Capita, nel corso della vita, di sviluppare un interesse più o meno forte verso un qualsivoglia tema, che si tratti di arte, letteratura, storia; qualcosa che magari è nato con noi, che è sempre stato presente nella nostra persona, ma che ha trovato la forza di emergere solo in seguito, un po’ per caso, un po’ per curiosità. Ritrovarsi a guardare una serie televisiva incentrata sulle vicende e i miti del popolo vichingo è stato quel “caso” che ha permesso a migliaia di spettatori di scoprire la bellezza di tradizioni tanto diverse dalle nostre ma ugualmente suggestive.

Conosciuti da sempre come intrepidi e spietati guerrieri originari dei territori della Scandinavia e della Danimarca, i Vichinghi furono abili navigatori, validi costruttori di navi e astuti commercianti. Non molti sanno, però, che i Vichinghi furono anche poeti e perfetti cantastorie, e che le loro saghe continuano ancora oggi ad affascinare generazioni di lettori. È dalla vasta area di boschi e imponenti montagne che si affacciano sul mare del Nord (nei territori che oggi corrispondono a Svezia, Norvegia e Finlandia) e da queste fredde acque che l’antico popolo dei normanni decise di partire, allontanandosi dalle baie.

Le motivazioni che li spinsero ad abbandonare le proprie terre per periodi prolungati sono molteplici ma riconducibili a due ordini di ragioni: il più importante è il fattore climatico; durante il VII secolo, infatti, a causa dello scioglimento dei ghiacciai, il raccolto fu abbondante e la popolazione crebbe a dismisura.

Fu chiaro che non ci fosse più molto spazio per tutti. Nello stesso periodo i costruttori fecero un’importante conquista, e qui arriviamo alla seconda delle ragioni sopracitate.

Venne progettato un nuovo tipo di imbarcazione straordinariamente veloce per quei tempi, e costruita in solida quercia, che rappresentò un vero progresso di ingegneria nautica, il “drakkar” (detta anche “Nave del dragone”), che presto divenne una temibile arma di guerra. Il drakkar divenne il punto di forza dei Vichinghi; un’imbarcazione, con la prua modellata a forma di drago o serpente, così veloce e resistente da risalire fiumi e affrontare l’oceano. Grazie a questi drakkar, i pagani provenienti dalle terre del nord riuscirono a saccheggiare e depredare l’Inghilterra, terra che dal mare era sempre stata protetta. È così che ebbe inizio l’era vichinga, che indusse il “popolo del drago” a spingersi in tutto l’Occidente, conquistando anche Parigi, la steppa russa, l’impero romano e l’Africa dei Mori. Nessun popolo si salvò dalla ferocia dei loro assalti tanto che ben presto l’Europa intera dovette soccombere agli attacchi di questo misterioso popolo del nord.

Cosmologia del Mondo Norreno

La mitologia e le leggende vichinghe si riferiscono alle gesta coraggiose di questo popolo. Della mitologia norrena non si hanno molte tracce, considerando che si tratta pur sempre di narrazioni oggetto di trasmissione orale. Le uniche forme scritte esistenti si rifanno a due opere islandesi, l’Edda in prosa e l’Edda poetica, che rappresentano i maggiori documenti storici della mitologia norrena.

Oltre alle scritture, altri elementi sono sopravvissuti grazie alle numerose tradizioni folcloristiche che ancora oggi vengono rivissute nelle regioni del Nord Europa. Tra i miti più conosciuti si inseriscono quello del Valhalla, il paradiso dei guerrieri, quello delle Valchirie, divinità femminili minori che servono Odino, e quello dell’Albero della vita, simbolo della stretta connessione tra la Madre Terra e l’universo, oltre alle principali figure di dei ed eroi come Odino, il signore degli dei, e Thor. Uno dei miti principali è rappresentato dall’albero cosmico nordico. Con l’aiuto dei suoi due fratelli, Víli e Vé, Odino ha creato un mondo formato a sua volta da nove mondi e composto da cinque dischi, separati tra loro da uno spazio intermedio.

Asgard costituisce la città divina, la terra in cui regnavano le divinità guerriere denominate Asi. Il palazzo in cui queste divinità dimorano prende il nome di Válaskjálf e al suo interno è posizionato il trono sul quale siede Odino, accompagnato da Frigg, celeste sua sposa.

Il palazzo è dotato di una sala maestosa sulle cui pareti sono posti scudi e parti di corazze. Un altro dei palazzi presenti nell’Ásgarðr (Asgard è in realtà il nome anglicizzato del primo mondo) è il Valhalla che, secondo la tradizione nordica, ospita le anime dei guerrieri morti valorosamente in battaglia; i guerrieri che restano uccisi durante gli scontri, si risvegliano e tornano nel “paradiso dei guerrieri” per banchettare durante la notte.

Un secondo mondo che fa parte dell’albero cosmico è quello di Iötunheimr; si tratta del mondo dei giganti che al suo interno comprende una regione selvaggia, la Foresta di Ferro, nella quale trovano rifugio le donne Troll, mostruose gigantesse capaci di generare creature feroci in forma di lupi. Helheimr costituisce la dimora di Hel, fanciulla dal corpo mostruoso che ha le insegne della vita e della morte. La dimora si caratterizza per le mura possenti, per i cancelli realizzati in pietra e per la presenza di un cane feroce che lo difende.

Si narra che la sua gelida sala costituisse luogo di rifugio per quanti stessero per morire di vecchiaia e di malattia; chi, tra loro, si era macchiato di colpe nel corso della propria vita veniva dato in pasto al drago Nidhogg. Alfheimr è il regno degli elfi della luce. Questo regno comprende circa 12 territori. Óðinn, che ne era il sovrano, presiedeva un collegio di dodici sacerdoti che si sottopongono al giudizio e al sacrificio.

