Quella Geografia che fino agli anni cinquanta del secolo scorso si proponeva come sintesi conoscitiva enciclopedica dei vari ambiti dell'esistente non ha più piena validità. Oggi essa ha necessità di assumere una scala, una modalità di indagine e una finalità capaci di far cogliere nel contempo le cause e l'evolversi delle situazioni locali, statali, continentali e planetarie. Una geografia quindi in grado di cogliere gli aspetti del sociale e del culturale in rapporto alle situazioni ecologico ambientali e delle risorse. Una geografia cioè atta a fornire indicazioni sullo sviluppo sostenibile.

Non però una nuova geografia caratterizzata da nuovi soggetti di studio ed ha un nuovo metodo, ma una geografia nuova nella prassi e nelle finalità; in grado cioè, conoscendo il interpretando la varietà e la diversità dei territori e delle popolazioni che li abitano, di fornire indicazione dei singoli popoli e all'intera umanità per gestire armonicamente il proprio spazio senza rinunciare alla propria individualità.

Tutti gli uomini e i loro territori sono ormai coinvolti dalle "vicende del mondo" che non possono essere ignorate anche se si verificano in aree spazialmente lontane (è questa di fatto, la vera e irreversibile globalizzazione). I flussi di ogni tipo, sia quelli di merci e persone, sia quelli culturali e ideologici si integrano formando una rete di interdipendenze che, purtroppo, si verificano in un mondo di comunità statali diseguali e tra loro in rapporti di Forza. La trama delle relazioni planetarie condiziona sia la vita dei singoli sia la scelta degli Stati.

La finalità vera della geografia quale scelta operativa, e non più qual è semplice disciplina conoscitiva, risulta pertanto quella di fornire indicazioni per organizzare gli spazi in equilibrio con i caratteri e le potenzialità quali-quantitative loro e degli uomini che ne occupano. è ormai chiaro che lo spazio geografico risulta essere un vero e proprio unico ecosistema nel quale le sue componenti principali - realtà inanimate (fisiche) e animate (uomini, animali e piante), statiche e dinamiche, materiali e immateriali - si trovano in un equilibrio dinamico.

Qualora una componente decada (se pensi all'esaurimento di una materia prima o di una fonte di energia) tutto il sistema si evolverà verso un "ordine nuovo" di tipologia, livello e valore diverso dal precedente. Ciò si verificherà anche con l'introduzione di una nuova componente, chimica o fisica sia culturale e sociale, che sovente non ben controllata generale razzi innovazione ma soprattutto "inquinamento" e devianza e al preesistente sistema.

Resta poi vero che più una società è tecnologicamente avanzata, complessa e dinamica, più essa crede di essere libero di creare lo spazio geografico che nel momento contingente maggiormente le aggrada, dimenticando per ignoranza indifferenza o superficialità le leggi dei giusti rapporti tra le componenti dell'esistente.

Ciò ulteriormente evidenzia la necessità di una geografia in grado di fornire lumi per una programmazione, a breve ea lungo termine, relativa agli ambienti fenomenologici e spaziali, locali e planetari.

Un tempo la geografia poteva essere definita la "scienza dell'esistente" ritenendo che i suoi compiti dovessero essere quelli di comprendere e interpretare il paesaggio; oggi essa deve acquistare anche il compito di "scienza della previsione" e, quindi, dell'organizzazione e pianificazione, in quanto capace di programmare, utilizzando parametrazioni e standard, lo sviluppo possibile dei territori e delle comunità che li abitano.

Per far ciò, per potere cioè globalizzare in un’unica sintesi conoscitiva le situazioni delle diverse componenti dell’esistente, occorre però procedere ancora oggi per ambiti tematici. Si avranno così le geografie dei fenomeni fisici, della vegetazione e degli animali, nonché le geografie degli uomini nelle loro valenze demografica, sociale e culturale, economica, insediativa e politica.

Non certo però tante geografie, ma tante branche della medesima scienza, tra loro unificate nel metodo e nella finalità.

Ma poiché tutti fatti e i fenomeni si concretizzano e interagiscono nei (e coi) territori, appare innanzitutto utile soffermarsi su come detti spazi debbano essere considerati e valutati nelle loro valenze.


Fonte: Atti della Società Naturalisti Matematici di Modena 140 (2009)


🌱 Vuoi supportarci? Visita il nostro eco-shop: