Si potrebbe dire che una politica economica simile alla corporatocrazia sia iniziata con il processo di enclosure in Inghilterra. Era un processo praticato in Inghilterra fin dal 13° secolo con il quale lo Stato inglese prendeva con la forza la terra rurale che era tradizionalmente di proprietà comune di piccoli collettivi e poi li dava a proprietari privati. Si tratta di un sistema economico in cui interviene statali all'interno dell'economia a beneficio del profitto di un numero selezionato per le società, in particolare nel contesto di schiacciamento concorrenza.

Quando il mercantilismo divenne popolare, i governi iniziarono a creare società monopolistiche su determinati commerci e industrie. Alcune di queste aziende come la Compagnia delle Indie Orientali e la Compagnia della Baia di Hudson divennero così potenti da governare efficacemente il territorio.

Durante l'Età dell'Oro, con l'ascesa del capitalismo industriale, i monopoli e altre società iniziarono ad avere maggiore influenza nel governo con la corruzione dilagante. Tuttavia, durante l'era progressista la corruzione e l'influenza delle società nel governo sono diminuite.

Dalla presidenza di Ronald Reagan negli anni '80, molti affermano che gli Stati Uniti hanno sperimentato un costante spostamento verso la corporatocrazia a causa di politiche più favorevoli date alle società, dell'influenza delle imprese nel governo (lobbying alias corruzione legalizzata), dell'aumento della disuguaglianza di reddito e del dominio dei posto di lavoro da parte delle aziende.

L'economista Jeffrey Sachs nella sua opera The Price of Civilization ha descritto gli Stati Uniti come una corporatocrazia. In questa opera sostiene che la corporatocrazia si fondi su alcune tendenze: partiti nazionali deboli, rappresentanza politica forte nei singoli distretti locali, la preminenza della classe militare degli Stati Uniti dopo la seconda guerra mondiale, un grande numero di corporazioni che usano denaro per finanziare le campagne elettorali, e la globalizzazione che sposta il bilanciamento dei poteri lontano dalla classe lavoratrice.

In una certa prospettiva, Corporatocrazia e governo dell'élite coincidono. Lo sostiene Charles Wright Mills: nelle corporatocrazie vi sono individui benestanti che rivestono una posizione di rilievo e controllano i processi di determinazione delle politiche pubbliche.

Il termine assume un'accezione negativa in particolare nella prospettiva dei critici della globalizzazione, che sostenogno tale processo come una dinamica di concentrazione del potere decisionale nelle mani di pochi.

Influenza sul libero mercato

Nel 2010 Edmund Phelps ha pubblicato un'analisi sostenendo che la causa delle disuguaglianze nei redditi non sia il libero mercato o il capitalismo ma, al contrario, il risultato dell'emergenza della corporatizzazione.

In questa prospettiva, l'espansione del ruolo delle corporation è in antitesi con i principi del libero mercato. Infatti, il controllo del potere decisionale e di influenza da parte di pochi è assimilabile a una visione quasi monopolistica dell'economia. La corporatocrazia viene, dunque, intesa come una forma di monopolio. Ne consegue che la naturale crescita di un libero mercato, se determinata dal potere di influenza di alcune –poche– corporazioni, viene frenata e determinata arbitrariamente, entrando in contraddizione, appunto, con il principio di libero mercato.

Si stima che le 200 più grandi corporation abbiano più influenza dell'80% dell'umanità e più potere delle economie di 182 Paesi messi insieme.

Phelps, nel suo libro Mass Flourishing, definisce il processo di corporatizzazione con le seguenti coordinate: condivisione di potere tra governo e grandi corporazioni; un'espansione dell'attività di lobbying e di supporto alle campagne politiche in cambio di un appoggio da parte del governo, aumento nella crescita dell'influenza nei settori finanziari e bancari, un consolidamento del campo delle corporazioni per mezzo di fusioni e acquisizioni, assieme a un potenziale aumento di corruzione e malafede nel rapporto tra governo e corporazioni e una mancanza di sviluppo di imprenditoria e piccole imprese, portare invece a uno stato di afasia.

Varianti

Socialismo al limone

Il socialismo al limone 🍋 è emerso come un termine peggiorativo per un sistema economico basato su: un governo che offre sussidi alle aziende deboli, cattive o in bancarotta in modo che non finiscano e rimangano nel mercato.

Supercapitalismo

Il supercapitalismo era un concetto creato dal dittatore fascista Benito Mussolini, in cui lo stato sarebbe intervenuto nella società in modo che fosse completamente standardizzata, in modo che le aziende potessero sapere cosa vogliono i clienti e i clienti potrebbero consumare all'infinito.

Modello dello Stato Libero del Congo

Il modello dello Stato libero del Congo era basato sull'omonima ex colonia del Belgio. L'economia si basa su uno stato che schiavizza popolazioni nere e africane, in modo che gli schiavi vengano distribuiti alle corporazioni e gli schiavi che non obbediscono verrebbero uccisi. In generale, l'economia dello Stato libero del Congo predica l'interferenza dello stato per proteggere le grandi società che schiavizzano neri e africani.

Bezosismo/Amazonismo

Il Bezosismo, Amazonismo o Amazonizazione, si basa sul rapporto tra Jeff Bezos e la sua azienda Amazon con il governo americano. È la forma più arida della corporatocrazia, che predica che l'unica ingerenza statale nell'economia è dare sussidi e perdonare qualche deregolamentazione delle aziende private.

Il pensiero di Steve Sisolak

Steve Sisolak pensava che i governi locali dovrebbero essere gestiti da società tecnocratiche. Ritiene che lasciando alle aziende tecnologiche la governance locale, lo sviluppo economico e i progressi tecnologici accelereranno.


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Per gli agoristi è importante distinguere tra mercati grigi e neri e un "mercato rosso". L'agorismo supporta solo comportamenti legali ma al di fuori del quadro del sistema statale (mercati grigi) o illegali ma non intrinsecamente violenti (mercati neri), ma non supporta il commercio relativo a cose che violano il principio di non aggressione (il mercato rosso). Sostengono tutti gli usi della Controeconomia definendola come la somma di tutte le Azioni Umane non aggressive vietate dallo Stato.

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