Spesso considerata una delle discipline più critiche e controverse, molti si rivolgono ai sacerdoti della psichiatria per la cura di disturbi mentali e problemi emotivi. Tuttavia, c'è un crescente movimento di critica nei confronti di tale pratica, in cui essa viene considerata una pseudoscienza.

In questo saggio analizzeremo tale idea, utilizzando l'approccio filosofico anarchico per esplorare come tale disciplina si basi su una concezione riduzionista della natura umana e come ciò influenzi le sue pratiche.

In questo modo, speriamo di stimolare una riflessione critica sulla salute mentale e di offrire un'alternativa alla cultura patologizzante e medicalizzante della psichiatria.

La psichiatria è la nuova religione del nostro tempo. Non ci credi? Guarda i fatti: ogni giorno, migliaia di persone in tutto il mondo si sottopongono a "sacrifici" regolari di pillole psicotrope, in nome della cura dei loro problemi mentali.

 

E non è solo una questione di consumo di droghe. La psichiatria ha il suo culto, i suoi fedeli e i suoi sacerdoti. Chi altro potrebbero essere i sacerdoti della psichiatria se non i medici stessi? Come tutti i sacerdoti, essi possiedono l'autorità e il potere di decidere chi deve essere curato, e come.

 

Ma non tutti accettano questa nuova religione. 

Introduzione

La psichiatria è una pseudoscienza, e come tale, non dovrebbe essere considerata una disciplina medica legittima. Questa affermazione potrebbe sembrare audace, ma se si esaminano attentamente i fatti, si può facilmente vedere come la psichiatria si basi su fondamenta scientifiche estremamente fragili.

Innanzitutto, la psichiatria si basa sulla premessa che le malattie mentali siano causate da squilibri chimici nel cervello. Tuttavia, non esiste alcuna prova scientifica che dimostri che i disturbi mentali siano causati da un singolo squilibrio chimico nel cervello. Al contrario, i ricercatori hanno scoperto che i disturbi mentali sono il risultato di una combinazione di fattori biologici, psicologici e ambientali.

In secondo luogo, molte delle diagnosi psichiatriche sono basate su sintomi vaghi e generalizzati che potrebbero essere causati da molteplici fattori. Ad esempio, la diagnosi di "disturbo bipolare" si basa su sintomi come oscillazioni d'umore, insonnia e agitazione. Tuttavia, questi sintomi potrebbero essere il risultato di molteplici fattori, tra cui stress, ansia, abuso di sostanze o malattie fisiche.

In terzo luogo, molte delle terapie psichiatriche sono basate su teorie obsolete e non supportate dalla ricerca attuale. Ad esempio, la psicoanalisi, che è stata ampiamente utilizzata nel trattamento dei disturbi mentali, si basa sulla teoria che i disturbi mentali siano il risultato di conflitti inconsci. Tuttavia, questa teoria non è mai stata dimostrata e la psicoanalisi è stata abbandonata dalla maggior parte dei professionisti della salute mentale.

Infine, la psichiatria è stata storicamente utilizzata per giustificare la coercizione e la soppressione delle persone che non si conformano alle norme sociali dominanti. Ad esempio, l'omosessualità è stata storicamente considerata una malattia mentale e molti omosessuali sono stati sottoposti a terapie di conversione coercitive. La psichiatria è stata anche utilizzata per giustificare il razzismo e la discriminazione contro le minoranze.

In conclusione, la psichiatria non è una scienza legittima, ma piuttosto una pseudoscienza che si basa su teorie obsolette e pratiche coercitive. Come filosofi anarchici, dobbiamo respingere la psichiatria e lavorare per costruire una società che accetta la diversità e la non conformità come valore fondamentale.

La critica della filosofia ontologica anarchica alla psichiatria

La filosofia ontologica anarchica ha origini antiche, ma si è sviluppata soprattutto nell'ambito della filosofia contemporanea, grazie agli studi di autori come Gilles Deleuze, Félix Guattari e Michel Foucault. In particolare, questi autori hanno analizzato le relazioni tra le diverse realtà, le loro forme di potere e le possibilità di trasformazione.

