Prima o poi saremmo arrivati a trattare anche questo spinoso argomento, e come sempre, lo faremo sine ira et studio, liberi da paraocchi e acriticità. L'ecofascismo non è un termine di così recente invenzione, ma negli ultimi anni sta tornando a una notevole ribalta semantica, ormai difficile da ignorare. Ma di che cosa si tratta esattamente?

Mike Mahoney, alias Mike Ma, ancora ventenne, ha accumulato un seguito significativo sui social media per il suo specifico tipo di ambientalismo di estrema destra violento e accelerazionista. "Noi siamo il virus" è stato un suo tweet popolare di metà marzo 2020 che elogiava i rapporti sulla diminuzione dell'inquinamento dell'aria e dell'acqua nei paesi in isolamento a causa del coronavirus COVID-19. A metà aprile, il tweet, che suggeriva anche che "Il coronavirus è il vaccino della Terra", era stato apprezzato quasi 300.000 volte.

A Marzo dello stesso anno, un gruppo di suprematisti bianchi del Regno Unito aveva apparentemente impersonato il gruppo ambientalista Extinction Rebellion mentre promuoveva messaggi inneggianti al COVID-19. Il comitato Internazionale e gli stessi fondatori di Extinction Rebellion non hanno perso tempo a rinnegare ogni loro responsabilità o precedente contatto con tale gruppo, si può pertanto considerare tale gesto come una forma di Entrismo, o più probabilmente semplice Strategia della Tensione.

Brendon Tarrant, autore degli attentati di Christchurch del 2019 in Nuova Zelanda, si è descritto, nel suo manifesto chiamato La Grande Sostituzione, come un ecofascista, un etnonazionalista e un razzista.

Jordan Weissmann definisce l'ecofascismo di Tarrant come "un tipo di neonazismo affermato, anche se oscuro" e dicendo che gli ecofascisti "credono che l'unica speranza di salvare il pianeta, che mettono sopra ogni altra cosa, sia fare in modo che ogni razza continui a vivere nelle regioni in cui è originata e che bisogni opporsi in ogni modo al multiculturalismo".

Patrick Crusius, principale sospettato della strage di El Paso del 2019, ha scritto un simile manifesto, nel quale sostiene apertamente le teorie e le idee di Tarrant. Nel suo manifesto, postato sull'imageboard 8chan, incolpa lo stile di vita americano della distruzione dell'ambiente, aggiungendo che le conseguenze del disastro ecologico avrebbero pesato sulle generazioni future e arrivando alla conclusione che fosse imperativo "diminuire il numero delle persone che sfruttano le risorse in America".

L'attivismo ambientale non sempre si allinea con la politica liberale, come vorrebbe la saggezza convenzionale. In effetti, anche la difesa dell'ambiente ha profonde radici nella destra, che molti pensatori nazionalisti contemporanei hanno cercato di rivendicare.

È importante sottolineare che, l'ambientalismo mainstream ha mostrato di essere vulnerabile, e i concetti di estrema destra e approcci alla crisi ecologica sono stati adottati dagli ambientalisti di sinistra.

Lo stereotipo degli hippy che abbracciano gli alberi negli Stati Uniti ha a lungo mascherato il fatto che i progetti razzisti fossero incorporati nei primi giorni del movimento conservatore americano e del moderno pensiero ecologico?

Secondo l'ambientalista David Orton, il termine "ecofascista" è unicamente peggiorativo:

"Avendo esso radici nel movimento ecosocialista, opposto all'ecologia profonda ed ai suoi sostenitori e, più in generale, contro il movimento ambientalista. Perciò, 'ecofascismo' e 'ecofascista' non sono parole usate per celebrare, ma per insultare"

In termini filosofici, non tutto ciò che viene detto sul rapporto tra natura e uomo è ecofascismo.

"Fascismo è un termine utile per infangare le persone, 'Commie' non ha lo stesso effetto in questi giorni" — Michael Zimmerman

Il Dr. Michael Zimmerman è stato professore di filosofia, a Tulane e all'Università del Colorado Boulder, per 35 anni. Ha scritto molto su filosofia ambientale, teoria integrale, Heidegger, Nietzsche e buddismo. I suoi libri includono Integral Ecology: Unire Più Prospettive sul Mondo Naturale (con Sean Esbjörn Hargens) e l'antologia co-curata Environmental Philosophy: dai Diritti Animali all'Ecologia Radicale.

