Spesso considerata una delle discipline più critiche e controverse, molti si rivolgono ai sacerdoti della psichiatria per la cura di disturbi mentali e problemi emotivi. Tuttavia, c'è un crescente movimento di critica nei confronti di tale pratica, in cui essa viene considerata una pseudoscienza.

In questo saggio analizzeremo tale idea, utilizzando l'approccio filosofico anarchico per esplorare come tale disciplina si basi su una concezione riduzionista della natura umana e come ciò influenzi le sue pratiche.

In questo modo, speriamo di stimolare una riflessione critica sulla salute mentale e di offrire un'alternativa alla cultura patologizzante e medicalizzante della psichiatria.

La psichiatria è la nuova religione del nostro tempo. Non ci credi? Guarda i fatti: ogni giorno, migliaia di persone in tutto il mondo si sottopongono a "sacrifici" regolari di pillole psicotrope, in nome della cura dei loro problemi mentali.

 

E non è solo una questione di consumo di droghe. La psichiatria ha il suo culto, i suoi fedeli e i suoi sacerdoti. Chi altro potrebbero essere i sacerdoti della psichiatria se non i medici stessi? Come tutti i sacerdoti, essi possiedono l'autorità e il potere di decidere chi deve essere curato, e come.

 

Ma non tutti accettano questa nuova religione. 

Introduzione

La psichiatria è una pseudoscienza, e come tale, non dovrebbe essere considerata una disciplina medica legittima. Questa affermazione potrebbe sembrare audace, ma se si esaminano attentamente i fatti, si può facilmente vedere come la psichiatria si basi su fondamenta scientifiche estremamente fragili.

Innanzitutto, la psichiatria si basa sulla premessa che le malattie mentali siano causate da squilibri chimici nel cervello. Tuttavia, non esiste alcuna prova scientifica che dimostri che i disturbi mentali siano causati da un singolo squilibrio chimico nel cervello. Al contrario, i ricercatori hanno scoperto che i disturbi mentali sono il risultato di una combinazione di fattori biologici, psicologici e ambientali.

In secondo luogo, molte delle diagnosi psichiatriche sono basate su sintomi vaghi e generalizzati che potrebbero essere causati da molteplici fattori. Ad esempio, la diagnosi di "disturbo bipolare" si basa su sintomi come oscillazioni d'umore, insonnia e agitazione. Tuttavia, questi sintomi potrebbero essere il risultato di molteplici fattori, tra cui stress, ansia, abuso di sostanze o malattie fisiche.

In terzo luogo, molte delle terapie psichiatriche sono basate su teorie obsolete e non supportate dalla ricerca attuale. Ad esempio, la psicoanalisi, che è stata ampiamente utilizzata nel trattamento dei disturbi mentali, si basa sulla teoria che i disturbi mentali siano il risultato di conflitti inconsci. Tuttavia, questa teoria non è mai stata dimostrata e la psicoanalisi è stata abbandonata dalla maggior parte dei professionisti della salute mentale.

Infine, la psichiatria è stata storicamente utilizzata per giustificare la coercizione e la soppressione delle persone che non si conformano alle norme sociali dominanti. Ad esempio, l'omosessualità è stata storicamente considerata una malattia mentale e molti omosessuali sono stati sottoposti a terapie di conversione coercitive. La psichiatria è stata anche utilizzata per giustificare il razzismo e la discriminazione contro le minoranze.

In conclusione, la psichiatria non è una scienza legittima, ma piuttosto una pseudoscienza che si basa su teorie obsolette e pratiche coercitive. Come filosofi anarchici, dobbiamo respingere la psichiatria e lavorare per costruire una società che accetta la diversità e la non conformità come valore fondamentale.

La critica della filosofia ontologica anarchica alla psichiatria

La filosofia ontologica anarchica ha origini antiche, ma si è sviluppata soprattutto nell'ambito della filosofia contemporanea, grazie agli studi di autori come Gilles Deleuze, Félix Guattari e Michel Foucault. In particolare, questi autori hanno analizzato le relazioni tra le diverse realtà, le loro forme di potere e le possibilità di trasformazione.

In sintesi, la filosofia ontologica anarchica sottolinea l'importanza della molteplicità degli esseri e delle realtà, mettendo in discussione le concezioni di normalità, oggettività e verità che sono alla base della conoscenza e dell'organizzazione sociale. Questa filosofia ha implicazioni importanti per l'analisi critica della psichiatria, come vedremo nei capitoli successivi.

