Il darwinismo sociale, abbreviato in darwinismo, è un'ideologia che sostiene una società in cui tutti gli omicidi, i furti e la concorrenza sono legali, con l'intenzione che solo gli individui più forti sopravvivano. Ama davvero la competizione e quindi sputa in faccia alla scarsità e spesso sfida altre ideologie a duello.

Da sempre i ceti dominanti hanno cercato di fare apparire le differenze di ceto come differenze antropologiche. Questa pretesa trovò sostegno in teologie come il Giansenismo o il Calvinismo che giustificavano ricchezza e povertà come prove della predestinazione decretata dalla volontà divina.

Darwin affrontò la questione ne L'origine dell'Uomo, dove dedica un (sotto)capitolo su La selezione naturale che ha effetto sulle nazioni civilizzate:

"Presso i selvaggi, i deboli di corpo o di mente vengono presto eliminati, e coloro che sopravvivono presentano solitamente un vigoroso stato di salute.

 

Noi uomini civilizzati, al contrario, facciamo del nostro meglio per ostacolare il processo di eliminazione: costruiamo ricoveri per gli idioti, gli storpi e i malati; approviamo leggi per i poveri, e i nostri medici esercitano la massima perizia per salvare la vita di ciascuno fino all'ultimo momento.

 

Vi è ragione di credere che la vaccinazione abbia salvato migliaia di persone, che a causa di una debole costituzione in passato sarebbero morte di vaiolo. Così nelle società civilizzate i membri deboli propagano il proprio genere. Chiunque si sia occupato di allevamento degli animali domestici avanzerà il dubbio che ciò sia assai dannoso per la razza umana.

 

È sorprendente come la mancanza di cure, o le cure mal dirette, portino rapidamente alla degenerazione di una razza domestica, ma eccetto il caso dell'uomo stesso, nessuno forse è così ignorante da permettere che i propri peggiori animali si riproducano.

 

L'aiuto che ci sentiamo spinti a dare a chi ne ha bisogno è principalmente un risultato accidentale dell'istinto di simpatia, che fu acquisito originariamente come parte degli istinti sociali, ma che divenne in seguito, nel modo precedentemente esposto, più delicato e ampiamente diffuso. E non possiamo frenare la nostra simpatia, anche contro le esortazioni della dura ragione, senza guastare la parte più nobile della nostra natura.

 

Il chirurgo può indurire se stesso mentre effettua un'operazione, perché sa che sta agendo per il bene del paziente, ma se noi intenzionalmente trascuriamo i deboli e gli inermi, può derivarne solo un beneficio eventuale, a fronte di un male terribilmente presente".

Il darwinismo sociale si propose subito come una filosofia di legittimazione del potere, sia esso coloniale, razziale o di classe. Durante il secolo XX i teorici del nazismo (Hitler, Rosenberg), senza mai nominare Darwin, lo utilizzarono largamente sia in senso eugenetico, sia per eliminare, milioni di ebrei, zingari, testimoni di Geova, oppositori politici, prigionieri di guerra nei campi di concentramento.

Si presenta, quindi, come una ideologia con pretese di scientificità, che vede nelle lotte civili, nelle ineguaglianze sociali e nelle guerre di conquista l'estensione alla specie umana di una supposta legge generale di natura che si esprime nella lotta per la vita o la morte, a sua volta generalizzato come solo meccanismo della selezione naturale; in tal modo esso vuole legittimare, sul piano biologico-antropologico, le disparità tra gli uomini e l'eliminazione dei più deboli.


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