Nel suo articolo "La minaccia dell'ecofascismo", Zimmerman afferma che gli oppositori politici a volte descrivono gli attivisti ambientali come "ecofascisti" e in guisa di romantici, irrazionali e adoratori della natura, che vogliono che il governo si impossessi della proprietà privata per proteggere piante e animali, al costo di limitare la libertà imprenditoriale di altri esseri umani.

Persino alcuni filosofi ambientalisti hanno accusato i loro colleghi più radicali di promuovere l'ecofascismo, elevando i bisogni/interessi del 'tutto' organico (la 'terra') al di sopra dei bisogni/interessi dei singoli organismi, inclusi animali e umani. Fanno tutto da soli insomma.

Questo uso improprio del termine avanzato da alcuni ecologisti sociali che hanno cercato di collegare coloro che difendono il mondo naturale, in particolare i sostenitori dell'ecologia profonda, con i movimenti politici fascisti tradizionali, in particolare i nazisti. Il "contributo" di questi particolari ecologisti sociali è stato quello di confondere completamente ciò che significa veramente ecofascista e di calunniare il nuovo pensiero dell'ecologia profonda. Questo sembra essere stato fatto dal punto di vista del tentativo di screditare ciò che alcuni ecologisti sociali vedono come un "rivale" ideologico all'interno dei movimenti ambientalisti e verdi. Questo settarismo dell'ecologia sociale ha portato l'ecofascismo a diventare un termine di attacco contro quegli ambientalisti che sono in trincea.

Michael Moore, il cui nuovo documentario ambientale, Planet of the Humans, è stato rilasciato su YouTube il 21 aprile 2020, è accusato di ecofascismo. I critici accusano l'opera di diffamare gli sforzi delle energie rinnovabili con confronti scadenti e dati obsoleti per promuovere il controllo della popolazione. La critica afferma che questo abbia sfumature di eugenetica, a causa di un'ipotesi di popolazioni ad alta densità nel sud del mondo.

Il movimento europeo della Nouvelle Droite, creato da Alain de Benoist e da altri intellettuali coinvolti nel think tank GRECE, combina il movimento ecologista con valori come l'etnonazionalismo, ma ciò nonostante il termine "ecofascismo" gli è stato affibbiato unicamente dai detrattori.

Vengono epitati di "ecofascismo" anche azioni dirette (pulizia di discariche abusive, donazioni a rifugi/canili..) di sottomovimenti legati a una certa "destra sociale", quali La Foresta Che Avanza (CasaPound) o I Lupi Danno La Zampa (Lealtà e Azione).

L'eco-terrorista Ted Kaczynski, ex Unabomber ha risposto nel 2020 in una lettera dal carcere definendo l'Ecofascismo: "un ramo aberrante della sinistra".

Nel 2022 il cantante Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, ha risposto definendo "econazisti" le associazioni di volontariato che avevano pacificamente protestato contro alcune giunte locali per l'impatto ambientale sulle spiagge del Jova Beach Party Tour di quell'anno.

Nella sua accezione sono molto più rari invece i casi in cui è stato usato come vanto o celebrazione acida, da individui o piccole cellule di poco conto o di sospetta collusione con la Strategia della Tensione, tanto che tale termine non fu mai usato benché meno nel contesto del fascismo stesso, pertanto il suo utilizzo è strettamente neologistico e ben postumo al fascismo, e qui si dovrebbe fare una piccola digressione che possa delucidare una sostanziale dicotomia tra l'etimologia e la semantica dell'ecofascismo stesso.

