Nel luglio del 1930, Adolf Hitler descriveva Otto Strasser come un ebreo intellettuale marxista e incapace di qualsiasi organizzazione. Strasser riteneva invece che l'originale natura anticapitalista del NSDAP fosse stata tradita da Adolf Hitler. Da quel momento Strasser decise di abbandonare lo NSDAP assieme ad altri 25 membri, annunciando che "i socialisti lasciano lo NSDAP". Da qui la nascita di un partigiano movimento di resistenza anti-hitleriano.

Al consumismo borghese e al materialismo marxista Otto Strasser era un "conservatore agrario estremista" che promuoveva l'autogoverno del popolo per la realizzazione del "socialismo tedesco", senza proletari né borghesi, ma fondato su una classe media contadina capace di esprimere ogni altra attività sociale e intellettuale: operaio-contadino, intellettuale-contadino, soldato-contadino.

Il fratello Gregor Strasser divenne presto un forte sostenitore dell'ala radicale del partito, sostenendo che la rivoluzione nazionale dovrebbe includere anche una forte azione per combattere la povertà e dovrebbe cercare di costruire sostegno della classe operaia. A ciò si opposero il movimento conservatore tedesco e alcuni nazisti che preferivano un regime autoritario ordinato al programma radicale e dirompente proposto dai radicali del partito.

Strasser auspicava la dismissione del sistema industriale e il trasferimento (anche indotto, c'è da dirlo) della popolazione cittadina al lavoro nelle campagne. Secondo la sua visione la nuova Germania si doveva fondare sui contadini proprietari della terra e colonizzatori delle regioni agricole della Germania orientale.

I grandi centri industriali sarebbero stati divisi in piccole disperse unità sul territorio in modo da formare una nuova figura sociale di operaio-contadino e da contrastare l'inquinamento ambientale e geofisico.

Il fine principale era abbattere gli effetti deleteri del consumismo capitalista con le sue gravi conseguenze anche sul piano morale promuovendo «un modo di vita spartano, riducendo i consumi alla soddisfazione quasi autarchica a livello locale dei bisogni primi», e «l'istituzione nazionale, poi internazionale, di una sorta di economia di baratto».

Strasser credeva che la nazionalizzazione delle terre e dei mezzi di produzione, ridistribuiti agli imprenditori, avrebbero portato al doppio vantaggio del possesso individuale e della proprietà collettiva.

In un primo momento Otto Strasser vedeva negli ebrei, la massoneria e l'ultramontanismo degli ostacoli al pangermanesimo ma successivamente le sue posizioni mutarono in un filosemitismo e sostegno del sionismo che, secondo il suo biografo Patrick Moreau era solo di facciata: lo scopo vero sarebbe stato quello di ottenere l'appoggio delle potenti lobby ebraiche statunitensi. Posizione dubbia essendo un personaggio pre israelita. Si oppose inoltre fortemente contro le leggi razziali hitleriane e ai campi di concentramento.

Membro, nel quinquennio 1925-1930, dell'ala sinistra del "Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori", insisteva sulla necessità che il Terzo Reich nascesse da una rivoluzione nazionale condotta a fianco dei comunisti.

Hitler, che ormai aveva deciso per un'alleanza con le forze reazionarie, mise in atto una strategia di divisione dell'ala sinistra radicale del partito. Otto Strasser si ritrovò isolato con un piccolo gruppo di sostenitori del suo programma socialista nel Gau berlinese comandato da Goebbels. La crisi economica del 1929 portò a una radicalizzazione delle due ali del partito.

Otto Strasser era considerato più radicale di suo fratello, e l'inconciliabilità delle due posizioni giunse all'inevitabile rottura: il 4 luglio del 1930 Otto Strasser lasciò il partito e fondò la "Comunità Nazionalsocialista Rivoluzionaria". Strasser mirava a provocare una scissione all'interno del partito principale, ma, come ci si poteva aspettare, questa mossa non ottenne il sostegno di alcun grande ufficiale nazista e venne perfino disapprovata da suo fratello Gregor.

Nel marzo del 1931 le SA del Nord della Germania attraversarono una grave crisi: diecimila aderenti seguidono il loro capo regionale Stennes e rompendo con la Hitler si fusero con l'organizzazione di Otto Strasser dando origine alla nuova formazione.

Il nuovo programma fortemente patriottico del Partito Comunista Tedesco per la "liberazione nazionale e sociale del popolo tedesco" iniziò ad attirare l'adesione degli strasseriani: Otto Strasser di risposta fondò il più oggi noto Fronte Nero, dove concergero vari membri del movimento contadino, organizzazioni paramilitari, di protezione forestale, ed altri movimenti dissidenti anti-hitleriani.

Gli strasseriani strinsero alleanze sul piano internazionale in Francia, in Inghilterra e in Spagna prendendo contatto anche con movimenti indipendentisti.

Dopo la presa del potere Hitler scatenò una violenta repressione contro gli strasseriani del Fronte Nero rinchiudendoli nei campi di concentramento appena aperti.

Tuttavia dal 1934 al 1938, Otto Strasser riuscì a mantenere un'organizzazione clandestina di propaganda antinazista attraverso la diffusione di giornali e le emissioni di una radio pirata in Cecoslovacchia. L'8 novembre del 1939, una bomba scoppiò in una birreria di Monaco, subito dopo un discorso di Hitler. Il gruppo del Fronte Nero, insieme ad agenti inglesi, venne accusato dell'attentato.

Da parte sua la Gestapo cercò più volte di rapire ed eliminare Otto Strasser, rifugiatosi nel 1933 prima in Austria e successivamente in Cecoslovacchia.

Peggiore sorte ebbe suo fratello Gregor Strasser ucciso nella Notte dei Lunghi Coltelli quando ormai aveva lasciato ogni attività politica. Gregor Strasser, che aveva voluto rimanere in Germania anche dopo la rottura irreparabile con Hitler, perì assassinato il 30 giugno 1934, per ordine personale di Göring.

Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, Strasser, ricercato dalla Germania nazista con una taglia di 500.000 dollari sulla sua testa, dopo una peregrinazione in Svizzera e Francia, nel 1941, emigrò in Canada dove rimase sino al 1954. Nonostante un intervento in suo favore del presidente del consiglio francese Robert Schuman, Strasser venne iscritto nella lista nera degli Alleati che lo etichettarono un criminale nazista e lo fecero dichiarare dall'allora governo tedesco decaduto dalla sua nazionalità. A nulla gli valse aver lottato ad armi impari contro il Führer, né l’impegno europeista dei suoi ultimi anni.

Nel 1948 ex membri del Fronte Nero dettero luogo in Germania alla Lega per la Rinascita della Germania che si trasformò il 17 giugno 1956 in Unione Sociale tedesca.

Nell'ultima parte della sua vita Otto Strasser insiste molto sulla necessità della unificazione europea e sulla costruzione di un partito europeo. A questo titolo egli fu membro fondatore del Movimento Popolare Europeo.

«Per noi il nazionalsocialismo è sempre stato un movimento antimperialista e il cui spirito doveva limitarsi a conservare e ad assicurare la vita e lo sviluppo della nazione tedesca senza nessuna tendenza a dominare altri popoli e altri paesi.» (O. Strasser 1969)

Strasserismo

Otto Strasser è difficile da classificare, forse la definizione più corretta sarebbe quella di Socialista Tedesco proprio in virtù della sua visione anti-hitlerista e pura del socialismo nazionalista. Il "nazismo" dei fratelli Strasser era ancora soprattutto socialismo, sostanzialmente democratico: anti-statalista federalista anticapitalista, per niente antisemita e perfino pacifista.

Strasser fu sempre fermamente anti-comunista, pur riconoscendo nei 'marxiani' diversi punti di contatto e affinità. Ma se in un primo momento sono queste fascinazioni ad alimentare il suo pensiero, ben presto al materialismo borghese e marxista Otto Strasser oppone un "idealismo völkisch" a fondamento spirituale.