In sintesi, la filosofia ontologica anarchica sottolinea l'importanza della molteplicità degli esseri e delle realtà, mettendo in discussione le concezioni di normalità, oggettività e verità che sono alla base della conoscenza e dell'organizzazione sociale. Questa filosofia ha implicazioni importanti per l'analisi critica della psichiatria, come vedremo nei capitoli successivi.

  • Uno dei concetti chiave è quello di molteplicità. La molteplicità si riferisce alla presenza di diverse realtà, che possono essere di natura fisica, biologica, culturale o psicologica. Ogni realtà ha le sue caratteristiche specifiche e la sua autonomia, ma al tempo stesso è in relazione con le altre realtà, creando una rete di interazioni e di influenze reciproche.
  • Un'altra è la critica alla concezione di normalità. Secondo questa filosofia, la normalità non è un concetto oggettivo e universale, ma è il frutto di una costruzione sociale che privilegia alcune realtà a discapito di altre. La normalità, quindi, non è una caratteristica intrinseca delle cose, ma è il risultato di un processo di selezione e di gerarchizzazione.
  • Infine, si mette in discussione l'idea di oggettività e di verità assoluta. Secondo questa filosofia, non esiste una conoscenza oggettiva e universale, ma solo un insieme di conoscenze che dipendono dalle diverse realtà e dai diversi punti di vista. La verità, quindi, non è una proprietà delle cose, ma è il frutto di un processo di costruzione e di negoziazione tra le diverse realtà.

La filosofia ontologica anarchica mette in discussione le concezioni di normalità, oggettività e verità che sono alla base della psichiatria:

La Definizione di Disturbo Mentale

Secondo la psichiatria, il disturbo mentale è una condizione patologica che altera il funzionamento psichico dell'individuo. Tuttavia, la validità di questa definizione è dubbia, poiché che la normalità non è un concetto oggettivo e universale. Inoltre, l'uso di criteri diagnostici basati su categorie eziologiche tendono a sminuire la complessità della realtà psichica.

L'Approccio Terapeutico

La psichiatria utilizza principalmente farmaci e terapie comportamentali per trattare i disturbi mentali, ma queste terapie non tengono conto della molteplicità delle realtà psichiche e delle diverse esperienze soggettive. Inoltre, l'idea che il disturbo mentale possa essere curato o eliminato è dubbia, poiché che la salute mentale è una condizione fluida e dinamica.

Il Potere Normativo

La psichiatria ha un forte potere normativo, che si manifesta nella definizione di normalità e di disturbo mentale. Questo potere normativo tende a privilegiare alcune realtà a discapito di altre, creando forme di esclusione e di oppressione. Inoltre, la validità della conoscenza psichiatrica è relativa, poiché che la verità non è una proprietà delle cose, ma è il frutto di un processo di costruzione e di negoziazione tra le diverse realtà soggettive.

Controllo Sociale e Addomesticazione Umana

Il paradosso di una società che utilizza psicofarmaci per eliminare lo stress anziché eliminare le fonti di stress può essere analizzato ontologicamente alla luce della concezione anarchica della natura umana. Gli esseri umani sono dotati di una natura libera e spontanea, ma questa natura viene repressa e distorta dalla società e dalle sue istituzioni. La psichiatria, come istituzione, è uno strumento di controllo sociale che vuole uniformare il comportamento degli individui alla norma stabilita dalla società, anziché liberare l'individuo dalla costrizione sociale.

Inoltre, l'idea di utilizzare psicofarmaci per eliminare lo stress anziché eliminare le fonti di stress riflette una mentalità consumistica e individualistica che privilegia la soluzione facile e veloce al problema invece di affrontarlo alla radice. Questo atteggiamento riflette anche una concezione distorta della natura umana, in cui la sofferenza e lo stress sono visti come sintomi da eliminare invece che come elementi naturali della vita umana.