  • Uno dei concetti chiave è quello di molteplicità. La molteplicità si riferisce alla presenza di diverse realtà, che possono essere di natura fisica, biologica, culturale o psicologica. Ogni realtà ha le sue caratteristiche specifiche e la sua autonomia, ma al tempo stesso è in relazione con le altre realtà, creando una rete di interazioni e di influenze reciproche.
  • Un'altra è la critica alla concezione di normalità. Secondo questa filosofia, la normalità non è un concetto oggettivo e universale, ma è il frutto di una costruzione sociale che privilegia alcune realtà a discapito di altre. La normalità, quindi, non è una caratteristica intrinseca delle cose, ma è il risultato di un processo di selezione e di gerarchizzazione.
  • Infine, si mette in discussione l'idea di oggettività e di verità assoluta. Secondo questa filosofia, non esiste una conoscenza oggettiva e universale, ma solo un insieme di conoscenze che dipendono dalle diverse realtà e dai diversi punti di vista. La verità, quindi, non è una proprietà delle cose, ma è il frutto di un processo di costruzione e di negoziazione tra le diverse realtà.

La filosofia ontologica anarchica mette in discussione le concezioni di normalità, oggettività e verità che sono alla base della psichiatria:

La Definizione di Disturbo Mentale

Secondo la psichiatria, il disturbo mentale è una condizione patologica che altera il funzionamento psichico dell'individuo. Tuttavia, la validità di questa definizione è dubbia, poiché che la normalità non è un concetto oggettivo e universale. Inoltre, l'uso di criteri diagnostici basati su categorie eziologiche tendono a sminuire la complessità della realtà psichica.

L'Approccio Terapeutico

La psichiatria utilizza principalmente farmaci e terapie comportamentali per trattare i disturbi mentali, ma queste terapie non tengono conto della molteplicità delle realtà psichiche e delle diverse esperienze soggettive. Inoltre, l'idea che il disturbo mentale possa essere curato o eliminato è dubbia, poiché che la salute mentale è una condizione fluida e dinamica.

Il Potere Normativo

La psichiatria ha un forte potere normativo, che si manifesta nella definizione di normalità e di disturbo mentale. Questo potere normativo tende a privilegiare alcune realtà a discapito di altre, creando forme di esclusione e di oppressione. Inoltre, la validità della conoscenza psichiatrica è relativa, poiché che la verità non è una proprietà delle cose, ma è il frutto di un processo di costruzione e di negoziazione tra le diverse realtà soggettive.

Controllo Sociale e Addomesticazione Umana

Il paradosso di una società che utilizza psicofarmaci per eliminare lo stress anziché eliminare le fonti di stress può essere analizzato ontologicamente alla luce della concezione anarchica della natura umana. Gli esseri umani sono dotati di una natura libera e spontanea, ma questa natura viene repressa e distorta dalla società e dalle sue istituzioni. La psichiatria, come istituzione, è uno strumento di controllo sociale che vuole uniformare il comportamento degli individui alla norma stabilita dalla società, anziché liberare l'individuo dalla costrizione sociale.

Inoltre, l'idea di utilizzare psicofarmaci per eliminare lo stress anziché eliminare le fonti di stress riflette una mentalità consumistica e individualistica che privilegia la soluzione facile e veloce al problema invece di affrontarlo alla radice. Questo atteggiamento riflette anche una concezione distorta della natura umana, in cui la sofferenza e lo stress sono visti come sintomi da eliminare invece che come elementi naturali della vita umana.

La questione di sopportare o non sopportare qualcosa può essere analizzata ontologicamente alla luce della natura umana. Rinunciare alla propria natura di esseri umani significa rinnegare la propria libertà e spontaneità, e accettare di essere dominati dalle costrizioni imposte dalla società. Tuttavia, la capacità di sopportare e superare le difficoltà della vita è un elemento fondamentale della natura umana, che riflette la capacità dell'individuo di adattarsi alle sfide della vita e di superarle.