La "Rivoluzione tedesca" doveva, secondo Strasser, ri-creare le "forme" appropriate alla natura del popolo nel campo politico o economico così come in quello culturale. Queste forme sarebbero, in campo economico, il feudo; nel campo politico, l'auto-amministrazione del popolo tramite gli "Stande", cioè degli stati - stato operaio, stato contadino etc - e nel campo culturale, una religiosità tedesca.

Questo idealismo völkisch comporta il rifiuto da parte di Otto Strasser dell'idea di lotta di classe in seno al Völk a profitto d'una "rivoluzione popolare" degli operai-contadini senza classi medie (solo una piccola minoranza di oppressori saranno eliminati), la condanna dello scontro politico tra tedeschi: egli propone un Fronte unito della base dei partiti estremisti e dei sindacati contro le loro gerarchie e contro il sistema.

Questo idealismo völkisch sottintende lo spirito di "socialismo tedesco" fortemente decantato da Strasser e ispira il programma socialista strasseriano. Come afferma Thierry Mudry in "L'opposizione nazional-rivoluzionaria al Terzo Reich" la teoria economica marxista rimaneva uno strumento necessario alla comprensione della storia. Il marxismo filosofico e il bolscevismo di partito, perdono significato nello stesso momento in cui il liberalismo entra in agonia.

Il "socialismo tedesco" rifiuta il modello proletario così come il modello borghese e propone di conciliare le responsabilità, l'indipendenza e la creatività personali con il sentimento dell'appartenenza comunitaria ad una società di lavoratori di classi medie e, più particolarmente, di contadini. "Strasser, come Junger, sogna un nuovo "Lavoratore", ma di un tipo particolare, il tipo "contadino", che sia operaio-contadino, intellettuale-contadino, soldato-contadino, altrettante facce di uno sconvolgimento sociale realizzato con la dislocazione della società industriale, lo smantellamento delle fabbriche, la riduzione delle popolazioni urbane e il trasferimento (forzato) dei cittadini verso il lavoro rigeneratore della terra.

L’ispirazione era evidente: si voleva creare qualcosa di simile ai tanto declamati kibboutz israeliani, che Otto in seguito ha studiato a fondo, distaccandosi del tutto dall'antisionismo.

Otto Strasser rimane un personaggio nodale e sottovalutato in ambito politico che meriterebbe di uscire dalla sfera underground tipica degli appassionati battitori liberi della politica.

Il nome Strasserismo venne applicato alla forma di socialismo nazionale precedente e distaccata dall'etichetta di nazismo, che si sviluppò attorno ai fratelli Strasser. Sebbene fossero stati coinvolti nella creazione del programma nazionalsocialista del 1920, entrambi chiesero al partito di impegnarsi a "rompere le catene del capitale finanziario".

Questa forma populista di anticapitalismo economico fu ulteriormente sviluppata nel 1925 quando Otto Strasser pubblicò il Nationalsozialistische Briefe che discuteva le nozioni di conflitto di classe, redistribuzione della ricchezza e una possibile alleanza con l'Unione Sovietica.

Il suo seguito del 1930 Ministersessel oder Revolution (sede del gabinetto della rivoluzione) andò oltre attaccando il tradimento di Hitler dell'aspetto socialista del nazismo e criticando la nozione di Führerprinzip.

Mentre Gregor Strasser ha fatto eco a molti dei richiami di suo fratello, la sua influenza sull'ideologia è minore, a causa della sua permanenza più lunga nel partito nazista e della sua morte prematura.

Nel frattempo, Otto Strasser ha continuato ad espandere la sua argomentazione, chiedendo lo scioglimento delle grandi proprietà e lo sviluppo di qualcosa di simile a un sistema di corporazioni e la relativa creazione di una camera cooperativa per assumere un ruolo di primo piano nella pianificazione economica.


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