Questo articolo affronta un tema spesso sottovalutato, ovvero come col tempo la conoscenza che faceva parte di una tradizione antica, legata al potere della Terra e alle pratiche magiche, sia stata rimpiazzata rendendo malefico tutto ciò che ne faceva parte. Questo ha però permesso il passaggio di alcune conoscenze e riti antichi che sotto forma di scherno, o superstizione, sono potuti giungere alle orecchie di chi ha voluto sentire.

Il Solstizio estivo, insieme a Samhain e Beltane, è la festa maggiormente demonizzata nella tradizione popolare. Queste tre feste, più precisamente Ognissanti, Calendimaggio e San Giovanni, sono chiamate “le 3 notti degli spiriti” nella tradizione post medievale. Si credeva infatti che spiriti e streghe vagassero liberi in questo tempo di confine e che il potere dei santi potesse scacciare i loro malefici. Al solstizio è stato collocato San Giovanni, per Calendimaggio abbiamo la Madonna, o anche Santa Valpurga e per Ognissanti, hanno voluto esagerare!

In questo articolo voglio parlare della tradizione del Solstizio estivo, e di come sia cambiata con il passare dei secoli. E’ una festa molto importante sia per i culti pagani, sia per chi segue la stregoneria. E’ il periodo più magico dell’anno quando l’abbondanza regna sovrana.

Il solstizio estivo cade intorno al 21 Giugno e da inizio ad un periodo di tre giorni in cui il Sole si ferma, dando origine ad un tempo-non tempo che gli antichi vivevano come momento di Caos in cui le regole e i confini diventano più deboli. Era così possibile compiere ogni tipo di magia, e contattare spiriti e fate. Al termine di questi tre giorni, il Sole torna a muoversi (si parla di un movimento apparente poichè come sappiamo è la Terra a muoversi e non il Sole) e la vita comincia a scorrere di nuovo con i ritmi ordinari. Proprio al termine di questi tre giorni, la tradizione cristiana mette lo zampino: viene collocata qui la nascita di San Giovanni Battista, il 24 Giugno, come a fare da barriera alle creature malefiche che hanno infestato le notti precedenti. Queste creature diaboliche sono quelle che vennero definite streghe, capaci di compiere orribili malefici e scagliare irreparabili sciagure.

Ma perché il Solstizio d'Estate è associato alle streghe e alle erbe?

Il movimento del Sole riveste da sempre un’importanza vitale: inizialmente per il calore e la luce, poi per gli effetti sulla crescita delle piante e la riproduzione degli animali. Sappiamo che i nostri antenati osservavano il Sole e regolavano la propria vita sul suo ciclo, tant’è vero che i cerchi di pietre nord europei o le piramidi sud americane, erano orientati per tenere traccia e forse anche per onorare, proprio i Solstizi e le divinità associate.

Dunque nel giorno del solstizio esiste una radice pagana, di un culto solare antico e che è stato tramandato per millenni. Ma oltre al culto, in questo tempo esistono delle pratiche. Le guaritrici avevano bisogno di erbe per preparare i loro rimedi e il periodo estivo e soprattutto i giorni solstiziali erano quelli in cui le piante raggiungevano il massimo splendore. Così queste donne uscivano armate di cestini e “infestavano” prati e boschi per raccogliere ciò che occorreva loro. Molte di loro erano solo guaritrici, altre erano seguaci di un culto antico e utilizzavano le erbe anche per incanti e malie. Tutte queste donne divennero per simmetria, entità da temere, potenti spiriti malvagi che infestavano i boschi in questo tempo di caos, come se fossero arrivate dall’Altro Mondo e dal quale era indispensabile proteggersi. Inoltre, se di streghe si trattava, erano dedite ad un culto festoso, troppo scomodo per la cultura bigotta della chiesa, donne che interferivano con la medicina dei nuovi medici e che camminavano nude di notte tra le erbe in modo che le loro parti intime venissero a contatto con la rugiada per propiziare la fertilità e così, chi meglio di un santo poteva fermarle?

Con l’avvento del cristianesimo e più tardi dell’Inquisizione, tutte le pratiche “pagane” furono demonizzate o sostituite come nel caso del solstizio estivo dando origine ad un’inversione di tendenza : tutte le piante ad esempio, che venivano raccolte e usate dalle streghe o meglio, dalle guaritrici, furono quindi trasformate per sconfiggere proprio le streghe e loro collaboratori demoniaci. Queste piante divennero patrocinate dal Santo Battista. Nella tradizione popolare questo processo è davvero evidente fino ad arrivare ad attribuire al Signore stesso le erbe e le loro proprietà: nell’Ecclesiastico (testo della Bibbia cristiana) infatti si legge: “il Signore fa sorgere i medicamenti dalla Terra, e l’uomo sensato non li disprezza”.