L'origine sociale dei disturbi mentali

I disturbi mentali sono costrutti sociali che riflettono i valori e le norme della società occidentale. Uno dei principali esempi di costrutto sociale del disturbo mentale è rappresentato dalla schizofrenia. Questa patologia è stata descritta per la prima volta nel 1911 dallo psichiatra svizzero Eugen Bleuler, che la definì come una "spaccatura" della personalità. La schizofrenia fu poi riconosciuta come disturbo mentale nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM) del 1952, e da allora è stata oggetto di numerose ricerche scientifiche e diagnosticate in milioni di persone in tutto il mondo.

Tuttavia, l'origine sociale della schizofrenia è stata oggetto di dibattito tra gli studiosi. Alcuni sostengono che si tratti di una malattia genetica o biologica, mentre altri mettono in evidenza l'importanza del contesto sociale nella sua origine e sviluppo. Ad esempio, uno studio condotto nel 2010 ha dimostrato che la schizofrenia è più diffusa in paesi occidentali industrializzati rispetto a quelli in via di sviluppo, suggerendo che la cultura e lo stile di vita occidentale potrebbero influire sulla sua origine.

Inoltre, la definizione di disturbo mentale è spesso arbitraria e soggettiva, e dipende dalle norme sociali e culturali prevalenti in una determinata epoca storica. Ad esempio, negli anni '50 del secolo scorso, la sessualità omosessuale era considerata una patologia mentale negli Stati Uniti, mentre oggi è considerata un'identità sessuale legittima e protetta dalla legge.

In questo senso, è discutibile l'idea che i disturbi mentali siano patologie biologiche o genetiche, e sostiene invece che siano il risultato di una costruzione sociale. Tale critica mette in discussione l'intera disciplina psichiatrica, chiedendosi se essa sia in grado di distinguere tra normalità e patologia mentale in modo obiettivo e scientifico.

La medicalizzazione dei disturbi mentali

La tendenza della psichiatria è quella di considerare tali disturbi come patologie biologiche e a cercare di curarle con farmaci psicotropi.

Uno dei principali problemi di questa medicalizzazione è rappresentato dalla sovramedicalizzazione, ovvero la diagnosi e il trattamento eccessivo di disturbi mentali. Secondo uno studio del 2019 pubblicato sulla rivista JAMA Network Open, la percentuale di adulti americani che assume farmaci psicotropi è aumentata del 70% tra il 1999 e il 2016. Ciò suggerisce che la psichiatria sia diventata sempre più dipendente dai farmaci per trattare i disturbi mentali, anche in casi in cui la terapia farmacologica potrebbe non essere la soluzione migliore.

Inoltre, la medicalizzazione dei disturbi mentali può comportare l'uso improprio di farmaci psicotropi e l'insorgere di effetti collaterali indesiderati. Ad esempio, gli antipsicotici utilizzati per trattare la schizofrenia possono causare obesità, diabete e altri problemi di salute, mentre i tranquillanti utilizzati per trattare l'ansia e il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) possono essere abusati e causare dipendenza.

La medicalizzazione dei disturbi mentali è spesso una soluzione superficiale ai problemi sociali e culturali, che non affronta le cause profonde dei disturbi. Ad esempio, la depressione potrebbe essere il risultato di una condizione sociale alienante, e non necessariamente di un disordine chimico nel cervello.

È lampante la dipendenza dell'industria farmaceutica dalle terapie psicotrope, che ha portato alla produzione e alla vendita di farmaci costosi e a volte inutili. Tale dipendenza ha anche influenzato la ricerca scientifica sulla psichiatria, che si concentra spesso sulla scoperta di nuovi farmaci invece che sull'analisi delle cause sociali e culturali dei disturbi mentali.

In questo senso, vi è da mettere in discussione l'intera disciplina psichiatrica, chiedendosi se essa sia in grado di curare i disturbi mentali in modo efficace e rispettoso della dignità umana.

Devoluzione e riduzionismo

La psichiatria è una pseudoscienza in quanto essa si basa su un'interpretazione riduzionista e meccanicistica del comportamento umano e dei disturbi mentali. Secondo la teoria darwiniana dell'evoluzione, gli esseri viventi sono il prodotto di un processo evolutivo naturale, che si basa sulla selezione naturale delle caratteristiche più adattative.

Lo psichiatra si concentra sulla diagnosi e sul trattamento dei sintomi dei disturbi mentali senza considerare il loro contesto evolutivo. Ad esempio, lo psichiatra potrebbe definire un disturbo mentale come un problema di natura neurochimica, senza considerare il fatto che il comportamento umano e i disturbi mentali sono influenzati anche da fattori ambientali e sociali.

