«Poi ‘nta la guerra,

d’undi ca juntau,

‘nu sindacu sovieticu sciurtìu;

‘na repubblica russa ‘mminestràu,

e, comu fu lu fattu, scumparìu»

(Poesia in dialetto calabrese di Pasquale Cavallaro)

La cosiddetta Repubblica Rossa di Caulonia nacque il 6 marzo 1945, sotto la guida del sindaco di Caulonia, Pasquale Cavallaro, insegnante elementare, ex seminarista, iscritto dal 1943 al Partito Comunista Italiano, ed ebbe brevissima durata.

La rivolta che portò all'instaurazione della Repubblica scaturì dalle proteste e tumulti dei contadini, soggetti ancora a potenti proprietari terrieri che intendevano conservare i privilegi detenuti ai tempi del fascismo e più in generale sin dai tempi post-unitari con la riforma fondiaria che fece ottenere ai latifondisti gran parte delle terre già di proprietà della Chiesa tramite la legge del 7 luglio 1866, che dispose l'incameramento e la "vendita" al libero commercio e alla coltivazione dei beni della manomorta ecclesiastica.

I prodomi

Nel gennaio del 1944 il prefetto di Reggio Calabria nomina Pasquale Cavallaro sindaco di Caulonia, paese in cui si faceva sempre più aspro lo scontro tra braccianti e agrari, a causa delle misere condizioni economiche nelle quali versavano all'epoca i contadini. Per le strade del paese, alcuni gruppi di "partigiani" del Sud capeggiati dal figlio del sindaco, Ercole Cavallaro, iniziano a infliggere violenze: viene assaltata la cascina dell'ex console fascista Nestore Prota; nella stessa occasione viene ferito Pasqualino Roda, un ragazzo che si trovava lì per caso; l'agricoltore Antonio Ocello, accusato di aver messo su un gruppo di reduci fascisti al Nord, viene sottoposto alla roulette russa; il parroco don Giuseppe Rotella, che aveva preso posizione contro le violenze, viene picchiato a sangue con mazze ferrate.

Svolgimento

Il 5 marzo 1945, in seguito a queste angherie, Ercole Cavallaro viene denunciato e arrestato. Le pressioni del padre per liberare il figlio danno il via alla rivolta del paese: il giorno seguente lo stesso Cavallaro occupa la sede del telegrafo, l'ufficio postale e la caserma dei Carabinieri Reali con un gruppo di fedelissimi.

Nel momento in cui sul campanile della chiesa viene issata la bandiera rossa con falce e martello viene proclamata la "Repubblica Rossa di Caulonia" e immediatamente il PCI viene messo al corrente con un telegramma.

In tutto il paese, intanto, si susseguono eventi raccapriccianti ad opera dei cosiddetti "caulonisti": viene torturato e frustato il notaio, costretto a portare scalzo carichi di sassi pesanti; stessa sorte per l'ingegnere Ilario Franco, le cui ferite vengono tamponate con aceto e sale; alcune donne, tra cui Anna Curtale, Rosa Petrone, Maria Murdocco e Maria Mazza, vengono violentate e stuprate; anche l'operaio Vincenzo Niutta, il calzolaio Raffaele Lucano e il giornalaio Gabriele Lavorata subiscono violenze da parte dei rivoltosi con la coccarda rossa sul petto.

Prima dell'arrivo delle forze di polizia da Reggio Calabria alcuni "caulonisti", dopo essere entrati nella casa del parroco don Gennaro Amato (vecchia conoscenza del sindaco Cavallaro ai tempi del seminario), lo uccidono con una scarica di mitra.

La fine della Repubblica rossa

La rivolta si estese in poco tempo anche ai comuni limitrofi, anche se durò appena cinque giorni, poiché il 9 marzo venne sedata.

Ciononostante, la risonanza in campo internazionale fu grande, tanto che Stalin durante una trasmissione di Radio Praga disse:

«ci voleva un Cavallaro per ogni città».

In quel breve lasso di tempo i contadini, protagonisti della rivolta, proclamarono più volte la repubblica e istituirono un esercito popolare e un tribunale del popolo. Anche Corrado Alvaro nel suo libro Mastrangelina descrisse così gli avvenimenti:

«Sfilavano in massa cantando inni, sventolando cartelli, mulinando bastoni. [...] Tutti insieme si sentivano giovani, padroni della strada, in una raffigurazione storica, in una scena imitata dai libri che avevano letto.»

Inizialmente venne sostenuta dal PCI locale; successivamente, dopo l'uccisione del parroco Gennaro Amato, i rivoltosi vennero isolati e rapidamente disarmati. Il 15 aprile 1945 Cavallaro si dimise da sindaco.

