Juan R. Posadas non era un trotskista ordinario; i socialisti cosmici, i benefici della guerra nucleare e la comunicazione coi delfini erano tutte parti del suo programma rivoluzionario. Matt Salisbury racconta la storia di uno dei pensatori politici più sconosciuti del mondo.
Pensiamo ai culti degli UFO, generalmente, come a cose naïf, a mascherate californiane, a spaventose sette religiose da giorno del giudizio universale, o persino ai gruppi neonazisti convinti che i dischi volanti operino da una base antartica segreta. Ma vi era un culto degli UFO all'estremo opposto dello spettro politico: un culto degli UFO trotskista. Erano denominati Posadisti, dal fondatore Juan R. Posadas, e come molti culti degli UFO, palesavano una lealtà feroce verso il loro “caro maestro”. (1) Credevano che gli incontri ravvicinati fossero la prova di civiltà socialiste superiori dal futuro della terra. La loro bizzarra credenza nei dischi volanti non fu canalizzata su qualche sfuggente entità dello spazio, ma “formata teoricamente” da Marx e Trotzkij, ed era per loro un'estensione logica del materialismo dialettico marxista. Posadas scrisse: “Viaggeremo su pianeti a milioni di anni-luce di distanza, nell'ambito della società socialista”.
Il loro fondatore era un leader del trotskismo latinoamericana, del ristretto gruppo che guidava la Quarta Internazionale dalla morte di Lev Trotzkij. Accanto ai loro testi esoterici “sui dischi volanti, sul processo della materia e dell'energia, sulla scienza, la lotta di classe rivoluzionaria e il futuro socialista dell'umanità” (2), predicarono il marxismo più ortodosso e si sforzarono instancabilmente ad attuare la rivoluzione mondiale. Le filiali posadiste della Quarta Internazionale organizzarono i sindacati, spesso attivi clandestinamente sotto le dittature. Alcuni compagni persero la vita durante questa lotta. Per essere corretti, la Quarta Internazionale Posadista non spunta da un culto degli UFO. Trotzkij fu esule in Messico nel 1938 e lavorò strettamente coi marxisti dell'America Latina per poter creare la Quarta Internazionale. Questi contatti inclusero il Partido de la Revolución Socialista dell'Argentina, affiliatasi alla Quarta Internazionale dal 1941. Fra i suoi attivisti vi era il compagno Juan R Posadas. I particolari della vita di Posadas fuori dal partito ora sono difficili da sapere. Se ebbe una famiglia, vi mantenne il silenzio. Essere un leader trotskista era allora un'occupazione pericolosa, ed era saggio essere alquanto riservati sui particolari personali. Gli pseudonimi erano comuni nella cerchia di Posadas e della Quarta Internazionale Posadista, e chiamavano la sede dei loro congressi ‘Europa'. I Posadisti erano anche, naturalmente, schivi verso le fotocamere.
Sappiamo che Juan Posadas nacque Homero Cristalli, in Argentina, nel 1912 e che era d'origine italiana (di Matera). Operaio, calzolaio e calciatore professionista de La Plata Estudientes, nelle varie fasi della sua vita organizzò i sindacati di calzolai e degli operai del cuoio a Cordova, Argentina, negli anni '30. (3) A un certo momento, negli anni '30, partecipò da candidato del Partido Socialista Obrero alle elezioni nella provincia di Buenos Aires, capitalizzando sulla fama da calciatore (4) guadagnandosi rapidamente una reputazione per i discorsi prolissi. Il trotskista argentino Liborio Justo ricordò di aver assistito, negli anni '40, a un incontro in cui Posadas provò a sconfiggere la fazione di Justo con attacchi continui, durati “parecchie ore”. (5) Posadas riunì gli affiliati alla Quarta Internazionale dell'America latina nell'ambito dell'ufficio dell'America Latina di Montevideo. Questi partiti trotskisti dell'America Latina ebbero un certo peso fra i sindacati, particolarmente tra gli operai ferroviari cubani, i minatori del rame boliviani e gli operai agricoli del Brasile. I partiti posadisti dell'America Latina furono accettati come componente della tradizionale Quarta Internazionale Trotskista fino al terzo congresso mondiale, l'ultimo congresso unitario, nel 1951. Con spaccature che già si formavano, Posadas fece parte di una commissione che tentò, senza successo, di riunire le fazioni litiganti dell'Internazionale.
Un'importante sezione pablista (da Michel Pablo) si staccò dalla Quarta Internazionale nel 1953, prendendosi l'ufficio dell'America Latina dell'ancora ortodosso Posadas. Questa corrente scissionista si chiamava Segretariato Internazionale della Quarta Internazionale, diretta da Michel Pablo. Nel 1959, Posadas litigò con Pablo, denunciandone la “mancanza di fiducia”. Ma un altro fattore spinse molti dirigenti trotskisti a dissociarsi dal comportamento “estremo” di Posadas. Infatti, molti erano allarmati dalla dottrina di Posadas sulla guerra nucleare. “Una Guerra-Rivoluzione per ridurre in cenere stalinismo e capitalismo” (6) era la dottrina ortodossa fra i trotskisti-pablisti. Ma nelle mani di Posadas divenne un'ossessione da giorno del giudizio universale, completa di giudizio universale, sinistramente citato come “resa dei conti finale del socialismo col sistema capitalista”. “La teoria della guerra atomica” dei posadisti emerse al primo congresso della Quarta Internazionale Indipendente (Posadista), tenutosi poco tempo dopo la scissione definitiva, nel 1962, da tutte le altre versioni dell'Internazionale.
A questa riunione giustamente nominata “congresso straordinario” Posadas annunciò: “La guerra atomica è inevitabile. Distruggerà metà dell'umanità: distruggerà immense risorse umane. È molto probabile. La guerra atomica provocherà l'inferno sulla Terra. Ma non bloccherà il comunismo”. Poi aggiunse: “La Guerra nucleare (uguale) Rivoluzione nucleare, danneggerà l'umanità ma non può non distruggere il livello di coscienza raggiunto da essa… L'umanità supererà rapidamente la guerra nucleare con una nuova società, il socialismo”. (7) Posadas predisse che la guerra atomica era “l'occasione suprema per le forze mondiali della rivoluzione”, che sarebbe giunta rapidamente. “Dopo che la distruzione comincerà, le masse insorgeranno in tutti i Paesi, in poco tempo, in alcune ore”. I discepoli dovevano essere preparati dal “pantano atomico che l'umanità dovrà superare per poter costruire il socialismo”.