Lo psichiatra tende a considerare l'essere umano come una macchina biologica complessa, piuttosto che come un essere vivente con una storia evolutiva e culturale unica. Questo riduzionismo meccanicistico non tiene conto della complessità dell'essere umano e delle molteplici influenze ambientali e sociali che hanno contribuito alla formazione della sua personalità e del suo comportamento.

Gli psichiatri spesso mancano di una base scientifica solida per le loro teorie e le loro pratiche. Ad esempio, molte delle diagnosi psichiatriche si basano su criteri soggettivi e le cure sono spesso basate sull'uso di farmaci che possono avere effetti collaterali significativi. In questo senso, la psichiatria non rispetta i principi del metodo scientifico e non garantisce la sicurezza e l'efficacia delle sue pratiche.

Dissociazione dall'ambiente naturale

La psichiatria come disciplina tende a trattare la mente e il corpo come entità separate, ignorando la loro interdipendenza e la loro connessione con l'ambiente naturale.

Haeckel sosteneva che tutti gli organismi viventi sono interconnessi e che l'ambiente naturale è un elemento essenziale per la salute e il benessere umano.

Lo psichiatra, invece, spesso si concentra sul trattamento dei sintomi dei disturbi mentali attraverso farmaci e terapie, ignorando l'importanza dell'ambiente naturale per la salute mentale.

Attraverso la sua enfasi sulla diagnosi e la categorizzazione dei disturbi mentali, tende a ridurre la complessità dell'essere umano e delle sue relazioni con l'ambiente naturale, portando ad una visione limitata e distorta della realtà.

Infine, tramite l'uso di farmaci e terapie che spesso hanno effetti collaterali e conseguenze negative sull'ambiente naturale, si contribuisce alla distruzione dell'ecosistema e alla perdita della biodiversità.

Figure di spicco

Ci sono stati diversi psichiatri di fama che si sono opposti alla terapia a base di psicofarmaci. Alcuni esempi significativi includono:

  • Thomas Szasz: Szasz è stato uno dei più influenti critici della psichiatria moderna. Ha sostenuto che i disturbi mentali non sono malattie biologiche, ma concetti sociali creati per controllare e stigmatizzare comportamenti devianti. Ha criticato l'uso eccessivo di psicofarmaci e ha promosso l'idea che i problemi mentali dovrebbero essere affrontati attraverso il dialogo e l'empatia, piuttosto che con farmaci che alterano la mente.
  • Peter Breggin: Breggin è uno psichiatra e attivista che ha sostenuto un approccio critico nei confronti della psichiatria biologica e dell'uso di psicofarmaci. Ha evidenziato gli effetti dannosi dei farmaci psicotropi, inclusi gli antidepressivi e gli antipsicotici, e ha sottolineato l'importanza di alternative non farmacologiche come la terapia cognitivo-comportamentale e l'approccio psicoterapeutico.
  • David Healy: Healy è uno psichiatra e ricercatore che ha sollevato preoccupazioni sull'uso eccessivo di psicofarmaci e sui potenziali effetti collaterali. Ha condotto ricerche sulle conseguenze degli antidepressivi e ha criticato l'influenza dell'industria farmaceutica nel promuovere l'uso di tali farmaci.
  • Joanna Moncrieff: Moncrieff è una psichiatra britannica che ha messo in discussione il modello biologico della psichiatria e ha criticato l'eccessiva medicalizzazione delle sofferenze mentali. Ha sostenuto l'importanza di una visione più ampia e contestualizzata dei problemi mentali, senza affidarsi eccessivamente ai farmaci.

Questi sono solo alcuni esempi di psichiatri che si sono opposti all'uso indiscriminato di psicofarmaci e hanno cercato di promuovere approcci più olistici e critici nei confronti della salute mentale.

Narcisismo tossico

Oh wow, proprio fantastico il tuo stile di vita evoluto, no? Sì, tutti sappiamo che la soluzione ai problemi mentali e sociali è ingerire pillole che ci rendono dipendenti e ci impediscono di affrontare i problemi alla radice. Complimenti per la tua rivoluzione personale, ti invidiamo tutti per la tua schiavitù chimica.

Utilizzare la psichiatria per attirare l'attenzione su di sé, è un comportamento narcisistico e individualista che va contro i principi dell'anarchia.

