La Teoria Gender è un neologismo coniato in ambienti conservatori cattolici negli anni 90 del XX secolo per riferirsi in modo critico agli studi scientifici di genere: chi fa uso di tale espressione sostiene che gli studi di genere sottendano un complotto predefinito mirante alla distruzione della famiglia e di un supposto ordine naturale su cui fondare la società. In sostanza, l'espressione "teoria del gender" è un termine ombrello, usato come parola d'ordine contro i movimenti femministi e LGBT, in opposizione alle lotte, rivendicazioni e teorie che tali movimenti hanno elaborato e prodotto.

A questa "teoria gender" o "agenda gender" (presentata a seconda delle occasioni come filosofia progressista, teoria sociologica o ideologia di sinistra) viene imputato di propagandare l'inesistenza di differenza tra i sessi biologici, da ciò discendendo la possibilità di variare il proprio sesso a piacimento. Tale costruzione mescola elementi propri della sociologia costruzionista (il genere e i ruoli sociali come costrutti della società), degli studi di genere, della teoria queer (il superamento del binarismo di genere), del femminismo (l'uguaglianza tra uomo e donna), e degli studi sul transessualismo (la differenza tra identità di genere e sesso biologico), finendo per disegnare un sistema di pensiero unitario che, invero, non appartiene né è propugnato da alcuno degli ambiti culturali e di ricerca citati.

Altresì il termine teoria del gender è largamente usato come espediente retorico al fine di prendere posizione contro i diritti LGBT e il femminismo, inferendo che i movimenti che propugnano tale teoria, benché eterogenei, nascondano una strategia politica unitaria.

È emblematico notare come il modo di vedere le cose può addirittura capovolgersi nel giro di un secolo. Abbiamo già approfondito il tema dell'Omonazionalismo e di come nella prima parte del 1900, ad esempio tra gli Arditi del Popolo nella Repubblica del Carnaro, i legionari omosessuali erano visti come più efficienti e affidabili in quanto "più maschi del maschio". Al contempo, l'omosessualità femminile veniva vista come una forma di acquisizione di "virilità", e quindi di autorevolezza, da parte di una marginale parte di donne più predisposte a ruoli di comando. Come è innovativo annoverarsi tra teorie così radicalmente conservatrici trovando l'humus culturale e filosofico dall'altra parte del ferro di cavallo. Senza volerlo, lo stesso Weininger ha gettato le basi della cosiddetta Teoria Gender tanto combattuta dai conservatori moderni.

Sesso e Carattere

Oggi affronteremo l'ennesimo pensatore "scomodo": Otto Weininger. È stato un filosofo austriaco che Nel 1903 pubblicò Sesso e Carattere, che divenne popolare dopo il suo suicidio all'età di ventitré anni. Continuò ad essere apprezzato come lavoro geniale da molti altri, tra cui il filosofo Ludwig Wittgenstein.

L'intenzione di trattare un argomento e soprattutto un pensatore così controverso è proprio il nostro essere liberti che ci spinge a voler approfondire i fenomeni sociali che vogliamo liberare da dettami della politica e soprattutto delle ideologie.

Otto Weininger nacque dall'unione di Leopold Weininger, un orefice ebreo, e sua moglie Adelheid. Weininger fu uno studente dotato. Dopo essersi diplomato nel luglio del 1898 si iscrisse all'Università di Vienna. Studiò principalmente filosofia e psicologia ma anche scienze naturali e medicina. Aveva una buona padronanza di diverse lingue.

Nell'autunno del 1901 Weininger trovò un editore per il suo lavoro Eros e Psyche - che propose come tesi nel 1902. Incontrò Sigmund Freud che però non lo aiutò nella pubblicazione. La commissione accettò la tesi di Weininger ed egli si laureò. Poco dopo divenne orgogliosamente un fervente protestante.

Dopo aver viaggiato per l'Europa ritornò per qualche tempo a Vienna. In quei tempi cominciò a soffrire di depressione.

Nel giugno del 1903, dopo mesi di duro lavoro, l'editore viennese Braumüller & Co pubblicò la sua opera Sesso e Carattere, un tentativo di "porre in nuova e decisiva luce le relazioni sessuali".

Il libro non fu accolto negativamente, ma tuttavia non trovò l'entusiasmo che Weininger si aspettava.

Il 3 ottobre Weininger prese una stanza nell'edificio di Schwarzspanierstraße 15, dove Beethoven morì. Il mattino dopo fu trovato completamente vestito sul pavimento, incosciente, con una ferita da arma da fuoco nella parte sinistra del torace. Fu portato in ospedale, dove morì, all'età di ventitré anni. Venne sepolto al Matzeiensdorfer Friedhof di Vienna.

La morte volontaria di Weininger, avvenuta ad appena 23 anni a Vienna nella stessa stanza d'albergo dove era morto Ludwig van Beethoven, l'uomo considerato come uno dei più grandi geni musicali di tutti i tempi, contribuì a rendere l'autore di Sesso e carattere una vera e propria celebrità postuma all'interno del mondo culturale di lingua tedesca d'inizio '900, e non solo, trasformando inoltre il suo libro in un successo editoriale e ispirando diversi suicidi a imitazione del suo.

