Può sembrare difficile da credere, ma c'è stato un tempo in cui la gente comune ha avuto un maggiore controllo sulla propria vita e ha abitato un mondo in cui la stragrande maggioranza degli individui era in grado di vivere in comunità solidali con i loro simili dove perseguire un'esistenza rurale lontano dal rumore dei centri commerciali; coltivare il cibo per il proprio consumo, parlare tra di loro e godere delle arti come la musica in una società senza televisione né videogiochi, una società centrata sulla trasmissione di valori tradizionali ai propri figli senza l'influenza nefasta delle scuole di regime e dei mass-media. Ma qualcosa è andato storto.

Capitalismo e comunismo sono diventate due false alternative a cui non vogliamo sottostare. Crediamo sia giunto il momento di andare avanti senza guardare né a Destra né a Sinistra.

Vanno considerate entrambe forme residuali di un'identità politico-culturale: categorie logore che pur pretendono di continuare a ‘spartirsi’ il campo della geografia politica. Della politica esse sono ‘luoghi comuni’ e non ‘luoghi geometrici’. Uno sguardo verso un futuro anteriore ci porta ad essere liberi di trovare soluzioni sensate.

La soluzione degli ecovillaggi è in continua espansione, soprattutto all'interno di una visione comunitarista libertaria centrata sulla creazione di diverse comunità autonome in numero non superiore ai 3000 aderenti. La condivisione di intenti è il primo comandamento per affrontarne la creazione e la conformazione topografica del nostro paese, da sempre basato su un'economia ad impronta rurale, può essere intrapresa in villaggi e comuni a bassa densità di popolazione dove è possibile trovare case a buon mercato e aree verdi da coltivare. Il fatto di inserirsi in un tessuto urbano già abitato, per quanto ridotto, permette il coinvolgimento di persone estranee alle tematiche autarchiche, ma sensibili ad una vita eticamente più corretta. Il nostro modo di vivere è un esempio spesso più efficace di tante parole. Ritornare al paese, ma con uno spirito libero dai dogmi di chiesa e stato, con i suoi luoghi di ritrovo e contemporaneamente con il proprio spazio dove vivere la propria individualità.

L'uomo tradizionale è integro ed integrale, non abituato a mentire, è frugale, autarchico ed anarchico. Nel senso che in virtù della sua adesione ad un ordine 'altro' può fare a meno delle morali indotte. Come scrive Julius Evola, è un uomo raro, anzi rarissimo ormai a livello planetario, ma come afferma Junger nel 'Trattato del ribelle' (nella sua accezione tedesca di walden, ossia di 'fuorilegge che si dà alla macchia' che si rifugia nel bosco) ha un grande potere, anche maggiore del voto in virtù delle sue caratteristiche caratteriali. E' l'arya degli induisti, l'uomo differenziato che disprezza il mondo moderno, ma che è capace di stare in piedi tra le rovine. E' libero. Ma non secondo i dettami della società moderna, l'uomo è libero se è libero dentro di sé, se cioè possiede al proprio interno quella qualità che gli permette di esserlo all'esterno. Guerriero, ma soprattutto sul piano interiore. Costruirsi prima di tutto, e solo poi costruire una società migliore. Il micro si riflette nel macro, dal sé al fuori.

Tutto ciò che in Occidente è oggi considerato normale è in realtà anomalo e snaturato, principalmente perché decostruito dal monoteismo cristiano, privo di un nucleo di valori primordiali. Un dio che si è fatto scienza, una scienza iniqua e sterile priva di istanze superiori per cui ritorna imperioso il monito di Nietzsche che giustamente attribuisce la superiorità dell'arte nei suoi confronti. Gli individui che si sentono estranei a questo mondo superficiale ed inebetito sono il popolo dei comunitaristi libertari, per cui Dioniso ed Apollo (il Kernunnos iperboreo) devono ricongiungersi per ricreare individui centrati in sé stessi. Uomini e donne liberi, soprattutto di scegliere. Sono queste considerazioni assolutamente personali, ma che credo possano trovare in accordo altri camerati del movimento, sebbene ognuno abbia una propria visione particolare dell'argomento, sono altresì che le linee di condivisione siano numerose.


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