In una società liberata dallo stato e dalle istituzioni autoritarie, ogni individuo sarebbe responsabile della propria vita e del proprio benessere, e dovrebbe cercare di risolvere i propri problemi in modo autonomo e responsabile.

Utilizzare la psichiatria come scusa per non affrontare i propri problemi e stressare gli altri con continue lamentele sui farmaci e sulle terapie è un comportamento che va contro questi principi.

Inoltre, l'utilizzo eccessivo di psicofarmaci può avere effetti negativi sulla salute e sul benessere delle persone, e promuove una cultura del consumo di farmaci che va contro i principi dell'autonomia e della responsabilità individuale.

L'uso della psichiatria come strumento per attirare l'attenzione su di sé e non affrontare i propri problemi non solo va contro i principi dell'anarchia, ma può anche avere conseguenze negative sulla salute e sul benessere delle persone che ti circondano.

La Cura è la Libertà

Chi è schiavo della psichiatria non può essere veramente anarchico perché l'anarchia implica la libertà individuale e la responsabilità personale. Se una persona accetta di essere etichettata e classificata come "malata mentale" e di essere trattata con psicofarmaci, sta rinunciando alla propria libertà e alla propria responsabilità nella gestione della propria vita e della propria salute mentale.

L'essere umano è alla ricerca costante della felicità, ma spesso si perde nella ricerca di soluzioni esterne che possano portare una felicità immediata, come gli psicofarmaci. Questa tendenza ci fa dimenticare la libertà di scegliere cosa ci rende felici e ci porta a diventare schiavi di un sistema che ci promette la felicità attraverso una pillola.

Essere padroni della nostra felicità significa essere liberi di scegliere come gestire la nostra vita e le nostre emozioni, senza dover dipendere da un sistema che ci promette la felicità attraverso una pillola. Dobbiamo imparare a riconoscere i nostri bisogni e le nostre emozioni, e a trovare soluzioni personali che ci permettano di raggiungere i nostri obiettivi e di vivere la vita che desideriamo.

Inoltre, la psichiatria come istituzione è in conflitto con i principi anarchici di uguaglianza e autodeterminazione. La psichiatria esercita un potere coercitivo sulle persone etichettate come malate mentali, limitando le loro libertà e violando il loro diritto all'autodeterminazione. In questo senso, la psichiatria è una forma di autorità e controllo sociale che va contro l'obiettivo dell'anarchia di una società libera e autogestita.

Pertanto, un vero anarchico dovrebbe essere critico nei confronti della psichiatria e lottare per la libertà individuale e la responsabilità personale nella gestione della salute mentale. Questo implica la ricerca di alternative alla psichiatria basate sull'autogestione, la solidarietà e l'empowerment delle persone, piuttosto che sulla diagnosi e la medicalizzazione dei problemi mentali.

Conclusione

Se nonostante tutte le critiche e le evidenze presentate, decidi ancora di affidarti alla psichiatria, sei complice di un sistema che ti riduce a un oggetto da controllare e manipolare. Non solo accetti di essere trattato come un paziente anziché come un essere umano in tutta la sua complessità, ma stai anche sostenendo un'industria che trae profitto dalla tua sofferenza.

Non possiamo più ignorare il fatto che la psichiatria è una pseudoscienza che alimenta il sistema di potere dominante. Non possiamo continuare a farci prescrivere farmaci che non curano veramente le cause dei nostri problemi, ma che ci rendono dipendenti da una soluzione illusoria. Dobbiamo prendere in mano le nostre vite e trovare modi più sani ed equilibrati di affrontare le sfide della vita, senza affidarci alla psichiatria come una panacea per tutti i nostri problemi.

Solo attraverso l'autonomia, la solidarietà e la resistenza possiamo costruire un mondo in cui le persone siano libere di essere se stesse, senza essere etichettate e manipolate dal potere medico e farmaceutico. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo e lotta per la tua libertà e quella degli altri. La scelta è tua.


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Stirner, Wittgenstein e l'Anarchismo

Il lavoro di Max Stirner è un argomento controverso tra gli anarchici, con numerose interpretazioni del suo lavoro, che vanno dal descrittivo, presentando un certo quadro di pensiero, al prescrittivo, sostenendo l'anti-autoritarismo ed esprimendo un impegno per "l'individualismo".