La questione di sopportare o non sopportare qualcosa può essere analizzata ontologicamente alla luce della natura umana. Rinunciare alla propria natura di esseri umani significa rinnegare la propria libertà e spontaneità, e accettare di essere dominati dalle costrizioni imposte dalla società. Tuttavia, la capacità di sopportare e superare le difficoltà della vita è un elemento fondamentale della natura umana, che riflette la capacità dell'individuo di adattarsi alle sfide della vita e di superarle.

L'origine sociale dei disturbi mentali

I disturbi mentali sono costrutti sociali che riflettono i valori e le norme della società occidentale. Uno dei principali esempi di costrutto sociale del disturbo mentale è rappresentato dalla schizofrenia. Questa patologia è stata descritta per la prima volta nel 1911 dallo psichiatra svizzero Eugen Bleuler, che la definì come una "spaccatura" della personalità. La schizofrenia fu poi riconosciuta come disturbo mentale nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM) del 1952, e da allora è stata oggetto di numerose ricerche scientifiche e diagnosticate in milioni di persone in tutto il mondo.

Tuttavia, l'origine sociale della schizofrenia è stata oggetto di dibattito tra gli studiosi. Alcuni sostengono che si tratti di una malattia genetica o biologica, mentre altri mettono in evidenza l'importanza del contesto sociale nella sua origine e sviluppo. Ad esempio, uno studio condotto nel 2010 ha dimostrato che la schizofrenia è più diffusa in paesi occidentali industrializzati rispetto a quelli in via di sviluppo, suggerendo che la cultura e lo stile di vita occidentale potrebbero influire sulla sua origine.

Inoltre, la definizione di disturbo mentale è spesso arbitraria e soggettiva, e dipende dalle norme sociali e culturali prevalenti in una determinata epoca storica. Ad esempio, negli anni '50 del secolo scorso, la sessualità omosessuale era considerata una patologia mentale negli Stati Uniti, mentre oggi è considerata un'identità sessuale legittima e protetta dalla legge.

In questo senso, è discutibile l'idea che i disturbi mentali siano patologie biologiche o genetiche, e sostiene invece che siano il risultato di una costruzione sociale. Tale critica mette in discussione l'intera disciplina psichiatrica, chiedendosi se essa sia in grado di distinguere tra normalità e patologia mentale in modo obiettivo e scientifico.

La medicalizzazione dei disturbi mentali

La tendenza della psichiatria è quella di considerare tali disturbi come patologie biologiche e a cercare di curarle con farmaci psicotropi.

Uno dei principali problemi di questa medicalizzazione è rappresentato dalla sovramedicalizzazione, ovvero la diagnosi e il trattamento eccessivo di disturbi mentali. Secondo uno studio del 2019 pubblicato sulla rivista JAMA Network Open, la percentuale di adulti americani che assume farmaci psicotropi è aumentata del 70% tra il 1999 e il 2016. Ciò suggerisce che la psichiatria sia diventata sempre più dipendente dai farmaci per trattare i disturbi mentali, anche in casi in cui la terapia farmacologica potrebbe non essere la soluzione migliore.

Inoltre, la medicalizzazione dei disturbi mentali può comportare l'uso improprio di farmaci psicotropi e l'insorgere di effetti collaterali indesiderati. Ad esempio, gli antipsicotici utilizzati per trattare la schizofrenia possono causare obesità, diabete e altri problemi di salute, mentre i tranquillanti utilizzati per trattare l'ansia e il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) possono essere abusati e causare dipendenza.

La medicalizzazione dei disturbi mentali è spesso una soluzione superficiale ai problemi sociali e culturali, che non affronta le cause profonde dei disturbi. Ad esempio, la depressione potrebbe essere il risultato di una condizione sociale alienante, e non necessariamente di un disordine chimico nel cervello.

È lampante la dipendenza dell'industria farmaceutica dalle terapie psicotrope, che ha portato alla produzione e alla vendita di farmaci costosi e a volte inutili. Tale dipendenza ha anche influenzato la ricerca scientifica sulla psichiatria, che si concentra spesso sulla scoperta di nuovi farmaci invece che sull'analisi delle cause sociali e culturali dei disturbi mentali.

