"La spiritualità non è una religione. Essa rappresenta la spinta di ciascun individuo verso la conoscenza delle proprie origini, attitudini, manifestazioni interiori.

Un approccio spirituale della vita implica la capacità di porre e porsi delle domande, stessa qualità del vivere da anarchici; mettersi costantemente in gioco e fare delle proprie conoscenze un'arma vincente così da non sottostare ad opinioni collettive, rendendosi padroni delle proprie vedute.

Spiritualità e anarchismo si compenetrano a vicenda perché entrambe pongono alla base la libertà di essere se stessi senza essere condizionati da dogmi o dalla società contemporanea, entrambe prevedono una totale armonia nell'autonomia."

(Raja Lo Verde)

Sakalash!

Le frecce sulla bandiera rappresentano le varie direzioni che prende la vita, le svariate forme di lotta, i molteplici aspetti dell'individuo. Secondo un'antica leggenda, il popolo Sakalash, popolo dalla natura nomade, cominciò a spostarsi, dopo il lancio di tre frecce su nel cielo. Ogni freccia fu ritrovata da un piccolo gruppo che creò le basi di una dimora, dimora che non rappresentava di certo un blocco per la restante parte del popolo che, senza frontiere, continuava il suo vagare seguendo l'onda e i venti. Le tre frecce rappresentano anche la ruota in continuo movimento: le punte che distruggono i filamenti che incatenano e opprimono gli esseri viventi, il loro volo, la libertà dell'essere, la leggerezza di pensare senza vincoli alcuni. La freccia, arma antica e primordiale, serviva a difendersi, a nutrirsi. Oggi, nell'era moderna, i bisogni restano invariati, quindi bisogna armarsi (di conoscenza) per distruggere lo schiavismo e nutrire la libertà. Antico simbolo solare, proprio come le nostre lotte, fatte alla luce del sole in totale trasparenza. un arma che ricorda il giuramento della compagna libertaria Kalash che dinanzi l'oppressione prima di morire urlò «la libertà o la morte» Il fondo nero è il colore della negazione... È la negazione dell'idea di nazione (in questo caso intesa come Stato, n.d.r.) che mette la razza umana contro se stessa (e in genere contro gli esseri viventi) e nega l'unità di tutta l'umanità in un mondo che dovrebbe essere di tutt* e per tutt* (animali inclusi).

Il colore nero è il colore del sentimento di rabbia e indignazione nei confronti di tutti i crimini compiuti nel nome dell'appartenenza allo stato. È la rabbia e l'indignazione contro l'insulto all'intelligenza umana (e animale) insito nelle pretese, ipocrite e bassi sotterfugi. Il nero è il colore del lutto per le loro vittime, i/le milioni assassinat* nelle guerre, interne ed esterne, a maggior gloria e stabilità di qualche maledetto stato. è a lutto per quei/lle milioni il cui il lavoro è derubato (tassato) per pagare le stragi e l'oppressione di altri esseri viventi. Ma il nero è anche il colore della determinazione, della rivoluzione, della forza, un colore che definisce e chiarifica tutti gli altri colori. Il colore nero è il mistero che circonda la germinazione, la fertilità, il suolo fertile che nutre una nuova vita che continuamente si evolve, rinnova, rinfresca, e si riproduce nel buio. Il seme nascosto nella terra, lo strano viaggio dello sperma, la crescita segreta dell'embrione nel grembo materno - il colore nero circonda e protegge tutte queste cose.

Antichi e moderni associano il colore rosso al sangue e alla vita, poiché senza sangue non si vive, ma ciò si intendeva nell'equilibrio con la natura e con essa, non nello spargere sangue dei propri fratelli e sorelle. Il rosso è il colore simbolo del fuoco: simbolo di passione, dei bisogni primari, il fuoco che teneva vicina l'intera Comunità (gli abitanti del mondo!), riscaldando i loro corpi e i loro animi. Il rosso è il colore dell'azione, del piacere, della vitalità, della radiosità e dell'amore. Ma anche dell'ira, della grinta e della rabbia che tutto trasforma.