L'egoismo è principalmente di natura descrittiva. Le distinzioni fondamentali che Stirner fa, quelle tra idee fisse e non fisse, ed egoismo conscio e inconscio, non ci portano ad alcuna conclusione normativa, nonostante la chiara opposizione personale di Stirner allo stato e all'autorità in generale.

Piuttosto, molti anarchici sono egoisti perché trovano un valore personale in questa prospettiva.

L'egoismo ha tutto e niente a che fare con l'anarchismo.

Anarchia e Legge Naturale

La legge naturale è una teoria filosofica secondo cui certi diritti e leggi sono inerenti alla natura umana e possono essere universalmente compresi attraverso la ragione. È spesso usata come giustificazione per un certo codice morale o legale.

La filosofia anarchica è invece un'ideologia politica che sostiene l'abolizione del governo e l'istituzione di una società basata sulla cooperazione volontaria e l'aiuto reciproco.

Sebbene la teoria del diritto naturale possa essere utilizzata per sostenere determinati diritti e libertà, non è intrinsecamente legata alla filosofia anarchica, che enfatizza il rifiuto di tutte le forme di autorità e gerarchia esterne, ma le due cose non si escludono a vicenda.

Alcuni anarchici possono usare argomenti di diritto naturale per sostenere le loro convinzioni, tuttavia ci sono anche anarchici che rifiutano completamente il concetto di diritto naturale.

Divenire Animale
Il mio individualismo selvaggio

Quando considero per la prima volta cosa significa essere un anarchico, o se non essere un anarchico allora essere qualcuno che abbraccia l'anarchia – che alcune persone potrebbero chiamare essere un anarchico – la mia consapevolezza è immediatamente attratta dal mio corpo e dallo spazio che il mio corpo occupa.

Questo di solito inizia pensando ai miei piedi. Li trovo attaccati alle mie gambe. Le mie gambe sono attaccate al mio inguine. Dopo questo, trovo il mio busto, con queste braccia e mani attaccate. Non riesco a trovare la mia testa visivamente fino a quando non uso uno specchio, e anche allora vedo un'immagine riflessa, anche se ovviamente posso sentire la mia testa con le mani.

Ho un'esperienza sensualmente immediatista di essere questo corpo. Il mio potere si trova nella carne che sono, la carne che si trova qui. Posso usare queste mani per formare un pugno e prendere a pugni chiunque voglia. La mia bocca può cantare canzoni di selvaggia bellezza, o esprimere poesie come attacco di percezione. Questi piedi possono calpestare le trappole per tassi: le uniche gabbie belle sono le gabbie distrutte.

Anarchia Intellettuale

Autarchia è indipendenza. Non ci si riferisce soltanto al suo significato strettamente materiale legato alla produzione ma alla sua valenza più ampia ed assoluta. In tal caso il concetto di autarchia giunge fino alle più intime profondità dell’essere coinvolgendo la totalità degli aspetti della sua esistenza.

D'altronde come potremmo mai chiamare quell’aspetto dell’individualismo assoluto che sfocia in autonomia di pensiero, sincerità intellettuale e retto filosofare?

In un contesto socio-politico in cui la maggioranza della moltitudine manca di coraggio e volontà di potenza, qual è l’ostacolo più grande alla realizzazione di una futura società aurea?

Donatella Di Cesare - Decostruire l'Anarchia

Il testo seguente è stato consegnato per la prima volta come discorso durante Anarchē, una conferenza di due giorni curata dall'Istituto per l'indagine culturale a Berlino. Qui la filosofa italiana Donatella Di Cesare esplora la possibilità di liberare l'ontologia nascosta nella tradizione anarchica.

🎥 Liberi Dalla Civiltà

Spunti per una critica radicale ai fondamenti della civilizzazione:
dominio, cultura, paura, economia, tecnologia

È possibile vivere in un mondo senza dominio, senza sfruttamento, senza inquinamento e mercificazione? Per almeno due milioni di anni i nostri antenati primitivi hanno vissuto così, ed è solo con la comparsa dell'agricoltura che l'esistenza ha preso la via di una distruttività sempre più accelerata e dilagante.

Anarchia o "Anarchismo"?

Una qualificazione che riteniamo importante per cominciare è la distinzione tra "anarchia" e "anarchismo".

Alcuni la rigetteranno in quanto meramente semantica o banale, ma per la maggior parte degli anarchici post-sinistra e anti-civiltà, questa differenziazione è importante.