Sine ira et studio infatti, chiosava l'immensurabile storico anarchico Gallucci in un suo capoverso emblematico: 

“L'utilizzo a sproposito dei termini "fascista" e "antifascista" è a dir poco stucchevole. Continuano a portare avanti un concetto del fascismo che è storicamente fuori dalla realtà, dove esso si configura come un "male totale" più simile al cattivo di un film Disney o di un film sui supereroi che a un preciso fenomeno storico e politico. Il fascismo ebbe successo come braccio armato del padronato agrario e industriale italiano contro le rivendicazioni che partivano dai lavoratori e dalle lavoratrici durante il primissimo dopoguerra. Se oggi tale fenomeno non dilaga è solo perché tale padronato si sente maggiormente tutelato proprio dalle istituzioni democratiche„ — Davide Gallucci (Cannibali e Re, Cronache Ribelli)

Parafrasando Gramsci, occorre infischiarsi del gravissimo compito di far progredire la critica, in questo caso quella borghese, o di portare la propria pietruzza all’edifizio commentatorio e chiarificatorio del poema storicistico?

Le (scomode) origini dell'Ecologia

È opportuno sottolineare la differenza tra il termine ecologia portato alla ribalta inizialmente dal movimento ambientalista negli anni '60 e '70 del XX secolo (ecologia sociale ed ecologia profonda) ed il corretto significato scientifico dell'ecologia, che fino ad allora era stata familiare solo ad un gruppo ristretto di accademici, naturalisti e biologi.

In una parola, l'ecologia è lo studio di tutte quelle complesse relazioni alle quali Darwin fece riferimento come alle condizioni della lotta per l'esistenza. In questa sua definizione considera la radice del termine greco "oikos", che è la stessa del termine economia (= gestione della casa), unita alla parola greca "logos" ("studio").

La parola Ecologia ("Ökologie") è stata coniata nel 1866 dallo scienziato tedesco Ernst Haeckel nel libro Generelle Morphologie der Organismen. Egli la definì come

"l'insieme di conoscenze che riguardano l'economia della natura; l'indagine del complesso delle relazioni di un animale con il suo contesto sia inorganico sia organico, comprendente soprattutto le sue relazioni positive e negative con gli animali e le piante con cui viene direttamente o indirettamente a contatto".

Il pensiero ecologico è derivato da correnti consolidate nella filosofia, ed in particolare nell'etica e nella politica. Gli antichi filosofi greci, come Aristotele e Ippocrate, posero le basi per questa disciplina già nei loro studi sulla storia naturale. L'ecologia moderna è diventata una scienza in larga espansione nel tardo XIX secolo. Concetti evolutivi in materia di adattamento e selezione naturale sono diventati i capisaldi della teoria ecologica moderna.

La disciplina dell'ecologia comprende lo studio delle interazioni che hanno gli organismi simili tra di loro, le interazioni con organismi diversi e con le componenti abiotiche del loro ambiente. Questi processi sono sostenuti da organismi con specifiche caratteristiche e la varietà di organismi prende il nome di "biodiversità".

Gli organismi viventi (compreso l'uomo) e le risorse naturali compongono gli ecosistemi che, a loro volta, producono dei meccanismi biofisici di retroazione che moderano i processi che agiscono sui viventi e sui non-viventi del pianeta.

Gli ecosistemi sostengono le funzioni di supporto alla vita, producono capitale naturale come le biomasse, regolano il clima, i cicli biogeochimici globali, la filtrazione dell'acqua, plasmano il suolo, controllano l'erosione, proteggono dalle inondazioni e compiono molte altre attività di valore scientifico, economico o storico.

La Legge Naturale

La teoria della ricapitolazione, che Haeckel sintetizzò nella frase "l'ontogenesi ricapitola la filogenesi", afferma che lo sviluppo di un singolo organismo biologico, o ontogenesi, possiede parallelismi e riassume lo sviluppo evolutivo della propria specie, o filogenesi. Essa ebbe enorme importanza come strumento propagandistico del darwinismo: secondo questa teoria la semplice osservazione delle fasi di sviluppo dell'embrione umano consentiva di osservare in qualche modo anche l'evoluzione della specie.

Questo approccio avrebbe potuto essere sfruttato per creare una gerarchia delle specie viventi, in cui quelle più recenti (l'uomo) sarebbero state considerate le più perfette e perciò dotate di maggiori diritti di sopravvivenza e di dominio. Haeckel è considerato perciò dai suoi detrattori uno dei padri del razzismo scientifico.