Komune Anarke

La Komune Anarke nasce nel 2014 da persone unite dallo stesso desiderio di sperimentare un sistema più egualitario rispetto a quello vigente, attivando processi di autodeterminazione, rispettando la natura e le sue creature.

I luoghi ascoltano, respirano, parlano. Raccontano di persone, delle loro idee, del sentimento che le accomuna. I luoghi cambiano, si truccano di giorno e si struccano la notte, davanti ad uno specchio critico, che oltre l'immagine riflette sulle possibilità, sulle utopie realizzabili. I luoghi hanno una voce, un eco, arrivano alle persone. Come maree smuovono le coscienze, le emozioni, esprimono l'estro di ogni individuo. Raccoglitori di parole, di elaborazioni, di evoluzioni interiori. I luoghi esprimono se stessi e il cuore di chi vi passa.

Ma il modello non è un luogo. Abbiamo deciso in modo unanime di dare a questo processo e alla comune che il nome Ananke (esigenza), in quanto e' proprio l'esigenza di un modello di vita differente, l'esigenza di vivere nel verde, l'esigenza di condividere, l'esigenza di autodeterminarsi, l'esigenza di un modello differente da quello schiavista che la società industriale\capitalista ci impone, l'esigenza di vedere nascere una società libertaria e tanto altro che ci da la forza di rimetterci in gioco. Scegliamo come simbolo della comune la ruota proprio per la sua simbologia di movimento, spostamento, trasformazione, ausilio, nomadismo e libera circolazione. La ruota che gira e non si ferma."

Se solo la gente anziché delegare i politici, facesse politica, le cose andrebbero sicuramente diversamente

La nostra voglia di vivere quell'utopia possibile non è mai finita. Siamo tornat*, ancora più consapevoli di cosa rende tossica questa società così per come ci viene imposta. Capitalismo, sessismo, razzismo, specismo, sono solo alcune dalle catene che tengono l'essere umano ancorato al suolo, incapace di sognare una realtà differente, generando solitudine, infelicità, conflitti, guerre.

Crediamo che una comunità fatta di persone che si autodeterminano ogni giorno, rifiutando la delega come mezzo di risoluzione, sia sperimentabile e concreta.

Una comunità dove il genere o l'orientamento sessuale indicano mondi da esplorare e non limiti per la convivenza.

Una vita comunitaria in cui l'autoproduzione rispecchia i tempi naturali, il riciclo diventa arte oltre che esigenza, dove l'economia diventa scambio di saperi, di energia.

Una comunità dove non esistono padroni, dove non c'è spazio per l'ageismo, l'abilismo, dove ogni persona è libera di essere ed esprimersi per ciò che è. 

Ananke significa "Necessità/esigenza". 

È un moto di rivoluzione personale e collettivo.

È presa di coscienza verso ciò che riteniamo soffocante, che ci spinge a sperimentare, a liberarci dalle catene di questo sistema.

Necessità di tornare a casa, quella casa che è la terra tutta ma che lascia fiorire luoghi in cui stanziarsi, zone confortevoli non per il lusso ma per l'aria di libertà che si respira.

Necessità come urlo di rivalsa contro secoli di sottomissione e annichilimento, a sostegno di una cultura diversificata, accessibile, improntata sulla verità.

Necessità di esistere e coesistere in armonia, dove il "consenso" assume un carattere essenziale nei rapporti tra umani.

Necessità di vedere animali non sfruttati, liberi di esistere, di assicurare loro il rispetto che meritano.

"L'anarchia, ed essa soltanto, è il modus vivendi naturale, spontaneo, ordinato, cui meglio si adatterà l'essere umano, poiché dessa è lo specchio fedele della vita immensa di tutto l'universo.“ L.F.

Quando si pensa alla militanza anarchica spesso lo si fa concentrandosi maggiormente sulle grandi aeree urbane, dimenticando i territori extraurbani, i paesi e tutte quelle aree dove l' urbanizzazione non interessa agli stati canaglia.

Nelle grandi città diversi gruppi o movimenti nascono, spinti dal crescente bisogno di una controrisposta al sistema frenetico cui sono sottoposti, ma difficilmente riescono a mettere in pratica modi di vivere alternativi, efficaci.