Tra i suoi grandi estimatori August Strindberg, che lo recensì scrivendo di aver probabilmente risolto il più difficile di tutti i problemi filosofici, quello riguardante la donna. Anche il giovane Emil Cioran ne parlò positivamente; influenzò in seguito anche il lavoro di Elias Canetti, Karl Kraus, Robert Musil, Georg Trakl, Ludwig Wittgenstein, Julius Evola (il quale ne tradusse l'opera in italiano), Giovanni Papini, Italo Svevo che lo citò ne La coscienza di Zeno e infine Oswald Spengler, che lo cita nel suo Il tramonto dell'Occidente.

Il libro è suddiviso in due parti, la prima di sei, la seconda di quattordici capitoli:

Parte I: Le varietà sessuali

L'attenzione si concentra sulle questioni di genere: uomo e donna, maschile e femminile, sono i due poli contrapposti attorno a cui ruota il mondo.

Capitolo 1: "Uomini" e "donne"

Tutto il ragionamento dell'autore si costruisce a partire da questa opposizione archetipica tra i sessi: la femmina è sempre moralmente e mentalmente inferiore al maschio.

Capitolo 2: Arrenoplasma e Teliplasma

La natura umana è originariamente androgina-bisessuale, in ogni individuo sono presenti psicologicamente entrambi i caratteri (maschile e femminile): più un individuo possiede in sé i caratteri maschili più si eleva e, viceversa, più possiede in sé i caratteri femminili più si abbassa e degenera allo stato animalesco e materiale.

Capitolo 3: Le leggi dell'attrazione sessuale

Ogni individuo prova attrazione nei confronti del proprio complemento sessuale, un essere con 3/4 di carattere maschile sarà attratto da uno con 3/4 di carattere femminile: il grado d'emancipazione umana è dato dall'aumento di carattere maschile e dalla diminuzione di quello femminile. Il maschio deve eliminare il suo interesse per il carattere femminile, mentre il grado d'emancipazione della donna dipende dalla sua acquisizione di carattere maschile.

Capitolo 4: Omosessualità e pederastia

Essendo l'umanità naturalmente bisessuale, l'omosessualità è perfettamente innata e le sue componenti prodotte geneticamente; qualsiasi condanna o rifiuto di tipo religioso-moralistico è pertanto completamente assurdo, inutile e del tutto privo di senso. Come l'ebreo e la donna, così l'"invertito" è degenerato in quanto s'allontana dalla perfezione costituita dai caratteri maschili.

L'omosessuale, nella misura in cui si "femminilizza" si rende più simile alla donna, diventa quindi geneticamente inferiore all'uomo più vero e autentico. All'opposto la donna lesbica, acquisendo in sé i caratteri maschili, si eleva e migliora rispetto alla sua naturale condizione di inferiorità in quanto femmina.

Capitolo 5: Caratteriologia e morfologia
Capitolo 6: Le donne emancipate

Il grado di emancipazione di ogni maschio e di ogni femmina dipende dal grado di "carattere maschile" che riesce ad acquisire dentro di sé. Conclusione: "Il più grande nemico dell'emancipazione della donna è la donna stessa". L'emancipazione civile della donna (diritto di voto ecc) dovrebbe essere riservata solo a quel tipo particolare di donne con un carattere più maschile: per potersi liberare dai suoi ruoli di genere la donna deve smettere di esser femmina per diventare sempre più uomo.

Parte II: I tipi sessuali

Capitolo 1: L'uomo e la donna
Capitolo 2: Sessualità maschile e sessualità femminile
Capitolo 3: Coscienza maschile e coscienza femminile
Capitolo 4: Qualificazione spirituale e genialità
Capitolo 5: Qualificazione spirituale e memoria
Capitolo 6: Memoria, logica ed etica
Capitolo 7: La logica, l'etica e l'Io
Capitolo 8: Il problema dell'Io e la genialità

Una parte molto ampia di tutto il trattato è dedicata alla riflessione sulla natura del genio. Weininger sostiene che non esiste una "genialità particolare", ad esempio per la matematica o la musica, ma che c'è invero solo una genialità universale in senso metafisico (universale la quale tutto comprende e contiene in sé: in cui tutto esiste ed ha un senso compiuto. Conclude affermando che una parte di genio è probabilmente presente in tutte le persone in una certa misura.

Capitolo 9: Psicologia maschile e psicologia femminile

Il discorso sugli aspetti maschili e femminili della personalità parte dal presupposto che in tutti gli esseri viventi si può trovare una proporzione dei 2 caratteri, nessuno è femmina o maschio in forma pura ma sempre combinato al suo opposto (come già espresso in "Le leggi dell'attrazione sessuale"). Il carattere maschile è attivo, produttivo, cosciente e morale, in una parola logico; mentre quello femminile è passivo e sterile, incosciente ed istintivamente amorale, illogico, irrazionale e tellurico.