In questo senso, vi è da mettere in discussione l'intera disciplina psichiatrica, chiedendosi se essa sia in grado di curare i disturbi mentali in modo efficace e rispettoso della dignità umana.

Devoluzione e riduzionismo

La psichiatria è una pseudoscienza in quanto essa si basa su un'interpretazione riduzionista e meccanicistica del comportamento umano e dei disturbi mentali. Secondo la teoria darwiniana dell'evoluzione, gli esseri viventi sono il prodotto di un processo evolutivo naturale, che si basa sulla selezione naturale delle caratteristiche più adattative.

Lo psichiatra si concentra sulla diagnosi e sul trattamento dei sintomi dei disturbi mentali senza considerare il loro contesto evolutivo. Ad esempio, lo psichiatra potrebbe definire un disturbo mentale come un problema di natura neurochimica, senza considerare il fatto che il comportamento umano e i disturbi mentali sono influenzati anche da fattori ambientali e sociali.

Lo psichiatra tende a considerare l'essere umano come una macchina biologica complessa, piuttosto che come un essere vivente con una storia evolutiva e culturale unica. Questo riduzionismo meccanicistico non tiene conto della complessità dell'essere umano e delle molteplici influenze ambientali e sociali che hanno contribuito alla formazione della sua personalità e del suo comportamento.

Gli psichiatri spesso mancano di una base scientifica solida per le loro teorie e le loro pratiche. Ad esempio, molte delle diagnosi psichiatriche si basano su criteri soggettivi e le cure sono spesso basate sull'uso di farmaci che possono avere effetti collaterali significativi. In questo senso, la psichiatria non rispetta i principi del metodo scientifico e non garantisce la sicurezza e l'efficacia delle sue pratiche.

Dissociazione dall'ambiente naturale

La psichiatria come disciplina tende a trattare la mente e il corpo come entità separate, ignorando la loro interdipendenza e la loro connessione con l'ambiente naturale.

Haeckel sosteneva che tutti gli organismi viventi sono interconnessi e che l'ambiente naturale è un elemento essenziale per la salute e il benessere umano.

Lo psichiatra, invece, spesso si concentra sul trattamento dei sintomi dei disturbi mentali attraverso farmaci e terapie, ignorando l'importanza dell'ambiente naturale per la salute mentale.

Attraverso la sua enfasi sulla diagnosi e la categorizzazione dei disturbi mentali, tende a ridurre la complessità dell'essere umano e delle sue relazioni con l'ambiente naturale, portando ad una visione limitata e distorta della realtà.

Infine, tramite l'uso di farmaci e terapie che spesso hanno effetti collaterali e conseguenze negative sull'ambiente naturale, si contribuisce alla distruzione dell'ecosistema e alla perdita della biodiversità.

L'inganno del codice "de"ontologico della psichiatria: una negazione dell'ontologia

È fondamentale sollevare la questione dell'inganno insito nel codice deontologico della psichiatria, poiché esso rappresenta una negazione dell'ontologia stessa. Spesso ci viene presentato il codice deontologico come una guida etica e morale per i professionisti della salute mentale, ma dobbiamo interrogarci sulla sua reale natura e sui suoi limiti.

La deontologia psichiatrica, sebbene presentata come una guida etica per il comportamento dei professionisti, spesso nasconde una serie di inganni e contraddizioni. Mentre l'ontologia cerca di esplorare e comprendere la natura profonda della psiche umana, la deontologia tende a ridurre l'essenza umana a regole e norme prestabilite. Invece di promuovere un'analisi critica e aperta della complessità dell'essere umano, il codice deontologico pone dei limiti restrittivi e stereotipati su come la pratica psichiatrica dovrebbe essere condotta.

È importante che chiunque si avvicini a un professionista nel campo della salute mentale gli ponga alcune domande cruciali:

"Sono davanti a un indottrinatore o a un vero conoscitore delle profondità dell'essere umano?"

