Ad un livello più profondo del pensiero antispecista ecocentrista vi è un tentativo di esautorazione dell’uomo dal centro del Creato, mentalità stabilitasi dopo millenni di storia attraverso il dominio materiale sulla natura, i miti occidentali greci, il mito giudaico-cristiano e che si concretizza in modo definitivo con la Modernità.

Pratiche come quella dell’astensione dai derivati animali in ogni forma, come nella scelta di una dieta vegana o nel boicottaggio di prodotti che usano animali nell’abbigliamento o in ambito farmacologico, nell’Occidente rappresentano una vera e propria rottura con la “tradizione” di tipo antropocentrista.

Attraverso questo modus vivendi si decide di esprimere il proprio rispetto nei confronti dell’altro partendo proprio dall’animale per passare alla vita in senso lato, o viceversa partendo da un rispetto per l’alter inglobando anche il non umano in questa prospettiva, grazie a una scelta etica e politica di non-partecipazione a certe pratiche efferate oggi molto diffuse, come quelle degli allevamenti intensivi ad esempio, che hanno trasformato gli esseri viventi in macchine da produzione perpetuando un continuo bio-martirio nei confronti degli animali non umani e del vivente.

Nonostante il veg*anismo (col termine veg*anismo intendiamo qui veganismo e/o vegetarianismo) venga spesso criticato per essere “figlio del benessere”, questa critica non ha fondamento alcuno. Se da un lato è infatti vero che in Occidente assistiamo a un aumento esponenziale dei veg*ani per scelta con l’avvento del consumismo, fenomeno dunque “nuovo” in una società che nasce e si sviluppa da un mito fortemente antropocentrista dove la tradizione ha imposto per millenni il dominio dell’uomo, unica creatura degna, sugli altri animali e sulla Natura; dall’altro lato è anche vero che paesi come l’India hanno una tradizione vegetariana molto antica che addirittura precede l’avvento della scrittura in Europa, e di certo l’India non è famosa per i propri “mc-burger” a basso costo o per i cellulari.

In altri termini, la religione più antica che conosciamo, l’Induismo, aveva orientato i propri adepti verso il rispetto per la Natura e per gli altri esseri viventi quando in Europa si viveva ancora nelle palafitte, a tal punto che l’India vanta ancora oggi una cultura vegetariana vecchia più di quattromila anni e che conta ben trecento milioni di seguaci solo in India. Inoltre la diffusione del consumo di carne in Europa è un fenomeno recente, spinto da interessi economici e politici per includere le masse nella nuova borghesia (attraverso l’emulazione dei nuovi modelli borghesi diffusi e imposti attraverso i recenti media di massa), un tempo “pietanza dei ricchi”.

La cultura vegetariana è dunque più antica delle culture abramitiche (Ebraismo, Cristianesimo, Islam), e vede grandi personaggi di spicco professare una filosofia di rispetto nei confronti dell‘alter sia in Oriente che in Occidente dai tempi dei tempi: da Buddha a Zarathustra, da Pitagora a Teofrasto, da Plutarco a Bruno, fino ai movimenti di liberazione animale ed ecosofisti nati a partire dagli anni Settanta grazie ai lavori di Arne Næss, Richard Ryder e Peter Singer.

Prima dell’avvento della filosofia e del Cristianesimo, in Occidente c’era una relazione con il mondo naturale molto diversa da quella che si è pian piano sviluppata e instaurata nei secoli: in altri termini anche l’ecocentrismo è molto più antico della cultura giudaica.

In parole povere, prima dell’avvento del Cristianesimo prima e del capitalismo poi, religioni molto antiche predicavano la benevolenza, la connessione e il rispetto per la Natura e gli altri animali anche in Europa, e questa era la normalità altrove. Attraverso l’instaurazione di una mentalità antropocentrica che dominerà l’Occidente attraverso il Cristianesimo, la Modernità e l’Illuminismo fino a oggi, tutte le filosofie e le dottrine “ecocentriste” e “animaliste” avranno un ruolo marginale nella storia della nostra civiltà, dove il “dominio” sulla natura e sugli animali, sarà considerato l’unico modello possibile, legato al mito del “progresso”. Progresso che, lungo il suo corso evolutivo, sfocerà nell’avvento del capitalismo che, trasformando la vita in merce, ha dato a una Italia lacerata dai conflitti mondiali, l’illusione del benessere, mentre divorava la natura e ciò che restava di “umano” nella nostra società».


📗 Brani tratti da La rete e la diffusione della cultura antispecista, di Ivonne Citarella e Andrea Romeo.


🌱 Vuoi supportarci? Visita il nostro eco-shop:

📎 Guarda anche

La Cartografia Mitica, l'atto di creare e mantenere luoghi sacri

Esiste un'abbondanza di risorse, a questo punto della storia, per spiegare e preparare il terreno per questa comprensione fondamentale, qui sulla scia del cambiamento climatico, delle estinzioni di massa e della crescita sconsiderata della popolazione umana:

Qualcosa deve cambiare. Il modo in cui viviamo qui, sulla Terra, deve cambiare. La nostra situazione è diventata pericolosa.

Ecofascismo, una supercazzola prematurata?