Tradizioni Scaccia Streghe

L’aglio in ogni parte di Europa, era usato con uso interno per proteggere bambini, animali e ammalati, dalle malattie e dai parassiti. Ma anche la tradizione di attaccare delle trecce di aglio deriva dall’antico uso di questo bulbo dal forte odore, per proteggere le stalle e le case nei mesi invernali, da pulci ed epidemie.

Diventa poi uno strumento per tenere lontani altri tipi di parassiti: vampiri, spiriti e streghe che si credeva succhiassero sangue dai bambini per poi sputarlo in ciotole preposte e farne un ingrediente per i loro malefici. Nel giorno di San Giovanni era, ed è usanza comprare la treccia d’aglio da appendere alla porta per proteggere la casa dalle streghe.

Un altro amuleto da appendere alle porte era un fascio di piante del periodo, raccolte nel Solstizio che avrebbero protetto dalle Streghe: biancospino, malva, iperico, verbena, artemisia, nocciolo, sambuco, trifoglio e ginepro. Tutte queste piante facevano parte di ricette curative e incanti usate dalle streghe stesse. Chissà per qualche magica ragione avrebbero dovuto esserne spaventate?

I falò di questa festa(ormai purtroppo sostituiti dai fuochi d’artificio), dopo l’imposizione della cultura cristiana, divennero uno strumento potente per respingere spiriti e streghe, impauriti dal fumo e dalla luce, quando invece sappiamo che il falò era sempre presente nelle notti del solstizio per benedire l’abbondanza:

“Che il falò di San Giovanni sia lecito,

e il piacere non vada perduto!

Le scope saranno sempre consumate

e i bambini non smetteranno di nascere”

Goethe

Le allusioni sessuali sono chiare no?

Ciò che è davvero buffo, è proprio che le streghe nei processi venivano accusate di accendere fuochi, senza vergogna, nè paura, e di fatti per un bel periodo fu vietato dalla Chiesa stessa l’accensione dei fuochi sulle colline in alcuni periodi importanti dell’anno. A San Giovanni però, rimase e ancora esiste, la tradizione di mettere in scena il “rogo della Strega” bruciando un fantoccio dalle sembianze femminili. Una tradizione davvero beffarda, considerando poi che il Vaticano si è anche scusato per le manovre dell’inquisizione romana…

Inoltre nei falò di San Giovanni si bruciavano anche ossa, pare per produrre odori nauseabondi e far allontanare gli spiriti, in realtà sappiamo che anche i roghi di ossa erano pratiche primitive per celebrare il dio dei boschi e benedire l’abbondanza.

Anche l’acqua riveste un ruolo strano in questa festa: in passato veniva raccolta la rugiada, simbolo lunare, che assimilava le proprietà delle piante sulle quali si trovava, ricche di principi attivi. Divenne poi il simbolo del battesimo cristiano e in questa notte degli spiriti, era importante usare questa acqua arricchita delle proprietà delle piante tradizionali per benedire le case, proteggere le porte dalle quali potevano entrare gli spiriti, e sappiamo che a Roma vi era un mercato di San Giovanni, presso la Basilica di San Giovanni, nel quale veniva venduta questa acqua purificatrice e protettiva, non che scaccia spiriti.

Concludo parlando dell’erba maggiormente legata a questo periodo ovvero l’iperico, detta anche l’Erba di San Giovanni.

Questa pianta è comunissima da trovare intorno al periodo del Solstizio ed era utilizzata come panacea dalle guaritrici poichè ha proprietà antidolorifiche, antidepressive, è ottima contro bruciature e irritazioni, rilassante per il corpo se usata come olio e si pensava racchiudesse il potere del sole estivo rilasciandolo poi in casa dove se ne appendevano dei mazzetti. E’ il simbolo dell’estate, ovvero del periodo in cui la Natura è vitale, abbondante, e le semine iniziavano a dare i loro frutti. Il simbolo dunque di un periodo gioioso, di feste e sicurezza, in un tempo in cui una pioggia avrebbe potuto distruggere il sostentamento per un intero villaggio.

Divenne poi però un efficace rimedio contro diavoli, streghe, spiriti, soprattutto se raccolta all’alba di San Giovanni insieme alla rugiada. Da un erbario del XVI secolo si legge:

“Da alcuni è chiamata anche Fuga Demonum

poichè si crede

che dove viene conservata questa pianta

il diavolo non possa entrare,

inoltre non vi possono rimanere neanche gli spiriti

ed è per questo che in alcune zone viene messa nei letti dei bambini”

Questi sono solo alcuni esempi di tradizioni che hanno cambiato il loro uso nel tempo, ma che se lette con occhi attenti rivelano tutta l’antica sapienza.

Fonti:

Le erbe delle streghe nel Medioevo – Rosella Omicciolo Valentini

Appunti miei

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