Capitolo 10: Maternità e prostituzione

Per tutte quelle donne incapaci di togliere da sé gli stigmi del carattere femminile non rimane altro che seguire la via destinata alle femmine di ogni specie, cioè consumarsi a seguito della funzione sessuale che la domina e caratterizza maggiormente: sia con l'atto in qualità di prostituta, sia con il prodotto come madre di famiglia. Più una donna è femminile e più incarna la sua irrazionale tendenza alla lussuria, ad essa rimarrà sempre del tutto inaccessibile il mondo delle idee.

Capitolo 11: Erotica ed estetica

Disquisendo su sessualità e castità si afferma che l'essere femminile è per sua più intima natura sensuale e del tutto dominato e schiavo delle sue funzioni fisiche/corporee/sessuali. Al contrario il maschio (o il carattere maschile interno ad ognuno) ha il dovere di diventare niente meno che un genio creatore; questo compito di ricerca fa sì che debba rinunciare al volgare amore sessuale per la donna, per dirigersi in direzione di un amore astratto nei confronti dell'assoluto divino e che troverà all'interno di sé stesso.

Capitolo 12: L'essenza della donna e il suo senso dell'universo

Tanto più una donna è "femmina", tanto più essa incarna un desiderio puramente irrazionale; solo come moglie di un uomo può ricevere una nuova forma più alta di vita. La femminilità è incapace di elevazione spirituale e produttività creativa.

Capitolo 13: L'Ebraicità

L'ebreo è per sua intima natura una "femmina", grazie al suo nucleo naturale innato preminentemente istintivo e mai autenticamente religioso. Il "giudaismo" è intriso di femminilità, l'ebreo è una donna e quindi, come ella, inferiore geneticamente rispetto all'uomo autentico: entrambi, ebrei e donne, sono solo corpo materiale, del tutto privi di mente, anima e morale; incapaci di qualsiasi forma d'ascetismo sessuale, sono una minaccia costante per l'uomo.

Anche Gesù Cristo era un ebreo, ma è giunto a superare in se stesso completamente questa sua condizione di nascita; pertanto è l'uomo più grande e perfetto che sia mai esistito. Il cristianesimo, a differenza dell'ebraismo a forte prevalenza femminile, ha caratteristiche più maschili, pertanto ampiamente più elevate e positive.

Capitolo 14: La donna e l'umanità

La nuova umanità deve costruirsi su una nuova mascolinità, che porti a compimento un nuovo ordine sociale: mentre "Il fallo è il destino della donna", "La donna non ha un ego, è puro nulla", essa è per natura moralmente e mentalmente inferiore all'uomo, incapace com'è di orientamento spirituale e di produttività creativa. La conclusione a cui Weininger vuole giungere è quindi che: "L'uomo sarà sempre infinitamente superiore a qualsiasi donna" e che finché domineranno donne ed ebrei non vi sarà mai possibilità di crear un "Drittes Reich" ("Terzo Reich").

Teoria della bisessualità

Prendendo come punto di partenza i miti dell'India antica riguardanti Ardhanarishvara ed il Simposio di Platone, Weininger sviluppa una sua originale riflessione sulla fisica e psicologia della bisessualità: la lunga tradizione riguardante l'Androgino descritto come fondamento della natura umana (lo stesso Sigmund Freud se ne occuperà prendendo come spunto proprio Weininger). La teoria della bisessualità innata era d'altra parte ampiamente considerata alla fine dell'800 negli ambienti medico-accademici.

Questa stessa idea era stata propugnata, prima di Weininger, da Wilhelm Fliess, che l'aveva fatta a sua volta conoscere al giovane amico e collega Sigmund Freud: Fliess in seguito accusò sia Freud che Weininger di avergli rubato l'idea, fino a far scoppiare una disputa tra i due scienziati per stabilir a chi andasse la priorità della scoperta. Più che dell'accusa di plagio, comunque, Freud sembrò preoccuparsi del fatto che Fliess venisse a conoscenza dei contatti diretti da lui avuti col giovane pensatore suicida.

Caratteristiche negative archetipiche degli ebrei 

Un capitolo particolareggiato viene dedicato da Weininger, lui stesso ebreo convertito l'anno precedente al protestantesimo, all'analisi del carattere ebraico, inscritto all'interno dell'archetipo negativo femminile: caratterizzato pertanto da profonda irreligiosità, senza una vera individualità o anima personale, privo d'un senso forte di giudizio morale.

Il Cristianesimo viene invece descritto come la più alta forma d'espressione di fede mai giunta all'uomo; il giudaismo confrontato ad esso è chiamato forma estrema di vigliaccheria. L'ebreo, a causa della sua natura meschina e femminile è per natura portato ad essere comunista, e come la donna anche l'ebreo è astuto e bugiardo, privo di ragione e d'anima.

Weininger denuncia infine il degrado dei tempi moderni, attribuito in gran parte al carattere più femminile della personalità, quindi anche alle "deleterie influenze ebraiche" nel mondo: l'ebraicità equivale alla femminilità, considerata da lui come il più gran male e corruzione per il genio maschile.


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