Secondo i suoi detrattori, egli avrebbe promosso idee che avrebbero contribuito a diffondere opinioni ideologiche sulle "razze", perché a esse venivano associate non solo caratteristiche fisiche, ma anche potenziali capacità intellettive. Rispetto a queste "razze inferiori", secondo Haeckel, «gli europei civilizzati, dovrebbero assegnare un valore del tutto diverso alla loro vita».

Come fece la maggior parte dei sostenitori di Darwin, anche Haeckel sostenne il poligenismo evolutivo in accordo con le tesi del linguista e poligenista tedesco August Schleicher, secondo cui diversi gruppi linguistici erano sorti separatamente da un Urmensch (proto-uomo) preesistente privo della facoltà del linguaggio e che si sarebbe col tempo evoluto da antenati Simiiformes ancestrali.

Questa evoluzione linguistica avrebbe completato separatamente la transizione dall'animale all'uomo e, nell'ambito di ogni ramo principale linguistico gli esseri umani si sarebbero poi evoluti come specie separate e le quali a loro volta avrebbero potuto essere suddivise in razze. Haeckel propose una suddivisione degli esseri umani in 10 razze, di cui quella caucasica (Europide) si trovava al vertice, mentre quelle primitive sarebbero state destinate all'estinzione.

Haeckel fu anche un sostenitore della teoria che voleva l'origine dell'umanità essere trovata in Asia; credette che l'Hindustan (l'Asia meridionale) fosse la posizione effettiva a partire da cui si erano evoluti tutti gli esseri umani primitivi. Haeckel sostenne poi che gli esseri umani fossero strettamente collegati ai Primati del sud-est asiatico e respinse invece l'ipotesi darwiniana di un'origine africana.

Fu un libero pensatore le cui idee risultarono particolarmente attraenti negli ambienti della destra nazionalista legata a Otto von Bismarck e avversaria della chiesa cattolica.

Alcuni suoi giudizi, infatti, sarebbero stati strumentalizzati anche dal nazionalsocialismo per dimostrare la propria teoria sulla superiorità della razza ariana.

Il Movimento Völkish

Il fascismo adottò alcune politiche che, col senno di poi, potremmo definire ambientaliste, ma dietro quelle scelte non vi era una reale coscienza ecologica. Il discorso è un po’ diverso se ci spostiamo in Germania. Il regime nazista ha le sue radici in un pensiero filosofico con forti implicazioni mistiche e spirituali che presenta un solido legame con la natura.

Queste filosofie sono ben presenti nei movimenti culturali che hanno preceduto l’avvento del nazismo. Più che altrove, in Germania si è avuta una sintesi di naturalismo e nazionalismo, influenzata dalla tradizione Romantica.

Si può citare la figura di Ernst Moritz Arndt che viene considerato uno dei primi esempi di pensiero ecologico nel senso moderno del termine, ma che è anche un esponente del più violento e xenofobo nazionalismo. Tale commistione fu proseguita dal suo allievo Wilhelm Heinrich Riehl, implacabile avversario dello sviluppo industriale e della modernità, promotore di un romanticismo agrario e anti-urbano.

Culla di questo pensiero, nella seconda metà del diciannovesimo secolo, fu il movimento völkisch, una corrente culturale che unì il populismo al misticismo della natura in opposizione alla modernità, proponendo un ritorno alla terra, alla semplicità ed all’integrità di una vita adattata alla purezza dell’ambiente. Queste aspirazioni crebbero assieme all’antica ostilità dei contadini e della classe media per gli ebrei, considerati artefici principali della civilizzazione industriale urbana.

In questo contesto si inserì l’opera del sopracitato Ernst Haeckel che nel 1867 coniò il termine ecologia come nuova disciplina scientifica dedicata allo studio delle interazioni fra organismo e ambiente. Haeckel fu anche il principale divulgatore dell’opera di Darwin nei paesi di lingua tedesca, sviluppando una particolare versione filosofica del darwinismo sociale, che chiamò “monismo“, unendo l’olismo ecologico agli orientamenti sociali völkisch. Semplificando, il darwinismo sociale giustifica l’oppressione del forte sul debole perchè rispecchia le leggi della selezione naturale. Facile in questa ottica approvare anche l’idea della soppressione dei deboli. La tendenza ad applicare in maniera diretta le categorie biologiche al campo sociale costituisce un elemento fondamentale dell’ecologismo di estrema destra, ed è stata in vario modo utilizzata per elaborare teorie razziste e autoritarie.

