Salvatore "Doddore" Meloni era finito per la prima volta in carcere nel dicembre 1981. L’accusa di aver progettato una sorta di colpo di Stato per liberare la Sardegna dall’oppressione dello Stato italiano contando sul sostegno della Libia di Gheddafi gli costò nove anni di carcere e la cancellazione perpetua del diritto di voto. Arrivato all’età della pensione, ha ripreso la sua battaglia per l’indipendenza della Sardegna escludendo però stavolta ogni ricorso alla violenza e alle armi. Nell’estate del 2008 finisce sui giornali di tutto il mondo con l’occupazione dell’isola di Mal di Ventre e la proclamazione della Repubblica indipendente di Malu Entu.

«Meris in domu nostrà» (Padroni in casa nostra)

Il 25 agosto 2008, con un'azione a sorpresa, Salvatore "Doddore" Meloni, assieme a 12 fedelissimi, sbarca sull'isola e autoproclama la Repubblica Indipendente di Malu Entu (nome originario in lingua sarda dell'isola), appellandosi alla Carta di San Francisco.

In sardo malu bentu (o con elisione della prima consonante "malu 'entu") significa "cattivo vento" per via dei mutevoli e repentini cambiamenti delle condizioni meteorologiche, influenzate tanto dal vento dominante di maestrale tanto dalle brezze termiche determinate dalla relativa vicinanza alla Sardegna.

Gli indipendentisti, che fanno capo al Partito Paris, scelgono subito una bandiera per la neonata Repubblica, adottano un nuovo sistema monetario e si danno un proprio governo. L'intento è quello di fare dell'isola il 139° Paese riconosciuto dall'ONU.

Il quotidiano italiano La Repubblica ha riportato, nell'agosto del 2008, la notizia dell'iniziativa di un indipendentista sardo che mira al riconoscimento internazionale dell'isola di Mal di Ventre, quale "Repubblica Indipendente di Malu Entu", rifacendosi ai principi di autodeterminazione dei popoli sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite.

Salvatore Meloni, protagonista di altre storiche battaglie per l'indipendenza della Sardegna, ha provveduto a inviare il progetto sia alle Nazioni Unite ed ai suoi membri che al presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi.

Nel gennaio del 2009, dopo 5 mesi dalla data di autoproclamazione della Repubblica, un blitz del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale e della Capitaneria di porto ha sgomberato gli indipendentisti. Lo Stato risponde alla sua iniziativa riprendendosi l’isola con un imponente schieramento di forze dell’ordine, ma contestandogli soltanto reati di natura ambientale.

Salvatore Meloni, che da più di vent'anni trascorreva gran parte delle sue giornate sull'isoletta assieme ad altri indipendentisti, nel febbraio 2009 ha avviato una causa civile per l'usucapione dell'isola che, dal 1972, appartiene alla società napoletana "Turistica Cabras srl"; inoltre il Meloni ha richiesto al Comune di Cabras la residenza anagrafica sull'isola per rafforzare la sua iniziativa.

In seguito, Salvatore Meloni, sebbene allontanato, è ritornato sull'isola, prima del suo incarceramento a seguito di una condanna per frode fiscale.

Meloni replica promuovendo il movimento politico Paris e un referendum consultivo sulla indipendenza della Sardegna dall’Italia, che sarà poi bocciato dalla Regione.

Muore nel luglio 2016 ricoverato all'ospedale Santissima Trinità di Cagliari, dove era stato ricoverato dopo due mesi di sciopero della fame in carcere. Considerata dai suoi fedeli una morte di Stato, "perché si sono colpevolmente sottovalutate le condizioni di salute di un uomo di 74 anni, perché si sono ignorati gli appelli di amici, familiari, avvocati e perché è morta la pietà".


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