Il 15 ottobre del 1987 veniva assassinato Thomas Sankara. Negli anni Ottanta cercò di salvare il Burkina Faso, e l'Africa intera, con la sua rivoluzione condotta contro il giogo coloniale e imperialista dell'Occidente. Dopo aver negato l'intervento del Fondo Monetario Internazionale, il cui debito avrebbe legato indissolubilmente i burkinabé, Sankara diventò il portavoce dell'Africa intera, il simbolo di un continente sfruttato e che chiedeva giustizia, parità di diritti e modernizzazione.

Denominato il "Che Guevara" africano, Sankara fu un visionario e portò enormi risultati nei pochi anni in cui fu al governo: il PIL del Burkina Faso crebbe come mai prima di allora, mentre alfabetizzazione e investimenti cominciavano a permeare il tessuto sociale di un paese che stava cominciando ad uscire pian piano dal Terzo Mondo. I risultati furono senza precedenti. Tuttavia, la congiura ordita contro Sankara fu l'esempio lampante dell'immutabilità della situazione, la vittoria dello status quo di chi teneva in mano le redini della geopolitica mondiale. Quale morale ci tramanda oggi Thomas Sankara? Vediamo di ripercorrere le orme di una delle più affascinanti figure del Novecento.

↑ Si ringrazia Nova Lectio per il video ↑


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