Prima o poi saremmo arrivati a trattare anche questo spinoso argomento, e come sempre, lo faremo sine ira et studio, liberi da paraocchi e acriticità. L'ecofascismo non è un termine di così recente invenzione, ma negli ultimi anni sta tornando a una notevole ribalta semantica, ormai difficile da ignorare. Ma di che cosa si tratta esattamente?

Cieli Caduti, è Tempo di Baciare di Nuovo la Terra

"Il cataclisma è avvenuto, siamo tra le rovine, iniziamo a costruire nuovi piccoli habitat, ad avere nuove piccole speranze. È un lavoro piuttosto duro: adesso non c'è una strada agevole verso il futuro: ma si gira intorno, o si scavalca gli ostacoli. Dobbiamo vivere, non importa quanti cieli siano caduti."

– DH Lawrence

Che cos'è comunque la civiltà? Definire questo termine sembra sempre uno dei maggiori ostacoli per le persone quando cerco di parlare con loro di primitivismo. Ritengono che il termine "civiltà" sia troppo ampio e gli venga dato troppo libero arbitrio. Cosa intendo quando dico che "la civiltà sta distruggendo la terra" o "la civiltà ci aliena da noi stessi e gli uni dagli altri"? La civiltà non è davvero una cosa, quindi non può davvero agire, sostengono. Questo è un buon punto e vale la pena soffermarsi.

Flandrensis: "pronti ad annettere altri Territori d'Oltremare"

Al vaglio la campagna per le nuove annessioni territoriali.

Con la riforma costituzionale del Giugno 2022, il Granducato di Flandrensis ha ufficialmente aperto le porte all'incorporazione dei Territori d'Oltremare, annettendo tali terreni come Contee, Provincie, Dipendenze o Colonie Ecologiche di Flandrensis.

Tutti i cittadini possono richiedere il riconoscimento spiegando la missione del progetto e come si intende rispettarne i pilastri ecologici.

Fanculo la vostra Rivoluzione Rossa: contro l'Ecocidio, verso l'Anarchia

Il collettivismo, che sia ideologicamente comunista, fascista o capitalista, non è qualcosa che serve i miei interessi come agricoltore di sussistenza indigeno e raccoglitore che vive in queste remote montagne.

Qualunque sia il dogma industriale che mi ordina di vivere la mia vita serve solo a riempire il mio cuore di dolore. Respingerò a gran voce l'idea di una società collettiva in ogni occasione, indipendentemente dalla sua alleanza ideologica. Tutta l'industria uccide tutta la vita.

Sono un anarchico. Anche l'idea di una “società” che governa il mio stile di vita mi fa un po' vomitare. I tuoi bisogni non sono i miei bisogni, non voglio andare dove il collettivo vuole portarmi...

…Voglio essere liberato dal sistema, non diventare il sistema. Il collettivo non è il mio padrone. Il collettivo è in realtà solo un altro stato, per quanto ben impacchettato.

Monte Verità

Il Monte Verità, il cui nome originale è monte Monascia, è una collina sopra Ascona nel Canton Ticino, in Svizzera.
Ha assunto il nome Monte Verità nei primi decenni del XX secolo quando dopo la fondazione di una comunità eterogenea di utopisti/vegetariani/naturisti/teosofi: è considerata, oggi, un'antesignana di movimenti alternativi ben successivi.

Nel 1899 Henri Oedenkoven, un olandese originario di Anversa figlio di industriali milionari, frequentatore della colonia di Arnold Rikli nelle adiacenze di Monaco, decise con altri compagni di cercare un posto più a sud per fondare uno stabilimento vegetariano nudista. L'idea era di vivere in modo meno artificioso e più sano fisicamente e moralmente.

De Benoist: tra Ecologia, Decrescita Sostenibile e Piccole Patrie

L'Ecologia, tagliando deliberatamente i ponti con l'universo del pensiero meccanicistico, analitico e riduzionista che ha accompagnato l'emergere dell'individuo moderno, ricrea un rapporto tra l'uomo e la totalità del cosmo, che forse non è altro che un modo per protestare contro l'imbruttimento del mondo e per rispondere all'eterno enigma della bellezza.

Una risposta radicale agli anarchici non vegani

Mentre ci sono certamente un certo numero di radicali che riconoscono l'oppressione degli animali non umani e stanno combattendo contro di essa, continuiamo a vedere animali non umani offerti come cibo in molti pasti collettivi, fiere di libri e altri raduni anarchici.

Crediamo che questa sia una forma gerarchica di oppressione degna di una critica anarchica tanto necessaria.

Questo breve saggio tenterà di affrontare alcune delle più comuni obiezioni al veganismo da parte di sedicenti anarchici che per scelta non abbracciano l'antispecismo.

Ecologia Sociale Distorta

Cari lettori, siete stufi di sentir parlare di ecologia sociale da ogni angolo, da ogni rivista di moda alla blogosfera? Vi sentite sopraffatti dai sermoni di pseudo-ambientalisti che sembrano conoscere a memoria ogni termine "eco" ma che, alla fine, non sanno nemmeno cosa realmente significhi l'ecologia? Se la risposta è sì, allora siete nel posto giusto.