiera grondante di sangue innocente ma ben lavata, stava ricomponendosi la società statalizzata, classista, capitalista, la stessa che aveva portato alla guerra. Il popolo voleva altro, non questo! In molti non si accontentavano certo del 'cessate il fuoco' con una data rossa sul calendario e con una dichiarazione di 'pacificazione nazionale'. Ma ogni brillante favilla di rivoluzione socialista-anarchica venne soffocata. Storia nascosta: migliaia di partigiani tornarono sui monti e si riorganizzarono per la vera rivoluzione liberatrice ('per rifiuto di abitare nella Repubblica che mitraglia i contadini, libera i fascisti e mette gli operai alla disoccupazione'). Era il 1946 e la macchinazione dello Stato, il suo travestimento, erano già palesi, ma tutto doveva essere oscurato, annientato dalla storiografia e dalla propaganda democratica. E questi gruppi di partigiani non erano certo sparuti, tanto è vero che il regime, compreso il PCI, fece fatica a gestire l'operazione di insabbiamento e di repressione. Già nel 1944, a Salerno, il PCI aveva mostrato il suo gradimento nei confronti della monarchia 'in nome dell'unità nazionale' e ancora prima aveva intitolato i suoi gruppi partigiani a Garibaldi. La lotta partigiana, per il PCI, non doveva assolutamente concretizzarsi in lotta di classe, man che meno in lotta alle classi, che è roba squisitamente anarchica.

Naturalmente il PCI non perse tempo ad etichettare i nuovi partigiani 'elementi provocatori', e chiese contestualmente al CLN e a tutti i partiti di riconoscere soltanto l'ANPI (controllato dal partito) come unica organizzazione di rappresentanza partigiana. Ma neppure le calunnie della sinistra contro i partigiani servirono a molto, segno evidente che la coscienza popolare era più forte delle accuse e non era d'accordo con l'impianto statale che stava per essere rimesso in piedi dal sistema partitico, anche perché i provvedimenti riservati ai fascisti dopo 'la liberazione' -sbandierati dai partiti di sinistra- rimasero in un numero talmente basso da posizionare l'Italia all'ultimo posto nella lista dei Paesi che, invece, quei provvedimenti li presero. Andò molto bene ai fascisti, in Italia, e con il 25 aprile si volle chiudere il capitolo della lotta, la Costituzione fece tutto il resto, fino ai nostri giorni.

Intanto, mentre i fascisti venivano reintegrati nei gangli di comando della società (anche nella rete sotterranea dello Stato, complice la polizia di Mario Scelba), i partigiani rimanevano in carcere e il progetto capitalista degli USA andava avanti, a tutto svantaggio del popolo al quale ogni governo ha regalato solo promesse e illusioni, speranze vane di pace, di giustizia e di libertà. L'utopia di Stato è perpetua. Ma al popolo, quell'amnistia di Togliatti (ministro di grazia e giustizia del governo Parri) non era andata giù proprio per niente, anche perché, sempre la sinistra, in vista del referendum del '46 e in nome della 'pacificazione nazionale', si sarebbe guadagnata anche i voti di quella destra favorevole alla repubblica. Ciò venne interpretato dal popolo come un provvedimento anti-popolare che puzzava troppo di interessi economici e che sanciva il ripristino del sistema, in toto, ma sotto mentite spoglie e nome. Come se non bastasse, quell'amnistia non permise invece il reintegro degli antifascisti e dei partigiani 'processati e condannati anche a lunghe pene detentive per presunti reati commessi prima, durante e immediatamente dopo la Resistenza', condanne che vennero per giunta emesse da giudici fascisti, subito dopo reintegrati.

Istituire una data sul calendario che sancisce la fine della lotta al nazifascismo è un'operazione meschina di propaganda di Stato. Gli anarchici non hanno mai smesso di fare la resistenza al fascismo fin dal 1920, resistenza a tutti i fascismi e regimi, e non hanno alcuna intenzione di smettere, per fortuna. Ma oggi sono soli più di ieri! Non c'è nessun 25 aprile da festeggiare. Nel 1953, se ancora non fosse sufficiente, il presidente della repubblica, senza nominare la parola 'fascisti', pose un indulto ufficiale su tutti quelli che commisero 'reati inerenti a fatti bellici commessi da chi fosse appartenuto a formazioni armate dall'8 settembre 1943 al 18 giugno 1946', equiparando di fatto le brigate nere ai partigiani. A seguito di ciò, nel popolo nacquero formazioni di rivolta come la 'Volante Rossa', con lo scopo di ridare la caccia ai fascisti tornati in libertà. A contrastare queste formazioni furono tutti i partiti, con l'aiuto degli USA, che riuscirono a rimettere al loro posto anche i banchieri e gli industriali (tutti pro-fascismo, sia prima che dopo il 1945).

Anche la CGIL partecipò allo sporco gioco. Come? Firmando con i padroni accordi che permettevano il licenziamento e la cosiddetta 'tregua salariale', in nome di una presunta 'necessità di risanare i bilanci aziendali e non aggravare l'inflazione'. La Costituzione dell'Italia padronale, del resto, aveva già riconosciuto giuridicamente diritti civili e libertà formale anche ai fascisti, e in questo modo aveva determinato tutto quello che sarebbe avvenuto fino ad oggi, cioè una inutile quanto ipocrita èra di pseudo-lotta contro il fascismo e per i diritti del popolo, fatta di scioperi e manifestazioni che, come diceva Errico Malatesta, non sono altro che sfogatoi, arbitrati e controllati dai sindacati di Stato.

Immediatamente dopo l'amnistia di Togliatti i gruppi fascisti si ricomposero, dando vita ai gruppi che oggi vegetano protetti dallo Stato, che si rendono manovalanza attiva nelle stragi di Stato, che si infiltrano nelle proteste col 'metodo Cossiga', che onorano la guerra e il razzismo nascondendo i loro lugubri progetti criminali dietro false istanze sociali (Mussolini docet), che si arruolano nelle forze dell'ordine per il gusto di agitare armi e manganelli con una divisa assassina. Poi fanno carriera, aprono le finestre al 4° piano, e da lì buttano giù gli anarchici. La Resistenza non ha data di congedo! E non c'è mai stata alcuna liberazione.


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Herbert Marcuse è stato uno dei pensatori più influenti del Novecento, soprattutto è nota la passione che per lui avevano gli studenti in rivolta nei tardi anni sessanta. Il suo pensiero, intrinsecamente anti-autoritario, rispecchiava la volontà di cambiamento radicale che animava la protesta dei giovani in tutto il mondo occidentale; il suo rifiuto di ogni forma di repressione, il suo secco no alla civiltà tecnologica (in entrambe le declinazioni liberal-capitalistica e comunista-sovietica), lo resero il filosofo del "grande rifiuto" verso ogni forma di repressione.

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A smentire i luoghi comuni e l'etichetta di ecofascista sul noto ecoterrorista e scrittore Ted Kaczynski, detto "Unabomber" e sui movimenti di ecologia radicale, ci pensa lui stesso dal carcere, in una nota manoscritta datata 29 settembre 2020, scansioni recuperate il 10 febbraio 2022.

📃 Segue traduzione in lingua italiana del documento originale.

Fanculo la vostra Rivoluzione Rossa: contro l'Ecocidio, verso l'Anarchia

Il collettivismo, che sia ideologicamente comunista, fascista o capitalista, non è qualcosa che serve i miei interessi come agricoltore di sussistenza indigeno e raccoglitore che vive in queste remote montagne.

Qualunque sia il dogma industriale che mi ordina di vivere la mia vita serve solo a riempire il mio cuore di dolore. Respingerò a gran voce l'idea di una società collettiva in ogni occasione, indipendentemente dalla sua alleanza ideologica. Tutta l'industria uccide tutta la vita.

Sono un anarchico. Anche l'idea di una “società” che governa il mio stile di vita mi fa un po' vomitare. I tuoi bisogni non sono i miei bisogni, non voglio andare dove il collettivo vuole portarmi...

…Voglio essere liberato dal sistema, non diventare il sistema. Il collettivo non è il mio padrone. Il collettivo è in realtà solo un altro stato, per quanto ben impacchettato.

Perché non siamo di sinistra

Quando si affronta la questione di cosa si deve fare, dovrebbe essere di primaria importanza il metodo del cambiamento piuttosto che il risultato.

Da ciò esprimiamo il desiderio di rompere con la tradizione del pensiero anticapitalista, che passa il suo tempo a occuparsi delle condizioni dopo la rivoluzione, nonché a come familiarizzare la gente comune in un ambiente radicale attraverso metodi di organizzazione presumibilmente costruiti per adattarsi ai bisogni di dette persone.

Piuttosto che la linea d'azione presa in accordo con un gruppo di "eroi rivoluzionari", la linea d'azione è determinata dalla classe che realizzerà la sua autoemancipazione dal capitale.

Per descrivere ciò che siamo dobbiamo prima spiegare ciò che non siamo.

Militanza: il più alto stadio di alienazione

Dal movimento di occupazione del maggio '68, abbiamo visto svilupparsi a sinistra del Partito Comunista e della CGT tutta una serie di piccole organizzazioni che pretendono di seguire il trotskismo, il maoismo o l'anarchismo. [1]

Nonostante l'esigua percentuale di lavoratori che entrano nelle loro file, pretendono di competere con le organizzazioni tradizionali per il controllo della classe operaia, di cui si proclamano l'avanguardia.

La ridicolaggine delle loro pretese potrebbe far ridere, ma le risate non bastano. È necessario guardare più a fondo, capire perché il mondo moderno produce questi estremisti burocratici e strappare la maschera delle loro ideologie per rivelare il loro vero ruolo storico.

I rivoluzionari devono, per quanto possibile, prendere le distanze dalle organizzazioni di sinistra e mostrare che, lungi dal minacciare il vecchio ordine mondiale, l'azione di questi gruppi può portare solo al suo ricondizionamento.

Iniziare a criticarli prepara il terreno al movimento rivoluzionario, che sarà obbligato a liquidarli, pena la liquidazione a sua volta.

I "Tankies" e l'Inganno dell'Unità di Sinistra

Un tankie è chiunque difenda i dittatori capitalisti di stato autoritari e le atrocità che hanno commesso e continuano a commettere.

Gli anarchici anglofoni usano la parola "tankie" per descrivere qualsiasi sostenitore di regimi autoritari che pretendono di essere socialisti.

"Fascista rosso" è un altro termine popolare usato in questo contesto.

Anarchia vs Comunalismo: Bookchin tra "Stilismo di Vita", Ideologia e Greenwashing

Il padre del comunalismo; Murray Bookchin, è stato a lungo identificato come anarchico ma più tardi nella vita ha scritto aspri attacchi contro gli anarchici. Ha in gran parte inventato uno scisma immaginario tra quelli che ha definito anarchici "lifestylist" e socialisti, denunciando questi "stilisti di vita" come inferiori a lui.

Anche se alla fine abbandonò l'anarchismo in favore della sua ideologia comunalista, questa divisione elitaria che creò tra "stile di vita" e socialismo continua a riverberarsi oggi, con alcuni social-anarchici che arrivano persino a prendere le distanze dagli aspetti individualisti dell'anarchia che ha in gran parte definito il movimento fin dall'inizio.

Questa divisione fabbricata ha aiutato molto a frammentare gli anarchici in due fazioni opposte e ha portato a inutili lotte intestine e distrazioni.

Tesi sul Marxismo di Groucho

Il Marxismo di Groucho, la teoria della rivoluzione comica, è molto più di un progetto per una lotta grossolana: come una luce rossa in una finestra, illumina l'inevitabile destino dell'umanità, la società declassata. Il groucho-marxismo è la teoria della baldoria permanente. (Stai calmo fra! Ecco, questo è un buon dogma.)

I Riti della Sinistra

Se non siete in rivolta contro il lavoro, state lavorando contro la rivolta.

In astronomia, "rivoluzione" si riferisce a un ritorno nello stesso luogo.

Per la sinistra sembra significare più o meno lo stesso. La sinistra è letteralmente reazionaria. Proprio come i generali si preparano a combattere l'ultima guerra, la sinistra incita l'ultima rivoluzione. La accolgono perché sanno che ha fallito. Sono avanguardisti perché sono sempre al passo con i tempi. Come tutti i leader, le persone di sinistra sono meno odiose quando seguono il loro seguito, ma in certe crisi si fanno avanti per far funzionare il sistema.

Se la metafora sinistra/destra ha un significato, può solo essere che la sinistra sta alla sinistra della stessa cosa di cui la destra sta alla destra. Ma cosa succede se rivoluzione significa uscire dalla linea?

Un Manifesto Radical Chic

Benvenuto, caro lettore, a un manifesto che promette di cambiare tutto e non realizzare nulla.

Siamo gli anarchici di sinistra radical chic, e siamo venuti per salvare il mondo da se stesso. O, almeno, lamentarsene.

In questo nostro mondo, dove i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, dove le corporazioni regnano sovrane e i governi non sono che semplici burattini, è difficile non provare un senso di disperazione.

Ma non temere! Perché siamo venuti per offrire una soluzione che garantisce di peggiorare le cose!

🎥 Partecipazione al comitato NO DRAGHI di Perugia ed intervista esponenti PCI

Questa mattina a Perugia si è svolta una manifestazione collegata alla Giornata Nazionale No Draghi, dopo un anno dalla prima in risposta al governo Draghi.

L'Anarchismo Idiosincratico di Lysander Spooner e il "Socialismo di Mercato"

Lysander Spooner è una figura importante nella storia del movimento per la libertà. Era un sostenitore del movimento operaio ed era persino un membro della Prima Internazionale in un momento in cui socialisti e anarchici coesistevano pacificamente all'interno di quel movimento. Forse una delle cose più interessanti di Spooner è che fu il primo a gestire una società privata in diretta concorrenza con l'ufficio postale degli Stati Uniti. Questo sforzo prevedibilmente fallì non perché l'American Letter Mail Company non potesse competere, ma perché Spooner era ostacolato dalla legge.

La Società Naturale: una base per l'anarchismo verde

«Una comunità di non più di circa 500 persone, il massimo che una persona può conoscere, autonoma, autosufficiente e tecnologicamente disinteressata»

Non ne vale la pena. È una sorta di sporca utopia, ma le altre sicuramente non possono funzionare: capitalismo e socialismo si basano entrambi sulla teoria della "divisione del lavoro" che rende i ricchi più ricchi e i poveri più poveri. La ricchezza del commercio e dell'industria non "gocciola giù". I raccolti dei contadini, la ricchezza, vengono mangiati o altrimenti consumati. Tutto ciò che resta da "gocciolare" ai contadini è fuliggine, liquami, rottami e prodotti scadenti.

La ricchezza del nucleo è causata, non dal commercio e dall'industria, ma dalla fame della periferia, la cui terra viene utilizzata per nutrire il nucleo.

Lo stato-nazione non è un contratto sociale tra governati e governatori; è una prigione in cui i governati sono, e sono sempre stati, costretti dalle leggi, nate dalla religione, a obbedire sotto pena di violenza. Come si evolverà allora la società senza queste costrizioni? Qual è la società naturale?

Errico Malatesta - Contro la Dittatura del Proletariato (30 Luglio 1919)

Il testo che qui si riproduce è la lettera che Errico Malatesta scrisse da Londra a Luigi Fabbri in merito al tema della dittatura del proletariato che agitava il movimento operaio e rivoluzionario a seguito della Rivoluzione Russa. Con una certa cautela per una possibile evoluzione in senso libertario della Rivoluzione, ma anche con estrema chiarezza per quanto riguarda la realtà corrente, Malatesta chiarisce che la cosiddetta dittatura del proletariato altro non è che la dittatura del partito sulle masse popolari.

L'Anarco-Sindacalismo: Proudhon contro Marx

Mi ci sono voluti vari anni per leggere e comprendere le opere di Pierre Joseph Proudhon. Bakunin, Kropotkin, Malatesta e Goldman mi erano tutti familiari, quindi perché ero reticente sul "padre dell'anarchismo"? Alcuni di questi possono essere attribuiti all'influenza generale degli scritti di Marx sull'opinione pubblica. Marx ha fatto un lavoro di scure su Proudhon e marxisti come Hal Draper hanno preso citazioni fuori contesto o hanno tirato fuori dichiarazioni imbarazzanti che facevano sembrare Proudhon autoritario o proto-fascista.

Anarchia o "Anarchismo"?

Una qualificazione che riteniamo importante per cominciare è la distinzione tra "anarchia" e "anarchismo".

Alcuni la rigetteranno in quanto meramente semantica o banale, ma per la maggior parte degli anarchici post-sinistra e anti-civiltà, questa differenziazione è importante.

Sebbene l'anarchismo possa fungere da importante punto di riferimento storico da cui trarre ispirazione e lezioni, è diventato troppo sistematico, fisso e ideologico... tutto ciò che l'anarchia non lo è.

La Carcassa in Decomposizione dietro lo Spauracchio Verde
Come l'anarchia verde è diventata la posizione più controversa

L'anarchia verde, indipendentemente dalla propaggine, è una filosofia, una critica e un modo di vivere che enfatizza i principi anarchici più pronunciati. Gli anarchici verdi sono pronti e disposti a smantellare tutte le strutture di dominio, a partire da un'analisi radicata dell'ecologia, il che significa la relazione tra tutti gli esseri viventi e l'ambiente fisico da cui tutti dipendiamo per sopravvivere.

Esamineremo le origini e la graduale evoluzione dell'anarchia verde, esploreremo come queste idee vengono percepite dalle persone che guardano dall'esterno e cercheremo di capire perché l'anarchia verde è così detestata da un contingente di teorici di sinistra che, sempre più, ci hanno calunniato come "eco-fascisti".

Mutualismo Economico

Il mutualismo, chiamato anche proudhonismo o anarco-mutualismo (AnMut), è un'ideologia economicamente di sinistra (ma pro-mercato), anarchica e culturalmente variabile basata principalmente sugli scritti di Pierre-Joseph Proudhon.

Inoltre, è fortemente a favore della libertà individuale e può essere visto come l'ideologia unificante tra le scuole di pensiero anarchico sociale, individualista e di mercato, ed è stato molto influente nello sviluppo di altre ideologie anarchiche successive.

Il colore arancione rappresenta il suo voler essere una terza via tra il marxismo (rosso) e il capitalismo (giallo), mutuando libertà individuale e collettivismo.

"A Primitivist Primer", l'innesco al Primitivismo di John Moore

A Primitivist Primer è un saggio breve di John Moore pubblicato nel 2000 sulla rivista Green Anarchy, il cui titolo consiste in un interessante gioco di parole non traducibile letteralmente in italiano. "Primer" infatti è traducibile dall'inglese oltre che come "principiante", in senso tattico-militare come "innesco" o "chi innesca una carica", e in senso edilizio come "prima mano". Il suo primitivismo non è inteso come un desiderio di ritornare ad un epoca primitiva, quanto, nel prendere la società pre-industriale come un modello di riferimento in cui «la cooperazione tra gli individui erano gli aspetti prevalenti della vita comunitaria».