Spesso si riproducono metodi diversi, ma che sfruttano gli stessi mezzi che hanno contribuito alla perdita di libertà e per cui sono nati, non riuscendo nella nobile impresa.

In molte aree "dimenticate" al contrario, se da una parte manca la coscienza critica, dall'altra lo stile di vita risulta meno influenzato dal capitalismo e più propenso alle pratiche di autoproduzione, scambio non monetario, condivisione di beni e saperi, mutuo appoggio.

Le città ormai sature, non riescono più a rigenerarsi e se lo fanno é in virtù di modelli di massa, sempre più distanti dall' ascolto di ogni singolo individuo. I paesi, che invece vantano la nomea di "sistema retrogrado", malgrado a volte carenti di nozioni intellettuali e filosofiche, (salvo la coscienza popolare che spesso le racchiude entrambe) risultano però aree dove poter piantare nuove visioni, attingendo da vecchie pratiche molto più affini alla visione di Libere Comunità...

"L'anarchia è caos!"

Però fate appello a: buonsenso, coscienza individuale, senso della collettività, cultura della responsabilità, regole autonome e spontanee, gestione differenziata dei micro territori e delle differenti realtà. 

Dopo che avete fatto ramanzine in tutti i luoghi e in tutti i laghi, come altra gente prima di voi negli ultimi cent'anni o giù di lì, sulla necessità di essere sottopost* a guide, comandi, gerarchie, burocrazie faraoniche, elite rappresentative, istituzioni centralizzate per gestire intere nazioni. Insomma, sempre lì a invocare pater familis a tutti i livelli, però oggi vi sgolate per far salire le folle su quel treno perso ai primi del '900.

Se non fosse chiaro, l'anarchismo, termine molto più appropriato, è l'antitesi del caos. È esattamente ciò che vorreste vedere realizzato in questi giorni.

La rivoluzione che vogliamo è fatta di piccoli gesti quotidiani che possono concretamente fare la differenza. La solitudine fisica, accompagnata dal "senso di solitudine", é ciò di cui si serve questo sistema capitalista per perpetrare modelli sociali disgregativi, aumentando così la proposta di servizi sociali istituzionali, a scapito del sostegno spontaneo e reciproco di cui noi essere umani saremmo capaci in ogni sfera delle nostre vite.

Tornare alla natura é tornare ad amare senza fretta, senza pretese. Tornare alla natura è assaporare i frutti della relazione tra l'essere umano ed il creato, ammirarne la sinergia. Tornare alla natura é tornare ad avere fiducia in lei, nei suoi cicli, semplicemente amando. Auto-Produrre l'aceto di mele è un atto che ti cambia la visione del mondo! Anche in questo processo ci vuole pazienza, amore e cura. E alla fine, quando sarà giunto il tempo, ti nutrirai di tutto questo. Detersivo per i piatti autoprodotto: totalmente naturale, componenti chimici all'interno ZERO, costo ZERO, impatto sulla nostra terra ZERO, plastica ZERO, crudeltà su qualsiasi essere vivente ZERO. Amore per sé stessi, per la terra, per il pianeta INCOMMENSURABILE. Basta poco. Promuovere orti urbani, nella speranza che i colori prendano il sopravvento sul grigio di una società che ha smesso di sognare..

Crediamo che l'autogestione, la sinergia, la condivisione tra popoli non siano soltanto utopie ma azioni quotidiane, che esattamente come piccoli semi, possono far germogliare grandi cambiamenti.

L'arte della Libertà

Esiste qualcosa di estremamente bello, così bello da permetterci di toccare con mano la semplicità di alcuni gesti e la loro immensa profondità, si chiama libertà. Chi vive libero è capace di creare a mani vuote e pensare con la mente sgombra... Anche il nemico della libertà, la paura, può essere un nobile alleato se serve a farci vedere i limiti della non libertà. C'è qualcosa di potente dietro la libertà che racchiude in se l'arte della quotidianità e che, come tutte le arti, giova agli animi presi da ispirazione, portandoli verso quel senso di giustizia che tutti dovrebbero percepire. La libertà non è altro che la leggerezza dell'essere ed è l'unica legge a cui l'essere umano deve far riferimento.