Sebbene l'anarchismo possa fungere da importante punto di riferimento storico da cui trarre ispirazione e lezioni, è diventato troppo sistematico, fisso e ideologico... tutto ciò che l'anarchia non lo è.

La Carcassa in Decomposizione dietro lo Spauracchio Verde
Come l'anarchia verde è diventata la posizione più controversa

L'anarchia verde, indipendentemente dalla propaggine, è una filosofia, una critica e un modo di vivere che enfatizza i principi anarchici più pronunciati. Gli anarchici verdi sono pronti e disposti a smantellare tutte le strutture di dominio, a partire da un'analisi radicata dell'ecologia, il che significa la relazione tra tutti gli esseri viventi e l'ambiente fisico da cui tutti dipendiamo per sopravvivere.

Esamineremo le origini e la graduale evoluzione dell'anarchia verde, esploreremo come queste idee vengono percepite dalle persone che guardano dall'esterno e cercheremo di capire perché l'anarchia verde è così detestata da un contingente di teorici di sinistra che, sempre più, ci hanno calunniato come "eco-fascisti".

Ted Kaczynski dal carcere sull'Ecofascismo: "un ramo aberrante della sinistra"

A smentire i luoghi comuni e l'etichetta di ecofascista sul noto ecoterrorista e scrittore Ted Kaczynski, detto "Unabomber" e sui movimenti di ecologia radicale, ci pensa lui stesso dal carcere, in una nota manoscritta datata 29 settembre 2020, scansioni recuperate il 10 febbraio 2022.

📃 Segue traduzione in lingua italiana del documento originale.

"A Primitivist Primer", l'innesco al Primitivismo di John Moore

A Primitivist Primer è un saggio breve di John Moore pubblicato nel 2000 sulla rivista Green Anarchy, il cui titolo consiste in un interessante gioco di parole non traducibile letteralmente in italiano. "Primer" infatti è traducibile dall'inglese oltre che come "principiante", in senso tattico-militare come "innesco" o "chi innesca una carica", e in senso edilizio come "prima mano". Il suo primitivismo non è inteso come un desiderio di ritornare ad un epoca primitiva, quanto, nel prendere la società pre-industriale come un modello di riferimento in cui «la cooperazione tra gli individui erano gli aspetti prevalenti della vita comunitaria».

Derrick Jensen: "Le Azioni Parlano Più Forte Delle Parole" (Earth First!, 1998)

Derrick Jensen (nato il 19 dicembre 1960) è un ecofilosofo, scrittore, autore, insegnante e ambientalista americano di tradizione anarco-primitivista, anche se rifiuta l'etichetta "anarchico". È un critico dell'attenzione del movimento ambientalista mainstream sulla conservazione della civiltà e della tecnologia rispetto alla conservazione del mondo naturale.

Sfida in modo specifico i cambiamenti dello stile di vita e le soluzioni individualistiche ampiamente sostenute, considerandole inadeguate alla scala della catastrofe ambientale globale. Invece, promuove la disobbedienza civile, l'attivismo radicale e lo smantellamento delle infrastrutture a livello massiccio per fermare quello che ha chiamato "l'assassinio del pianeta".

Insieme ad altri attivisti ambientalisti radicali, Jensen ha corrisposto a "Unabomber", Ted Kaczynski, dopo il suo arresto. Hanno litigato perché Kaczynski sentiva che Jensen e altri ambientalisti radicali erano troppo dediti a cause di sinistra che Kaczynski trovava irrilevanti.

Anarchia indigena e necessità di un rifiuto della "Civiltà" del colonizzatore

I popoli indigeni nel corso della storia hanno combattuto e sono morti per resistere alla forte invasione della civiltà nelle loro vite. Questa lotta continua oggi, poiché gli "incivili" sono spinti sempre più vicino al limite della sopravvivenza dai "civilizzati" di tutto il mondo e lo squilibrio tecnologico tra noi continua ad espandersi e creare un divario sociologico che ci rende incapaci di capire l'un l'altro anche a livello di base.

Cieli Caduti, è Tempo di Baciare di Nuovo la Terra

"Il cataclisma è avvenuto, siamo tra le rovine, iniziamo a costruire nuovi piccoli habitat, ad avere nuove piccole speranze. È un lavoro piuttosto duro: adesso non c'è una strada agevole verso il futuro: ma si gira intorno, o si scavalca gli ostacoli. Dobbiamo vivere, non importa quanti cieli siano caduti."