Haeckel credeva nella superiorità razziale nordica, era strenuamente contrario alla mescolanza delle razze ed un entusiasta sostenitore dell’eugenetica razzista. Contribuì quindi all’elaborazione di quella corrente di pensiero che avrebbe poi portato al nazionalsocialismo. In vecchiaia aderì alla società Thule, un’organizzazione segreta della destra radicale che ebbe un ruolo chiave nell’istituzione del movimento nazista.

Wandervögel, il movimento scout giovanile

Nei primi decenni del XX secolo si diffuse il “Movimento della gioventù”, conosciuto anche come Wandervögel (che si potrebbe tradurre come “spiriti liberi erranti“), e che alcuni considerano dei veri e propri “hippy di destra“. Il movimento riunì varie elementi controculturali come neo-romanticismo, filosofie orientali, misticismo della natura, ostilità alla ragione ed un forte impulso comunitarista che si esprimeva in una forte ricerca di relazioni sociali autentiche e non alienate. I Wandervögel proponevano un ritorno alla terra collegato ad una spiccata sensibilità per il mondo naturale e per il suo danneggiamento. 

In sostanza questi giovani si opponevano al modello sociale dominante, ma scelsero, come tanti altri movimenti in svariate altre epoche storiche, anziché la pratica politica e l’azione sociale, percorsi più esistenzialisti e individuali, non credendo alla possibilità di cambiare la società attraverso strumenti politici. Ciò rappresentò la premessa per la deriva di molti di questi giovani verso il nazismo nel momento in cui questo si presentò come interprete del disagio e della critica radicale ai modelli sociali contemporanei.

Un filosofo interprete di questo movimento fu Ludwig Klages, che in occasione di un raduno dei Wandervögel a Meissner, nel 1913 scrisse un saggio intitolato “L’uomo e la terra” in cui sono presenti molti dei temi dell’attuale movimento ecologista: l’estinzione delle specie, la rottura dell’equilibrio dell’ecosistema globale, il disboscamento, la distruzione delle popolazioni autoctone e degli habitat selvaggi, l’espansione urbana, l’alienazione dalla natura, la critica del capitalismo, dell’utilitarismo economico, del consumismo e dell’ideologia del “progresso”.

Klages fu anche un ultra-conservatore antisemita che alcuni storici collocano tra i precursori della filosofia nazista, anche se in realtà con l’avvento del nazismo in Germania si trasferì in Svizzera.

Queste idee che si diffusero e radicarono nel periodo della Repubblica di Weimar esercitarono una forte influenza su molte figure centrali del partito Nazionalsocialista in cui trovarono piena espressione in una sorta di religione della natura antiumanista e irrazionalista che proponeva la salvezza razziale attraverso il ritorno alla terra.

Il Nazismo

In molti scritti nazisti si ritrova la condanna di ogni tentativo umano di dominare la natura, che viene posta su un gradino più elevato rispetto all’umanità. Si rigetta l’idea che la natura sia stata creata per l’uomo, ritenendo invece che l’uomo rappresenti solo un ingranaggio della vita come qualunque altro organismo. Idee non molto lontane dal pensiero di molti ecologisti contemporanei di tutt’altro orientamento.

Lo stesso Hitler, nel Mein Kampf scrisse:

“Quando le persone cercano di ribellarsi contro la logica ferrea della natura, entrano in conflitto proprio con i principi stessi cui devono la propria esistenza di esseri umani. Le loro azioni contro la natura non possono fare altro che condurre alla loro rovina.”

La «Tiergschutzgesetz», legge del 24 novembre 1933 sui diritti degli animali, fu varata dal Führer appena nove mesi dopo il suo insediamento. Il testo affronta tematiche ancor oggi sul tappeto.

Nel paragrafo 1, si legge: «È proibito tormentare o maltrattare rudemente un animale senza necessità». Alla sezione II: «È proibito: trascurare un animale di cui si è proprietari, trattarlo o dargli una sistemazione che gli provochi sensibile dolore o danno; utilizzare un animale per mostre, film, spettacoli, o altri pubblici eventi, in tutti i casi in cui si provochino all’animale dolore o danno alla salute; abbandonare un animale domestico per liberarsi di lui (per tale reato erano previsti due anni di carcere, ndr); tagliare le orecchie o la coda di un cane più vecchio di due settimane; uccidere un animale in un allevamento di pellicce senza anestesia».

Con un chiaro riferimento alla pratica francese del gavage, ovvero l’ingozzamento delle oche al fine di ricavarne il pregiato foie gras, si legge anche: «È proibito alimentare forzatamente il pollame».

Nella sezione III si proibisce la vivisezione. Paragrafo 5: «È proibito operare o trattare animali vivi a scopo sperimentale in modo che possa essere loro provocato sensibile dolore», a meno di deroghe speciali concesse dal ministero dell’Interno. Il testo della legge, con poche modifiche, è rimasto anche nella Germania di oggi.

A questa fece seguito, il 3 luglio 1934, la «Reichsjagdgesetz» legge sulla caccia che introdusse la licenza obbligatoria (previo esame), l’abolizione della caccia alla volpe e severe restrizioni annuali per l’esercizio venatorio.

Ovunque, fu imposto il divieto sulla macellazione rituale propria del rito sacrificale ebraico-islamico. Il riferimento ideologico era anche volto a prendere le distanze dalla cultura giudaica e da una visione antropocentrica, che, secondo i nazisti, si era trasferita nella religione cristiana.

È noto che Hiter era vegetariano, e questo fu pubblicizzato ampiamente dalla propaganda del Reich, che voleva offrirne un’immagine di uomo puro e al di sopra di ogni tentazione. Tuttavia, pare che tale scelta fosse dettata da motivi di salute e non filosofici. Occorre anche ricordare che, sotto il Terzo Reich, furono chiuse le associazioni vegetariane, prima fra tutte la Vegerarier Bund, nata nel 1892. Se Himmler era un anti-caccia integralista, Hermann Goering era un amante degli animali, ma allo stesso tempo anche un appassionato cacciatore.

Sia Hitler che Himmler erano vegetariani rigorosi, interessati alle cure omeopatiche, fortemente contrari alla vivisezione e alla crudeltà sugli animali. Himmler, ammiratore di Rudolph Steiner, sceglieva prodotti biodinamici e promosse la sperimentazione di fattorie basate sull’agricoltura organica per coltivare erbe a scopo medicinale per le SS. In varie occasioni Hitler si occupò di fonti energetiche alternative a quelle fossili, e queste tematiche hanno riscontro anche all’interno di altri atti normativi emanati dal regime.

Ovviamente questi orientamenti si ritrovano soprattutto tra gli elementi “neo-pagani” della dirigenza nazista, soprattutto in Heinrich Himmler, Alfred Rosenberg e Walther Darrè

Rosenberg, nel suo libro “Il mito del ventesimo secolo” scrisse: 

“Oggi assistiamo ad un esodo costante dalla campagna alla città, letale per il Volk. Le città divengono più grandi, fiaccando il Volk e distruggendo le connessioni che legano l’umanità alla natura. Attraggono avventurieri e profittatori di tutti i colori, promuovendo quindi il caos razziale”

Richard Walther Darrè, che dal 1933 al 1942 ebbe gli incarichi di Capo dei Contadini del Reich e di Ministro dell’Agricoltura, nel 1930 proclamò la necessità di “ristabilire l’unità di sangue e terra” per il popolo tedesco, anche in contrapposizione al popolo semita errante, incapace di una autentica relazione con la terra. Dal suo ruolo ministeriale introdusse su vasta scala il metodo di coltivazione organica, fronteggiando una forte opposizione da parte di altri gerarchi, come Backe e Göring, ma con l’appoggio di Hess e dello stesso Hitler. Comunque, per Darrè come per tanti altri nazisti, questa forte sensibilità ambientale, era perfettamente compatibile con una feroce ideologia razzista.

Queste tendenze legate alla terra e al romanticismo agrario sembrano essere abbastanza in contrasto con l’impegno tecnocratico-industriale del regime per una rapida modernizzazione del Terzo Reich. Tuttavia anche alcuni uomini chiave operanti su questo obiettivo erano portatori di istanze ecologiste e si impegnarono sulla compatibilità tra opere di sviluppo e rispetto della natura, come ad esempio nella monumentale costruzione dell’autostrada.

Lo stato nazista istituì inoltre le prime riserve naturali protette in Europa e va anche citata l’approvazione, nel 1935, della “Reichsnaturschutzgesetz”, una “Legge per la Protezione della Natura” senza precedenti che oltre a stabilire i principi guida per la salvaguardia della flora, della fauna e dei “monumenti naturali”, limitava l’utilizzo commerciale delle aree naturali incontaminate. Nel ripercorrere l’influenza che le tendenze “verdi” ebbero nel regime nazista, occorre però anche ricordare che queste ebbero forti oppositori in figure come Goebbels, Bormann e Heydrich che consideravano Darrè ed Hess degli eccentrici sognatori, tanto che dopo la partenza di Hess le tendenze ecologiste furono fortemente ridimensionate nel corso degli ultimi tre anni del governo nazista.

Savitri Devi, la sacerdotessa di Hitler

Maximiani Julia Portas, nota anche con lo pseudonimo di Savitri Devi, è stata una scrittrice, poetessa e attivista greca, agente segreta dell'intelligence nazista in India durante la seconda guerra mondiale. È stata un'importante sostenitrice del misticismo nazista e dell'ecologia profonda. Sosteneva i diritti degli animali, era vegetariana fin da bambina ed ha più volte espresso opinioni ecologiste nei suoi lavori. Nata in Francia da madre inglese e padre italo-greco, critica delle religioni abramitiche, Devi è stata una pioniera dell'attivismo dei diritti degli animali.

Nel 1959 ha scritto il libro The Impeachment of Man, considerato unanimemente la sua opera più importante, ove ella afferma che l'uomo non è più potente degli altri animali, ma fa parte dell'ecosistema e dovrebbe pertanto rispettare tutte le forme di vita e la natura.

"Una "civiltà" che fa un tale clamore nei confronti di presunti "crimini di guerra" - atti di violenza contro i nemici reali o potenziali della propria causa - e tollera i macelli e i laboratori di vivisezione, i circhi e l'industria della pelliccia (infliggere dolore a creature che non possono mai essere a favore o contro qualsiasi causa), non merita di vivere. Benedetto il giorno in cui si distruggerà, in modo che un'élite di superuomini sana, dura, schietta e coraggiosa, amante della natura e amante della verità, con una fede centrata sulla vita, - un'aristocrazia umana naturale, altrettanto bella, solo di superiore livello, come i re a quattro zampe della giungla - potrà di nuovo alzarsi e dominare sulle sue rovine, per sempre!" — Savitri Devi

Sarebbe diventata una delle personalità più influenti in Europa relativamente all'ecologia ed ai diritti degli animali del tardo ventesimo secolo, nonché al movimento New Age e al partito dei Verdi, e una guida dell'underground neonazista durante gli anni sessanta.

L'Autarchia Fascista

Durante il regime fascista sono state adottate politiche che alcuni tendono a rileggere oggi come scelte ambientaliste, anche se spesso le motivazioni erano diverse.

Una di queste politiche è l’autarchia che mirava a produrre all’interno del Paese tutto ciò che era possibile per ridurre la dipendenza dal commercio internazionale. Per certi versi questa scelta può richiamare la filosofia del Km 0, o comunque della minore circolazione delle merci con tutte le sue conseguenze in termini di emissioni di gas serra e consumo di risorse. Tuttavia il regime prese questa strada come risposta alle sanzioni economiche, quali il blocco del commercio d’armi, imposte dalla Società delle Nazioni in seguito all’invasione dell’Etiopia. Quando le sanzioni furono cancellate l’Italia decise di proseguire sulla strada intrapresa anche in una logica di propaganda.

In pratica, la politica dell’autarchia non nasceva da preoccupazioni ecologiche, tant’è vero che la ricerca di alternative ai prodotti di importazione portò allo sviluppo di materiali e sistemi anche molto inquinanti. È proprio in quegli anni che si diffuse la produzione di PVC, dei PCB (policlorobifenili) e dell’Eternit, considerati autarchici per eccellenza.