Il processo

Il 23 giugno 1947, i 365 partecipanti alla sommossa furono accusati davanti al tribunale di Locri di: costituzione di bande armate, estorsione, violenza a privati, usurpazione di pubblico impiego e omicidio.

Grazie all'amnistia Togliatti quasi tutti riuscirono a evitare la condanna tranne tre persone: Ilario Bava e Giuseppe Menno, responsabili dell'uccisione di don Gennaro Amato, e Pasquale Cavallaro, mandante dell'omicidio. Subito dopo il processo decine di contadini vennero picchiati a sangue e quattro lavoratori morirono per le torture e le violenze subite.


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Hemingway fondò la sua micronazione di Nuova Atlantide su una chiatta che aveva rimorchiato dalla Giamaica, nel luglio 1964. Ha utilizzato il Guano Islands Act del 1856 per rivendicare metà della chiatta come una nuova nazione e metà per gli Stati Uniti.

Hemingway ha anche "scritto" una costituzione, che era una copia della Costituzione degli Stati Uniti con le parole "Nuova Atlantide" sostituite da "Stati Uniti". Lo scopo di New Atlantis era quello di generare denaro per la ricerca oceanografica vendendo monete e francobolli.

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Questa storia “lunga” è la storia di Michele Mulieri, un “Figlio del Tricolore” che però non si riconosceva cittadino dell’Italia; infatti, era il capo assoluto della Repubblica dei Piani Sottani.

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Doddore Meloni e la Repubblica di Malu Entu

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Socialismo Inglese

Il socialismo inglese, più conosciuto con il suo ritaglio Ingsoc e in alternativa come "orwellianismo", è un'ideologia totalitaria "doubleplus" basata sul romanzo classico di George Orwell 1984, che abita in un'area dell'AuthUnity al di fuori della bussola politica. IngSoc ha incaricato l'autore di ricordarti che la guerra è pace, la libertà è schiavitù e l'ignoranza è forza. Il grande Fratello ti sta osservando. Viene spesso descritto come "l'apice del totalitarismo", in cui lo stato ha il controllo completo sull'individuo.

Ernst Junger: Il Trattato del Ribelle

"Quando tutte le istituzioni divengono equivoche o addirittura sospette, e persino nelle chiese si sente pregare ad alta voce per i persecutori, anziché per le vittime, la responsabilità morale passa nelle mani del singolo, o meglio del singolo che non si è ancora piegato."

Attraverso lo Specchio dell'Attivismo: Smontando l'Elogio della Militanza

Benvenuti a questa recensione di una recensione, un viaggio attraverso le intricate spirali del pensiero e della critica. In un atto ricorsivo di riflessione autoreferenziale, ci addentriamo nell'analisi di "Elogio della Militanza", esaminando non solo il contenuto del testo in questione, ma anche la nostra interazione con esso. Proprio come l'autore dell'articolo originale ha affrontato il libro di Roggero, ci addentriamo nelle profondità dei paragrafi, tracciando un percorso di contestazione e sarcasmo dall'angolazione di un attivista anarchico che ripudia la militanza.

Anarchia vs Comunalismo: Bookchin tra "Stilismo di Vita", Ideologia e Greenwashing

Il padre del comunalismo; Murray Bookchin, è stato a lungo identificato come anarchico ma più tardi nella vita ha scritto aspri attacchi contro gli anarchici. Ha in gran parte inventato uno scisma immaginario tra quelli che ha definito anarchici "lifestylist" e socialisti, denunciando questi "stilisti di vita" come inferiori a lui.

Anche se alla fine abbandonò l'anarchismo in favore della sua ideologia comunalista, questa divisione elitaria che creò tra "stile di vita" e socialismo continua a riverberarsi oggi, con alcuni social-anarchici che arrivano persino a prendere le distanze dagli aspetti individualisti dell'anarchia che ha in gran parte definito il movimento fin dall'inizio.

Questa divisione fabbricata ha aiutato molto a frammentare gli anarchici in due fazioni opposte e ha portato a inutili lotte intestine e distrazioni.

Sorel, il primo Sindacalista Rivoluzionario

Afferma Sorel: «il socialismo è una questione morale, nel senso che esso porta alla luce un nuovo modo di giudicare gli atti umani, oppure, seguendo una celebre espressione di Nietzsche, una nuova valutazione di tutti i valori».

Il proletariato non ha bisogno di guide: autorganizzandosi, invece, può rendersi consapevole della sua funzione rivoluzionaria. Contro la tesi marxista del proletariato organizzato in un partito, Sorel auspica - senza per questo riprendere le idee anarchiche di Michail Bakunin ma semmai quelle di Proudhon, il primo anarchico - che l'azione diretta, senza mediazione alcuna, sia lo strumento dell'azione rivoluzionaria.