– DH Lawrence

Che cos'è comunque la civiltà? Definire questo termine sembra sempre uno dei maggiori ostacoli per le persone quando cerco di parlare con loro di primitivismo. Ritengono che il termine "civiltà" sia troppo ampio e gli venga dato troppo libero arbitrio. Cosa intendo quando dico che "la civiltà sta distruggendo la terra" o "la civiltà ci aliena da noi stessi e gli uni dagli altri"? La civiltà non è davvero una cosa, quindi non può davvero agire, sostengono. Questo è un buon punto e vale la pena soffermarsi.

John Zerzan, pioniere dell'Anarco Primitivismo

Le opere di John Zerzan criticano la civiltà agricola come intrinsecamente opprimente e sostengono il ricorso ai modi di vita dei cacciatori-raccoglitori come ispirazione per come dovrebbe essere una società libera. Gli argomenti della sua critica includono l'addomesticamento, il linguaggio, il pensiero simbolico (come la matematica e arte) e il concetto di tempo.

Come Ho Fatto A Far Crollare La Civiltà

Una domanda che mi viene spesso posta è:

"Cosa ti fa pensare di poter abbattere la civiltà?"

La mia risposta è piuttosto semplice e si compone di due parti: la prima parte è che sono ancora relativamente (rispetto a molti altri) abile e capace e la seconda parte è che le mie esperienze passate dimostrano che ho la capacità di fare crollare la civiltà.

Aurora Selvaggia: Oltre il Pallore

La civiltà è la conquista 'più alta' dell'uomo. Eppure, in tutta la sua grandezza soprannaturale, è piuttosto perversa, un disorientamento spiccatamente umano.

Cosa si intende qui per 'civiltà'? Si intende un amalgama di tutte le cose nobili: moralità, altruismo, fedeltà, pietà, duro lavoro, amore incondizionato, purezza, 'progresso', ecc.

Cosa significa: sacrificio di sé, sublimazione degli istinti animali, rinuncia alla volontà, rinuncia alla libertà.

Contro la Società di Massa

Molte persone desiderano un'esistenza libera dall'autorità coercitiva, in cui tutti siano liberi di plasmare la propria vita come scelgono per il bene dei propri bisogni, valori e desideri personali. Affinché tale libertà sia possibile, nessuna singola persona può estendere la propria sfera di controllo sulla vita degli altri senza la propria scelta.

Dal Pensiero all'Ignoto
Come viene troncato il pensiero dalla sua radice?

Quando pensiamo all'immaginazione cosa ci viene in mente? Potremmo pensare alla creatività umana alla sua fonte, a una persona viva e pensante. Potremmo anche pensare all'immaginario, un regno separato da questo mondo in cui viviamo, sogni ad occhi aperti che sono separati dalle nostre vite: fantasie che servono solo come meccanismi di fuga, fantasie che sono piene di immagini prodotte dai mass media di altri pianeti, alieni con 14 dita, o sesso con umanoidi bionici dai lineamenti geometrici in silicone.

La parola immaginazione è stata corrosa insieme alla sua radice: l'immagine. Le immagini che ci troviamo di fronte ogni giorno sembrano non avere origine umana. Sono create per il mercato, e hanno le qualità del mercato, lasciano poca traccia dei loro creatori umani.

Permacultura Incivile

Nell'ambiente ambientalista contemporaneo sia la teoria della permacultura che la sua pratica sono diventate popolari come mezzi con cui riparare lo strato superficiale della terra che si sta esaurendo e tentare altrimenti di vivere in modo più sostenibile con il nostro pianeta. Non è che una risposta alla crisi ecologica che affrontiamo, sia che la conversazione sia incentrata sul cambiamento climatico, la distruzione ambientale, la sicurezza alimentare o la totalità.

Unabomber: la società industriale e il suo futuro

Nel 1971, Theodore John Kaczynski, detto Ted, si trasferì in una cabina remota senza elettricità o acqua corrente vicino a Lincoln, nel Montana, dove visse da recluso mentre imparava le abilità di sopravvivenza per diventare autosufficiente. Ha assistito alla distruzione della natura selvaggia che circondava la sua capanna e ha concluso che vivere nella natura stava diventando impossibile, decidendo di combattere l'industrializzazione e la sua distruzione della natura.