Mutuo appoggio

Se consideriamo che gli uomini, senza l’aiuto reciproco, vivono necessariamente nella più grande miseria e senza coltivare la ragione, vedremo nella maniera più chiara che gli uomini, per vivere con sicurezza e nel miglior modo, dovettero necessariamente unirsi e quindi far sì che avessero collettivamente il diritto a tutte le cose che ciascuno aveva per natura, e che questo diritto non fosse più determinato dalla forza e dall’appetito di ciascuno, ma dalla potenza e dalla volontà di tutti insieme. E avrebbero tentato di fare ciò invano, se avessero voluto seguire soltanto quello a cui induce l’appetito (infatti, dalle leggi dell’appetito ciascuno è trascinato in maniera diversa), e perciò dovettero fermissimamente stabilire e pattuire di regolare tutte le cose secondo il solo dettame della ragione (a cui nessuno osa opporsi apertamente, per non apparire privo di senno), e di frenare l’appetito nella misura in cui induce a qualcosa che è di danno per l’altro, e di non fare a nessuno ciò che nessuno vuole sia fatto a sé, e di difendere, infine, il diritto dell’altro come il proprio.

Freeganesimo come alternativa alla spesa

Vivere senza spendere un euro per fare la spesa, unendo il risparmio economico alla finalità etica di non contribuire allo spreco alimentare tipico dell'economia moderna. Questa è la filosofia che ispira il cosiddetto freeganismo e che spinge noi kaotiche a praticarlo.

Il termine freegan è acronimo delle parole free (libero e gratuito) e vegan (alimentarsi senza prodotti animali).

Anche se molti freegani, non sono per forza vegani o vegetariani, nel nostro caso, utilizziamo gli alimenti di origine animale per sfamare i tantissimi animali presenti nel territorio. In sostanza si tratta di "vivere di rifiuti", ma non del contenuto indifferenziato dei cassonetti dell'immondizia, quanto invece di beni considerati rifiuti nel mondo commerciale ma in realtà ancora buoni, come ad esempio ciò che viene gettato dai supermercati perché quasi in scadenza o perché la confezione è danneggiata.

Incentivare la distribuzione di preservativi e assorbenti

Crediamo siano indispensabili l'attenzione ai beni di prima necessità e la prevenzione sessuale all'interno di spazi sociali e nella società in genere e che questi non debbano essere considerati beni di lusso ma beni primari. Piccoli gesti d'autodeterminazione in risposta all'economia statale e capitalista che crea profitto attraverso esigenze fisiologiche, incentivando, nel caso della sessualità, a consumare rapporti non protetti.

Hacklab

Per la sopravvivenza del sistema tecnologico-industriale sempre più esseri viventi sono in schiavitù. I governi e le multinazionali hanno sempre più potere e i loro apparati di controllo e repressione hanno a disposizione tecnologie sempre più sofisticate. La tecnologia non deve rimanere nelle mani del potere. Con l’open source, quindi rendendo orizzontale e dal basso la creazione e la divulgazione della conoscenza, e imparando a costruire e ad usare strumenti, rispettando la libertà e le altre forme di vita, forse potremo dare una prospettiva migliore alla tecnologia.

Anti-binarismo Genderqueer

In questi ultimi giorni (aprile 2021 n.d.r.), si discute del ddl Zan. 

Una legge che dovrebbe fare da argine al triste e preoccupante fenomeno della violenza di genere.

C'è bisogno di questa legge?

Il problema della violenza di genere, non è un qualcosa di nuovo, anzi... Ritorna in auge negli ultimi periodi grazie ad alcuni brutti fatti di cronaca che hanno evidenziato un problema che per troppo tempo è stato sottovalutato. Ovviamente questa legge proposta diventa una battaglia politica fra destra e sinistra ed usata per avere consensi.

Da un punto di vista sociale una legge del genere ha una sua importanza e motivazione soprattutto per la difesa di chi è spesso costretto a vivere passivamente questo tipo di violenza, che possa essere fisica o psicologica.