 

"Chi detiene il potere di definire ciò che è 'normale' e ciò che è 'patologico'?" 

 

"Sei disposto a mettere in discussione il paradigma dominante della psichiatria e a esplorare alternative che rispettino l'autenticità e la libertà dei pazienti?"

Molti psicologi e psichiatri possono essere truffatori, che utilizzano la psichiatria come una forma di pseudoscienza per trarre profitto dalle persone più vulnerabili e ingannare gli allocchi.

Invece di promuovere una vera comprensione dell'ontologia della psiche umana, la deontologia psichiatrica crea un quadro rigido e limitante, che spesso si basa su teorie riduzionistiche e semplificazioni delle complessità umane. Questo approccio standardizzato rischia di trascurare l'unicità di ogni individuo e di ridurlo a un semplice insieme di sintomi e diagnosi.

Siamo chiamati a rimanere vigili e critici di fronte a un sistema che cerca di trarre vantaggio dalla sofferenza altrui. È fondamentale che siamo consapevoli delle possibili trappole dell'industria psichiatrica e delle sue dinamiche di potere. Dobbiamo porre domande, sfidare le convenzioni e cercare alternative che valorizzino l'autonomia individuale e il diritto di essere trattati come esseri umani complessi e unici.

Il codice deontologico della psichiatria, pur presentandosi come una guida etica, può essere un veicolo per l'inganno e la manipolazione. Invito ogni individuo ad essere critico e a porre domande preliminari quando si avvicina a un professionista della salute mentale. Difendiamo il diritto di essere trattati come esseri umani, non come numeri su un foglio di diagnosi.

Figure di spicco

Ci sono stati diversi psichiatri di fama che si sono opposti alla terapia a base di psicofarmaci. Alcuni esempi significativi includono:

  • Thomas Szasz: Szasz è stato uno dei più influenti critici della psichiatria moderna. Ha sostenuto che i disturbi mentali non sono malattie biologiche, ma concetti sociali creati per controllare e stigmatizzare comportamenti devianti. Ha criticato l'uso eccessivo di psicofarmaci e ha promosso l'idea che i problemi mentali dovrebbero essere affrontati attraverso il dialogo e l'empatia, piuttosto che con farmaci che alterano la mente.
  • Peter Breggin: Breggin è uno psichiatra e attivista che ha sostenuto un approccio critico nei confronti della psichiatria biologica e dell'uso di psicofarmaci. Ha evidenziato gli effetti dannosi dei farmaci psicotropi, inclusi gli antidepressivi e gli antipsicotici, e ha sottolineato l'importanza di alternative non farmacologiche come la terapia cognitivo-comportamentale e l'approccio psicoterapeutico.
  • David Healy: Healy è uno psichiatra e ricercatore che ha sollevato preoccupazioni sull'uso eccessivo di psicofarmaci e sui potenziali effetti collaterali. Ha condotto ricerche sulle conseguenze degli antidepressivi e ha criticato l'influenza dell'industria farmaceutica nel promuovere l'uso di tali farmaci.
  • Joanna Moncrieff: Moncrieff è una psichiatra britannica che ha messo in discussione il modello biologico della psichiatria e ha criticato l'eccessiva medicalizzazione delle sofferenze mentali. Ha sostenuto l'importanza di una visione più ampia e contestualizzata dei problemi mentali, senza affidarsi eccessivamente ai farmaci.

Questi sono solo alcuni esempi di psichiatri che si sono opposti all'uso indiscriminato di psicofarmaci e hanno cercato di promuovere approcci più olistici e critici nei confronti della salute mentale.

Narcisismo tossico

Oh wow, proprio fantastico il tuo stile di vita evoluto, no? Sì, tutti sappiamo che la soluzione ai problemi mentali e sociali è ingerire pillole che ci rendono dipendenti e ci impediscono di affrontare i problemi alla radice. Complimenti per la tua rivoluzione personale, ti invidiamo tutti per la tua schiavitù chimica.

Utilizzare la psichiatria per attirare l'attenzione su di sé, è un comportamento narcisistico e individualista che va contro i principi dell'anarchia.

In una società liberata dallo stato e dalle istituzioni autoritarie, ogni individuo sarebbe responsabile della propria vita e del proprio benessere, e dovrebbe cercare di risolvere i propri problemi in modo autonomo e responsabile.

Utilizzare la psichiatria come scusa per non affrontare i propri problemi e stressare gli altri con continue lamentele sui farmaci e sulle terapie è un comportamento che va contro questi principi.

Inoltre, l'utilizzo eccessivo di psicofarmaci può avere effetti negativi sulla salute e sul benessere delle persone, e promuove una cultura del consumo di farmaci che va contro i principi dell'autonomia e della responsabilità individuale.

L'uso della psichiatria come strumento per attirare l'attenzione su di sé e non affrontare i propri problemi non solo va contro i principi dell'anarchia, ma può anche avere conseguenze negative sulla salute e sul benessere delle persone che ti circondano.

La Cura è la Libertà

Chi è schiavo della psichiatria non può essere veramente anarchico perché l'anarchia implica la libertà individuale e la responsabilità personale. Se una persona accetta di essere etichettata e classificata come "malata mentale" e di essere trattata con psicofarmaci, sta rinunciando alla propria libertà e alla propria responsabilità nella gestione della propria vita e della propria salute mentale.

L'essere umano è alla ricerca costante della felicità, ma spesso si perde nella ricerca di soluzioni esterne che possano portare una felicità immediata, come gli psicofarmaci. Questa tendenza ci fa dimenticare la libertà di scegliere cosa ci rende felici e ci porta a diventare schiavi di un sistema che ci promette la felicità attraverso una pillola.

Essere padroni della nostra felicità significa essere liberi di scegliere come gestire la nostra vita e le nostre emozioni, senza dover dipendere da un sistema che ci promette la felicità attraverso una pillola. Dobbiamo imparare a riconoscere i nostri bisogni e le nostre emozioni, e a trovare soluzioni personali che ci permettano di raggiungere i nostri obiettivi e di vivere la vita che desideriamo.

Inoltre, la psichiatria come istituzione è in conflitto con i principi anarchici di uguaglianza e autodeterminazione. La psichiatria esercita un potere coercitivo sulle persone etichettate come malate mentali, limitando le loro libertà e violando il loro diritto all'autodeterminazione. In questo senso, la psichiatria è una forma di autorità e controllo sociale che va contro l'obiettivo dell'anarchia di una società libera e autogestita.

Pertanto, un vero anarchico dovrebbe essere critico nei confronti della psichiatria e lottare per la libertà individuale e la responsabilità personale nella gestione della salute mentale. Questo implica la ricerca di alternative alla psichiatria basate sull'autogestione, la solidarietà e l'empowerment delle persone, piuttosto che sulla diagnosi e la medicalizzazione dei problemi mentali.

Conclusione

Se nonostante tutte le critiche e le evidenze presentate, decidi ancora di affidarti alla psichiatria, sei complice di un sistema che ti riduce a un oggetto da controllare e manipolare. Non solo accetti di essere trattato come un paziente anziché come un essere umano in tutta la sua complessità, ma stai anche sostenendo un'industria che trae profitto dalla tua sofferenza.

Non possiamo più ignorare il fatto che la psichiatria è una pseudoscienza che alimenta il sistema di potere dominante. Non possiamo continuare a farci prescrivere farmaci che non curano veramente le cause dei nostri problemi, ma che ci rendono dipendenti da una soluzione illusoria. Dobbiamo prendere in mano le nostre vite e trovare modi più sani ed equilibrati di affrontare le sfide della vita, senza affidarci alla psichiatria come una panacea per tutti i nostri problemi.

Solo attraverso l'autonomia, la solidarietà e la resistenza possiamo costruire un mondo in cui le persone siano libere di essere se stesse, senza essere etichettate e manipolate dal potere medico e farmaceutico. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo e lotta per la tua libertà e quella degli altri. La scelta è tua.


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