Dopo la sua morte il popolo era convinto che fosse tornato ad Ásgarðr, ad accogliere i guerrieri morti in battaglia. Vànaheimr costituisce la dimora dei Vani, ossia degli Dei della fertilità e della pace; il loro nome deriva dalla radice “ven” o “vinr” che significano “desiderare” o, secondo altre traduzioni, “amore”. Posta nel sottosuolo, Svartalfheimr è la dimora degli elfi delle tenebre (od elfi scuri).

Midhgardhr, secondo la mitologia di origine germanica, rappresenta il mondo centrale (la cosiddetta terra di mezzo), il cui compito è quello di accogliere gli uomini. Questa terra corrisponde, infatti, alla parte abitata dagli uomini. Niflheimr, secondo le leggende scandinave, è il mondo della nebbia e del gelo da cui provengono tutte le cose temibili. Infine, Múspellsheimr è il mondo del fuoco e si trova a sud. È la sede dei “figli di Múspell”, ossia i distruttori del mondo. Proprio dalle scintille provenienti da questo mondo si dice che gli dei crearono le stelle e il sole.

Mitologia Norrena

Gli dei avevano fissa la loro residenza nell’Asgard (i mondi superiori, i cieli) che era unito col Midgard (il mondo fisico) attraverso un arco-iride di fuoco. Dentro l’Asgard erano presenti diverse dimore e due lignaggi di dei, tra i quali si creavano anche conflitti, sebbene alla fine tutti vivessero in armonia: Gli “Aesir” di natura guerriera che abitavano nel Valhalla, ed il cui capo era Odino, e i “Vanir”, di natura inferiore, che abitavano in Vanaheim.

Questa distinzione tra gli dei è unica ed è una caratteristica che non si ritrova nella maggior parte delle altre teogonie. Tra le figure maggiormente venerate dal popolo norreno ne ritroviamo alcune che meritano maggiore attenzione delle altre.

Odino, che è il Padre degli dei, è conosciuto anche come il “signore della guerra”. La sua residenza è il Valhalla e dal suo trono si contemplano i nove mondi.

Due corvi, Huggin e Munnin, spirito e memoria, lo accompagnano e lo informano di tutto quello che succede nei nove mondi.

É il più saggio degli dei, ma conquistare la saggezza non gli fu facile. In molte incisioni è rappresentato con un solo occhio; si tramanda, infatti, che dalla sua nascita desiderò fortemente di raggiungere la Saggezza e che, dopo averla trovata in un pozzo situato nelle radici dell’albero sacro (lo Yggdrasil), la testa di Mimir, una dea che lì era stata decapitata, gli pose come condizione il sacrificio di uno dei suoi due occhi per attingere a quella saggezza.

Odino non dubitò, sacrificò uno dei suoi occhi per poter bere dalla fonte della Saggezza. Padre della poesia, creatore dell’universo e del tempo, dio della magia e delle rune: si racconta che rimase appeso nove giorni e nove notti al frassino Yggdrasill a testa in giù, con il petto trafitto da una lancia, così vide le rune e decise di donarle agli uomini per comunicare con gli dei.  Ha la caratteristica di parlare sempre in versi e di cambiare sempre aspetto, e a questo si deve la molteplicità dei suoi nomi. Quando non viaggia con Sleipnir, il suo cavallo ad otto zampe, agli uomini appare come un viandante austero, avvolto in un mantello azzurro e con un cappello calato sulla fronte.

Heimdallr è il dio che incarna il potere di udire ciò che le parole non dicono. Anche questo dio sacrificò una parte di sé, precisamente un orecchio, per poter ottenere la Saggezza; “i suoi sensi sono così acuti che può sentire l’erba crescere e può vedere la fine del mondo”. Così come Odino ottenne la chiaroveggenza, Heimdallr ebbe in dono la chiaroudienza. Heimdallr è il potere mediatore tra Asgard e Midgard, tra il cielo e la Terra, o luogo di mezzo, e anch’egli trasmette la conoscenza segreta.

Tyr personifica la giustizia e il bene comune, conosce bene la struttura delle cose ed è quindi in grado di mantenere l’ordine in tutti i piani di esistenza. Affianca l’attività creatrice di Odino svolgendo la funzione di modellatore di forme, è il potere della mente razionale, della logica e del giudizio.

Thor è, invece, il dio della guerra; il suo potere è quello di tenere a bada le forze del caos, presiede al fulmine e al tuono, forze naturali che spazzano via il vecchio ripulendo l’atmosfera. Il martello con cui è rappresentato, che anche se scagliato distante tornava sempre tra le sue mani, non è tanto un arma da guerra quanto un simbolo della forza generativa maschile e della forza del lavoro; Thor è quindi il simbolo della forza fisica, della fermezza, della lealtà e della protezione dalle forze ostili e distruttive.

Frey veniva invocato come dio della fertilità e dell’abbondanza. Personifica la pace, l’abbondanza, il piacere e l’amore sessuale; è un dio di questo mondo, un benevolo protettore delle forza naturali della vegetazione. Allo stesso modo Freyja incarna la bellezza muliebre, e il suo potere è quello della bellezza e del piacere sessuale. Baldur è il dio della luce e dell’illuminazione e viene associato all’eloquenza e alla gioia.


Articolo originariamente presente, in inglese, sul sito del brand Hugin & Munin: it.huginemuninhandmade.com


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