Dal Canada all'Africa, nel corso di migliaia di anni i popoli tribali hanno escogitato metodi ingegnosi per vivere in ambienti diversi e spesso ostili, mantenendo il delicato equilibrio tra uomo e natura. In occasione della Giornata Internazionale Onu dei popoli indigeni che si celebra il 9 agosto, Survival International pubblica una galleria di immagini attraverso le quali racconta alcune delle tecniche elaborate dai popoli tribali in varie parti del mondo.

A partire dai Moken delle Andamane che hanno sviluppato l'eccezionale capacità di vedere sott'acqua mettendo a fuoco, per andare in cerca di cibo sul fondale marino. La loro vista è il 50% più potente della nostra. Prima della caccia, spesso i Matsés che vivono tra Brasile e Perù si soffiano il tabacco nel naso a vicenda per aumentare l'energia, o assumono un veleno di rana che garantisce lucidità e forza per giorni.

Gli Hadza della Tanzania hanno sviluppato una relazione di aiuto reciproco con gli uccelli-guida, che li conducono agli alveari delle api selvatiche sui rami più alti dei baobab. Gli Indiani Tucano utilizzano più di cinquanta varietà differenti di manioca. Coltivata originariamente dagli Indiani sudamericani, oggi la manioca è divenuta l'alimento principale della dieta di circa un miliardo di persone in oltre 100 paesi diversi.

Molti dei farmaci utilizzati oggi dalla medicina occidentale ci vengono dai popoli indigeni, come il curaro, il veleno che i cacciatori yanomami applicano sulle punte delle frecce per immobilizzare le prede. E poi gli Awá, la tribù più minacciata del mondo. Le donne Awá si prendono cura di diverse specie di cuccioli di scimmia rimasti orfani, tra cui le scimmie urlatrici e quelle cappuccine, che allattano al seno. E per illuminare le case di notte, bruciano una resina che estraggono da un albero rosso brasiliano, il maçaranduba. La sopravvivenza degli Awá è minacciata dal disboscamento illegale e dagli attacchi violenti degli invasori.

Dopo due anni di pressioni da parte di Survival, recentemente il governo brasiliano ha cominciato a espellere taglialegna, coloni e allevatori intorno al territorio della tribù, ma è cruciale che le operazioni si estendano anche nel cuore della loro terra. "Lo sviluppo di queste conoscenze e abilità testimonia il potenziale creativo degli esseri umani e la loro straordinaria capacità di adattamento - spiega Francesca Casella, direttrice di Survival Italia - Ma dimostra anche che quando le loro terre vengono protette adeguatamente, i popoli tribali non solo sopravvivono, ma possono anche continuare a condurre una vita prospera, generalmente sana e auto-sufficiente".


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