Ma... Come anarchic* Queer quale senso diamo alla questione? 

Come gruppo anarchico Sakalash abbiamo sempre avuto una certa sensibilità su questo argomento che ci riguarda da vicino, essendo molt* di noi identità Queer, mirando a sensibilizzare la società in cui viviamo, ma consci che una legge in quanto tale, segua un iter che tutte le volte svilisce la motivazione originaria ( diventando strumento di propaganda), perdendo di valore sociale e comunitario.

Il rischio é che ancora una volta, le peculiarità delle persone vengano mercificate, creando così confusione tra stato di diritto e diritto in quanto esseri umani liberi.

La tutela degli individui TUTTI non passa dalla legge, ma da quanto ogni singolo componente di una popolazione sia disposto a mettersi in gioco, mettendo in discussione se stess*, senza delegare, influenzando positivamente l' ambiente circostante. 

"Molte persone non fanno solo da contorno, ma rappresentano la mia quotidianità, la mia vita e soprattutto le persone che ho scelto per fare famiglia. Famiglia per me non é "padre, madre, figl*.."

Famiglia per me é amore aldilà dei ruoli, del genere e della specie. Di conseguenza il rispetto che mi si riserva, posso benissimo condividerlo con il resto della mia  famiglia, nonostante non rappresenti il modello  tradizionale a cui siamo abituat*.

Se andassi ad una cena da parenti, in una famiglia tradizionale, non mi sognerei mai di salutare il padre, escludendo la madre (in quanto per me rappresentano una piccola comunità fatta da singoli individui.

Lo stesso per me vale nel caso di una famiglia allargata... Non sono i ruoli ad essere rispettabili, ma le persone, la loro unione e l'amore che le unisce. Il resto é solo un grandissimo muro che continua a separare piuttosto che ad un unire.

La mia famiglia non è  "stravagante", é Famiglia.

Le mie scelte non sono "stravaganti", sono scelte.

Se qualcuno decide di staccarsi dal branco per trovare il suo branco, non é una pecora nera, semplicemente sta vivendo. Di anormale, stravagante, strano, c'è soltanto il giudizio verso cio che non comprendiamo.

E comunque la storia la cambia soltanto chi lotta, chi non trova inutile spendersi a favore di un cambiamenti.

Il lavoro, la famiglia, non possono essere un limite all'espressione del dissenso, perché lavoro e famiglia, così  come ci vengono tramandati, sono già un  motivo per ribellarsi.

E chi vive agiatamente, cosa se ne fa di una società che l'aspetta fuori elemosinando denaro.

Scoprirebbe forse che la felicità  si può trovare anche sdraiati su un marciapiede e che forse si è diversi soltanto per le banconote in tasca..

Le persone  povere perché sono povere, le ricche perché ricche: entrambi lo stesso motivo per lottare contro questo sistema che ci vuole separat* su un piano economico, identitario, sociale.

Un sistema che legittima la "diversità" -vista come eccentricità- solo se hai un conto in banca cospicuo ed emargina le persone povere che,  non solo devono fare i conti con la povertà, pure con i limiti esistenziali che questo status impone.

Un frocio povero non sarà mai come un frocio ricco!

Una lesbica ricca al contrario dovrà nascondere la sua identità sessuale per salvaguare il privilegio economico, quella povera verrà chiamata "maschiaccio" e la povertà attribuita al suo essere lesbica, quindi non sposata con un uomo che la mantiene.

Un/a transessuale ricc* non sarà mai come quell* costrett* a prostituirsi pur di operarsi.

Nonostante in entrambi i casi verrà vist* come elemento contorto.

Una persona ricca che userá le Ə per usare un linguaggio agender, non sarà mai come quella povera che subirà le critiche di chi penserà che il cambiamento sia pericoloso, snob o troppo pretenzioso.

Poi se ti definisci genderqueer, transessuale, vegan*,  celiac*, anarco relazionale, anarchic*, etc etc e sei una persona povera: impugna le armi e comincia a sparare!

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Si ringraziano Raja Lo Verde e Dheevi Shita di Komune Anarke - Sakalash - Kaos Palermo per l'intervista e il prezioso contributo.

 


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