Altre politiche che oggi possono essere interpretate come ambientaliste riguardano un certo impegno nella lotta contro lo spreco e l’invito al recupero domestico di ogni scarto, e l’avvio di un dibattito pubblico sui biocarburanti e sulle energie alternative.

Anche in questo caso, più che di una sensibilità ecologica, si trattava di esigenze economiche, ma bisogna riconoscere che lo sforzo messo in campo sul piano della ricerca in quegli anni produsse una serie di invenzioni e scoperte che avrebbero poi contribuito al successivo boom economico post-bellico.

Sull’obiettivo dell’autarchia si mosse con tutta la sua forza l’imponente macchina della propaganda fascista, creando organismi deputati, iniziative di comunicazione e materiali informativi. È interessante rileggere l’opuscolo “Non sprecate” pubblicato nel 1941 che fornisce tutta una serie di consigli che sembrano usciti dagli attuali manuali di ecologia domestica.

📃 Se sei curioso, puoi scaricarlo qui (PDF)

Occorre ricordare che l’autarchia, normalmente associata ai regimi autoritari, in quegli anni fu presa in considerazione anche da altri paesi. Lo stesso Keynes, a seguito della crisi del 1929, con intenti ben più positivi, scrisse:

“Io inclino a credere che, una volta che il periodo di transizione sia compiuto, una certa dose di autarchia e di isolamento economico tra le nazioni, superiore a quello che esisteva nel 1914, può servire piuttosto che danneggiare la causa della pace”

Ma tutto ciò sarebbe stato spazzato via dall’aggressiva imposizione delle teorie liberiste nel dopoguerra e dal petrolio del Piano Marshall.

Vi furono inoltre dei gruppi ecologisti in camicia nera appartenenti al San Sepolcrismo che ben presto voltarono le spalle al regime fascista e che furono precursori dell'ambientalismo moderno più adottato dalla sinistra, tra i quali Maccari, Malaparte e Soffici de «il Selvaggio».

L'appropriazione indebita del concetto di Autarchia

In realtà il termine Autarchia non è un'invenzione del fascismo o di qualsiasi altro regime, ma era già citato nella filosofia individualista greca dove venne messo in rapporto con l'ideale dell'eudemonismo, il raggiungimento della felicità tramite la conoscenza che per Socrate portava al razionale dominio sulle passioni.

Assunse in seguito rilievo soprattutto nella scuola cirenaica dove esprime l'ideale del «bastare a sé stessi», essere padroni di sé, cercando di dipendere il meno possibile dai condizionamenti delle cose mondane al fine di conseguire la felicità.

Aristippo di Cirene (V secolo a.C.) fu l'elaboratore della dottrina etica dell'edonismo per cui il bene s'identifica con il piacere (edonè) che appagato origina l'autarchìa, ossia il dominio di sé, e appunto, la felicità.

L'edonismo di Aristippo, si esprime con l'enunciazione di un individualismo estremo e di un'autosufficienza non lontana da quella cinica, con un certo disprezzo per le convenzioni sociali. Il piacere immediato e dinamico si accompagna all'individualismo che cerca il piacere in qualsiasi forma e approfittando di ogni momento dell'esistenza che lo possa offrire.

Ma l'autosufficienza, quest'importante principio aristippeo, riguarda anche il piacere, che va perseguito senza diventarne dipendenti, poiché se esso è sempre bene, quindi da perseguire in ogni situazione e circostanza tuttavia, se da posseduto diventa possessore, va abbandonato poiché l'autarchia e l'autosufficienza individuale sono sopra ogni altra cosa.

Il piacere vero è sempre e comunque dinamico (non l'aponia epicurea intesa come "assenza di dolore") ed è il vero motore positivo dell'esistenza di una persona, che è successione discontinua di istanti e che va vissuta solo nel presente, ignorando il passato e il futuro: è questa una formulazione ante litteram del cosiddetto carpe diem, messaggio che troverà seguaci e interpreti soprattutto tra numerosi intellettuali del mondo latino.


🌱 Vuoi supportarci? Visita il nostro eco-shop: